I portali di equity crowdfunding in Italia dall’avvio della legge a oggi hanno raccolto 2,3 milioni di euro. Al momento i portali autorizzati da Consob sono 15, dei quali uno solo (Unicaseed) registrato all’elenco speciale, cioè quello riservato ai portali promossi da intermediari finanziari (in questo caso da Unicasim). Tuttavia i portali realmente operativi sono soltanto 7, perché gli altri non hanno ancora pubblicato alcun progetto.
Lo scrive MF-Milano Finanza in edicola da sabato 11 luglio, precisando che su questi portali sono stati pubblicati 25 progetti. Di questi solo 7 si sono chiusi con successo, mentre 10 si chiusi senza raggiungere il target e altri 8 sono attualmente in raccolta, di cui uno ha già superato la soglia minima di successo. I numeri, aggiornati allo scorso 4 luglio, sono dell’Osservatorio sull’Equity Crowdfunding del Politecnico di Milano e per il momento, quindi, non sono proprio brillanti, se confrontati con i dati internazionali. Anche se va sottolineato che, due mesi fa era stata raggiunta solo quota 1,76 milioni di raccolta dai portali italiani (si veda altro articolo di BeBeez) e che quindi una certa accelerazione nell’attività ultimamente c’è stata.
Nel suo European Alternative Finance Benchmarking Report, la Cambridge University spiega che peer-to-peer lending ed equity crowdfunding hanno raccolto quasi 3 miliardi di euro in Europa nel 2014 con una crescita del 144% dagli 1,2 miliardi al 2013 (si veda altro articolo di BeBeez). Un dato, quindi, in linea con quello registrato per le piattaforme europee da Massolution di 3,6 miliardi di dollari (appunto poco meno di 3 miliardi di euro al cambio medio del 2014). Escludendo il Regno Unito, che è il Paese leader sul fronte della finanza alternativa online, il mercato per il resto d’Europa è passato dai 338 milioni del 2013 ai 620 del 2014.
Il problema italiano è che l’attuale regolamento Consob sembra frenare gli investitori invece di agevolarli. Se è vero, infatti, che l’Investment Compact ha ampliato, come chiesto da molti, la rosa delle società finanziabili alle pmi innovative e agli operatori di private equity e di venture capital, è anche vero che gli addetti ai lavori continuano a segnalare una serie di altri punti da modificare sia a livello normativo sia a livello di regolamento Consob, ritenuti cruciali per far partire davvero il mercato.
Ma Giancarlo Giudici, Professore associato di Finanza Aziendale al Politecnico di Milano e responsabile dell’Osservatorio Crowdfunding, sottolinea a MF-Milano Finanza che” il mercato stenta a decollare non solo perché il regolamento Consob andrebbe rivisto su alcuni punti (per esempio alzare soglia per profilazione Mifid e semplificare la burocrazia), così come osservato dall’Aiec (si veda più sotto, ndr), ma anche perché spesso le startup che chiedono capitali, lo fanno sulla base di valutazioni troppo elevate e utilizzando lo stesso approccio che si avrebbe se si trattasse con operatori di venture capital, dimenticando invece che l’investitore retail che investe tramite portale ha scarso potere contrattuale e possibilità di negoziare patti con gli azionisti. Inoltre spesso le proposte delle startup poco attraenti per il pubblico come tipologia di progetti. Mancano innovazioni virali. Non a caso diversi progetti raccolgono zero in molti giorni”. Infine, aggiunge Giudici, “ fra i gestori dei portali mancano player con spalle robuste per investire nello startup di questa nuova industria”
La Consob, con la scusa di dover recepire nel Regolamento le novità introdotte dall’Investment Compact, ha aperto a questo fine una consultazione pubblica per raccogliere le considerazioni del mercato (si veda altro articolo di BeBeez). La consultazione si è chiusa venerdì 10 luglio e tra settembre e ottobre è attesa quindi una bozza del nuovo Regolamento sulla quale si aprirà una nuova consultazione pubblica.
L’Aiec, l’Associazione Italiana Equity Crowdfunding, che raccoglie 11 delle piattaforme di equity crowdfunding autorizzate da Consob, ha rilasciato un documento per illustrare in maniera ufficiale e sistematica i propri suggerimenti per migliorare il regolamento (scarica qui la sintesi del documento Aiec). A questo proposito si veda qui il commento integrale del presidente dell’Aiec, Alessandro Lerro (un estratto è stato pubblicato su MF-Milano Finanza in edicola da sabato 11 luglio).
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