Anche Intercos fa dietrofront e ritira l’ipo. La comunicazione è arrivata ieri in serata, termine fissato per la chiusura dell’offerta, e a pochi giorni di distanza dalla stessa decisione presa da ItaliaOnLine e dopo la stessa decisione presa prima della pausa estiva da Rottapharm e Sisal, anche il gruppo produttore di cosmetici per conto terzi ha deciso di rinunciare alla quotazione.
La nota diffusa ieri in serata (scarica qui (il comunicato stampa) precisa che, “nonostante l’ampio interesse e l’apprezzamento manifestato dagli investitori istituzionali italiani ed esteri nel corso del roadshow, e pur considerando la qualità ed il numero delle adesioni ricevute (corrispondenti a una richiesta di azioni di poco inferiore al quantitativo massimo offerto), la società ha ritenuto che le condizioni dei mercati finanziari, deterioratesi repentinamente nel corso degli ultimi giorni, non consentano di ottenere una valutazione che rifletta fedelmente il reale valore intrinseco e le potenzialità della società”. Il gruppo ha poi assicurato che “facendo leva sulla solidità finanziaria e patrimoniale del Gruppo, Intercos ritiene di poter comunque raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sviluppo e di crescita che si è prefissata”.
Che qualcosa stesse andando storto si era capito nella serata di mercoledì, quando la società aveva annunciato che Tamburi Investment Partners avrebbe acquistato in ipo in totale 2,85 milioni di azioni di Intercos in ipo, precisando che TIP ieri si è impegnata nelle ultime ore ad acquistare ulteriori 570.749 azioni oltre a quelle che già aveva deciso di acquistare, arrivando così a impegnarsi per il 3,125% del totale delle azioni di Intercos esistenti prima dell’aumento di capitale a servizio dell’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Una decisione, quella di TIP, che avallava le voci di mercato che riferivano di una certa difficoltà che stavano incontrando i global coordinator a coprire l’intero importo dell’offerta dedicata ai soli investitori istituzionali.
TIP a oggi già possiede il 17,94% di Dafe 4000 srl, uno dei veicoli che fa capo al fondatore Dario Ferrari. Dafe 4000 srl controlla il 41,17% di Intercos ed è l’unico dei veicoli che non avrebbe venduto azioni in ipo. L’offerta aveva per oggetto un massimo di 48,42 milioni di azioni, corrispondenti al 44,18% del capitale sociale post offerta ( 48,60% se fosse stata esercitata completamente la greenshoe), di cui un massimo di 18,28 milioni di nuove azioni offerte in aumento di capitale in sottoscrizione dalla società e un massimo di 30,14 milioni di azioni offerte in vendita da Dafe 3000 srl e Dafe 5000 srl, le altre società controllate da Ferrari.
Il capitale del gruppo produttore di cosmetici in conto terzi erastato valutato tra un minimo di 319,6 milioni e un massimo di 410,9 milioni di euro, a cui corrispondeva una forchetta di prezzo di 3,50-4,50 euro per azione.