Da inizio anno a oggi nel mondo sono state annunciate operazioni di m&a per un controvalore equivalente a mille miliardi di dollari. Il calcolo è di Bloomberg e lo riferisce MF-Milano Finanza in edicola da sabato 3 maggio, in un articolo dedicato alla febbre da m&a che si è scatenata nel mondo negli ultimi mesi e che sottolinea che, seppure con numeri diversi, l’Italia si colloca perfettamente in questo trend di recupero generalizzato dell’attività di m&a, favorito da un ritorno della fiducia nel nostro Paese da parte degli investitori internazionali sia di stampo industriale sia di stampo finanziario. Un ritorno di fiducia che già si era iniziato a riscontrare nella seconda parte del 2013 e che si riflette anche in un aumento delle valutazioni delle aziende oggetto delle operazioni, in netto aumento in termini di multipli sia del fatturato sia dell’ebitda.
Proprio per il sempre maggiore interesse che le nostre aziende buone stanno attraendo, i prezzi stanno crescendo. Secondo i calcoli di Fineurop Soditic, la società di consulenza guidata da Eugenio Morpurgo, da inizio anno le operazioni di m&a hanno avuto come base valutazioni aziendali in media pari a 9,1 volte l’ebitda e 1,7 volte il fatturato, in aumento dalle 8,4 volte l’ebitda e dalle 1,5 volte il fatturato nel 2013, multipli che già aveva segnato un rialzo rispetto a quelli del 2012.
Tornando ai dati globali, Bloomberg sottolinea che quest’anno la soglia dei mille miliardi di dollari di operazioni di m&a è stata toccata ben 54 giorni prima di quanto sia accaduto nel 2013, soprattutto grazie a una concentrazione di operazioni annunciate in aprile per un totale di 300 miliardi, senza contare 175 miliardi di offerte di acquisto che sono invece state respinte o che stanno ancora aspettando una risposta da parte delle società target. Per esempio entra nel calcolo l’operazione a tre appena annunciata che vedrà l’elvetica Novartis rilevare la divisione oncologica di GlaxoSmithKline e contemporaneamente cedere il business cure per gli animali all’americana Eli Lilly, mentre non vi rientra l’ipotesi di un’offerta da parte della statunitense Pfizer per rilevare per 60 miliardi di sterline la rivale britannica Astra-Zeneca.
Sempre MF-Milano FInanza riferisce che, scondo i calcoli di Dealogic, da inizio anno a fine aprile sono stati annunciati 13 mega-deal, cioè operazioni del valore superiore a 10 miliardi di dollari, per un controvalore complessivo equivalente di 318,6 miliardi, in aumento del 75% dai 182,1 miliardi dei primi quattro mesi del 2013 (si veda il grafico qui a fianco). La cifra è la più alta registrata nel periodo dal 2007 (505,6 miliardi di dollari spalmati su 19 operazioni). Per contro, le operazioni più piccole, cioè quelle del valore sino a 500 milioni di dollari, hanno raggiunto quota 245,5 miliardi per 4.883 deal e si tratta della cifra più bassa registrata dal 2009 (178,4 miliardi per 5.857 deal).
Tornando ai mega-deal, l’m&a annunciato nel settore telecom ha raggiunto quota 114, 2 miliardi di dollari di valore mentre quello nel settore healtcare ha toccato i 102,2 miliardi. E questo grazie in primo luogo, rispettivamente, all’acquisizione di Time Warner Cable annunciata da Comcast lo scorso febbraio (69,8 miliardi di dollari) e all’offerta di Valeant Pharmaceutical International per Allergan per 47,5 miliardi annunciata pochi giorni fa.
Sempre Dealogic ha calcolato che nei primi quattro mesi del 2014 l’m&a promosso da investitori finanziari (soprattutto fondi chiusi di real estate, fondi di private equity e fondi hedge) ha raggiunto quota 174,2 miliardi di dollari, in aumento del 16% dai 149,8 miliardi del 2013 e al massimo dal 2007 (322,2 miliardi). Per contro, il numero di operazioni si è ridotto a 786, il minimo dal 2003 (630 deal), in calo del 13% dalle 903 operazioni dello stesso periodo del 2013.
La maggior parte dei deal condotti da investitori finanziari nel mondo ha riguardato il settore del real estate con 18,6 miliardi di dollari di controvalore, seguito da tecnologia e telecom, con 17,9 miliardi ciascuno.
Restringendo l’ottica all’Europa, l’m&a condotto da acquirenti europei ha raggiunto quota 217,1 miliardi di dollari nel primo trimestre, in aumento del 56% dai 139,2 miliardi del primo trimestre 2013 e ai massimi dal 2008 (283,3 miliardi). Anche in questo caso, però, il numero delle operazioni si è ridotto ai minimi dal 1999 (2.205 deal).
Più nel dettaglio l’m&a di acquirenti europei su target europei è a sua volta aumento del 48% in termini di valore a 176,2 miliardi, ai massimi di periodo dal 2008 (237 miliardi). E anche in Europa il settore più attivo è stato quello tlc con 74 miliardi di dollari di deal annunciati nel trimestre coinvolgendo quattro quinti delle operazioni.