Fallimenti in calo nel primo trimestre dell’anno. Secondo i calcoli di Cerved, sono fallite soltanto 2945 (-4,6% rispetto ai 3.087 del primo trimestre 2017), confermando il trend positivo, in atto da dieci trimestri, che ha portato i default sui livelli dei primi anni Duemila (scarica qui il report di Cerved).
Si tratta del valore più basso osservato nei primi tre mesi dell’anno dal 2010. Il calo ha riguardato tutte le tipologie di imprese, con una riduzione dei fallimenti del 6,2% su base annua tra le società di persone (da 337 a 316), del 2,4% tra le società di capitali (da 2.278 a 2.224) e del 14,2% tra le ditte individuali e tra le imprese organizzate in altre forme giuridiche (da 472 a 405).
Questo miglioramento non ha però riguardato tutta la Penisola: i fallimenti sono infatti tornati ad aumentare nel Mezzogiorno, con peggioramenti che hanno riguardato Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia. Da segnalare per contro che Nel Nord Est sono fallite solo 468 imprese nel primo trimestre del 2018, con un calo di ben il 16% dalle 558 del primo trimestre 2017.
Prosegue a ritmi sostenuti il calo delle procedure concorsuali non fallimentari: nel primo trimestre ne sono state aperte 370, il 16% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. All’origine di questo miglioramento, la forte diminuzione dei concordati preventivi: solo 112 domande tra gennaio e marzo, -35% su base annua e un livello molto distante dal picco osservato nel 2014 (oltre 500 domande). Le statistiche indicano che risulta in forte calo anche il ricorso al cd “concordato in bianco”, lo strumento che permette di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di presentare un piano di risanamento ed entrare nel concordato preventivo vero e proprio: tra gennaio e marzo 2018 sono state presentate 330 domande di preconcordato, -24,5% rispetto all’anno precedente e livello minimo da quando è stato introdotto lo strumento. Aumentano invece le liquidazioni coatte amministrative (182, +3,4%), soprattutto a causa degli aumenti dei default osservati tra le cooperative.
Il trend confermato in questa prima parte dell’anno su fallimenti e procedure concorsuali non stupisce, se si pensa che anche dall’ultimo Outlook Abi-Cerved sulle sofferenze delle imprese pubblicato lo scorso febbraio emergeva che nel corso del 2017, per il primo anno dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, è diminuito lo stock di sofferenze accumulate dalle banche italiane, che in termini lordi si erano quintuplicate tra 2008 e 2016 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ipotizzando che l’economia italiana proseguirà la crescita nel 2018 allo stesso ritmo di quello del 2017 (+1,5%), con una lieve accelerazione nel 2019 (+1,6%), i modelli Abi-Cerved indicano che la discesa dei tassi di ingresso in sofferenza proseguirà nel prossimo biennio, con una riduzione più marcata nel 2018 (dal 3,2% al 2,5%) e un leggero rallentamento nel 2019 (al 2,1%), quando i tassi saranno tornati più vicini ai livelli pre-crisi.
Detto questo, resta vero che il peso sui bilanci delle banche dei crediti deteriorati classificati come inadempienze probabili (unlikely -to-pay) e scaduti (past due) da quest’anno aumenta, come conseguenza dell’applicazione del nuovo principio contabile internazionale IFRS9 e che quindi c’è sempre più spazio per l’intervento di operatori specializzati nel turnaround aziendale (su questo tema si veda altro articolo di BeBeez).
L’argomento sarà affrontato il prossimo 31 maggio a Milano, in occasione del convegno organizzato
da Leanus e BeBeez sul processo del credito tra vincoli regolamentari ed esigenze commerciali
Per informazioni e iscrizioni, clicca qui