Procede la discussione sulle revisioni del Regolamento Ue sugli ELTIF. In vista della discussione in sede di Parlamento Ue, infatti, nelle scorse settimane il Consiglio Ue ha pubblicato la sua posizione sul tema (si veda qui il comunicato stampa e qui il testo della posizione).
La mossa del Consiglio segue quella dello scorso novembre 2021 della Commissione europea che ha adottato un pacchetto di nuove misure in tema di Capital Markets Union, che riguardano, tra l’altro, proprio una revisione al regolamento sugli ELTIF, in particolare prevedendo l’eliminazione della soglia minima di accesso di 10 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
La nota del Consiglio Ue precisa che il riesame dovrebbe sbloccare il potenziale non sfruttato per mobilitare capitali per il finanziamento di progetti a lungo termine e consentirà:
1) di rendere la creazione degli ELTIF più attraente per i gestori, aggiornando l’ambito di applicazione delle attività e degli investimenti ammissibili, gli obblighi in materia di composizione e diversificazione del portafoglio, l’assunzione in prestito di liquidità e altre norme sui fondi, gli obblighi relativi all’autorizzazione, alle politiche di investimento e alle condizioni di esercizio degli ELTIF;
e 2) di agevolare l’investimento negli ELTIF da parte degli investitori al dettaglio, in particolare grazie all’eliminazione della soglia minima di investimento di 10 mila euro, sempre con la garanzia di una solida tutela degli investitori.
Nella sua posizione il Consiglio ha sottolineato tre priorità:
1) convogliare maggiori finanziamenti verso le pmi e i progetti a lungo termine, anche rimuovendo i vincoli esistenti sulla composizione del portafoglio degli ELTIF, in particolare per quelli distribuiti esclusivamente agli investitori professionali;
2) rafforzare il ruolo degli investitori al dettaglio aumentando ai loro occhi l’attrattiva degli ELTIF ed eliminando le barriere all’ingresso che non tenevano conto del profilo e degli obiettivi di ciascun investitore;
3) mantenere standard elevati di tutela degli investitori e fornire agli investitori al dettaglio tutte le informazioni pertinenti affinché possano prendere decisioni informate.
Ricordiamo che gli Eltif sono stati lanciati in Europa nel 2011 ma introdotti in Italia nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora, molta strada è stata percorsa e i principali operatori ne hanno lanciati sempre di più, dando modo al risparmio privato di avvicinarsi al capitale e al debito di aziende non quotate (si veda altro articolo di BeBeez). L’esperienza italiana, infatti, mostra che gli incentivi fiscali possono essere un volano importante di crescita per il mercato degli Eltif.
In occasione del pubblicazione della proposta di revisione del Regolamento da parte della Commissione, in uno studio a supporto della proposta regolamentare, la Commissione aveva calcolato che fossero stati autorizzati alla commercializzazione in Europa 57 Eltif e che di questi ben 22 fossero distribuiti in Italia, che era il paese con il maggior numero di ELTIF distribuiti (si veda qui la presentazione della Commissione).
Sempre in tema di statistiche, secondo uno studio di Scope Ratings, diffuso lo scorso aprile, i capitali in gestione agli Eltif in Europa si collocavano in un range tra i 7,2 e i 7,7 miliardi di euro a fine 2021, in grande crescita dai 2,4 miliardi stimati a fine aprile 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Ma il dato più interessante dello studio è che la fetta di mercato più importante in termini di volumi è rappresentata dai 28 Eltif collocati in Italia (alcuni dei quali non di diritto italiano), che in totale hanno raggiunto 1,83 miliardi di euro, seguiti dagli Eltif collocati in Francia (1,61 miliardi) e poi a grande distanza da quelli collocati in Germania (870 milioni). Il numero degli Eltif di diritto italiano commercializzati solo in Italia è invece di 10, meno dei 18 Eltif di diritto francese e dei 23 di diritto lussemburghese.