Il ritardo nel recepimento della direttiva Ue sui gestori di fondi alternativi (AIFMD) da parte dell’Italia mette in stand-by anche la nuova attività del Fondo italiano d’Investimento, che già da settembre sarebbe stato pronto a investire il suo nuovo fondo di fondi di venture capital, sponsorizzato dalla Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima, infatti, si è impegnata per 50-100 milioni su un target di raccolta di 150 milioni elevabile a 200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
La ragione dello stallo è che, In attesa delle nuove norme, non si stanno strutturando e non vengono autorizzati i nuovi veicoli di venture dedicati nei quali il fondo di fondi promosso dal Fondo italiano potrà investire.
«La Commissione europea ha chiesto di recepire la direttiva entro il 22 luglio 2014. Francia, Germania Inghilterra e altri Paesi europei sono già pronti, mentre in Italia stiamo ancora discutendo sulle normative regolamentari di dettaglio dopo il termine della consultazione scaduto il 25 agosto, già oltre la scadenza fissata a livello europeo per la sua applicazione (si veda altro articolo di BeBeez, ndr)», ha sottolineato ieri l’Associazione Italiana per il Private Equity e Venture Capital (AIFI) in una nota a valle dell’incontro del Consiglio direttivo presieduto da Innocenzo Cipolletta e a ha aggiunto: «Questo comporta che, a oggi, i fondi italiani che vogliono operare all’estero non hanno il necessario passaporto europeo. Inoltre, il mercato del venture capital italiano risulta ulteriormente penalizzato perché in questa fase, in attesa del completamento del quadro normativo, non vengono autorizzati nuovi veicoli societari di investimento».
E anche sul fronte del private equity Aifi è in attesa di un cenno da parte del governo: «Anche per ciò che concerne il regime fiscale dei fondi che operano attraverso lo strumento del leveraged buy out siamo in attesa (da maggio 2013) di un riscontro da parte dell’Agenzia delle Entrate, a cui è stato chiesto un chiarimento sugli effetti fiscali di tali interventi, già disciplinati e riconosciuti come legittimi dal nostro codice civile» (si veda altro articolo di BeBeez).