Inversione di tendenza per il mercato mondiale delle ipo, che, dopo un 2021 da record, ha subìto nel 2022 una significativa contrazione sia in termini di volume (-45%, con solo 1.333 ipo realizzate), sia per quanto riguarda la raccolta di capitali (-61%, pari nel 2022 soltanto a 179,5 miliardi di dollari). Sono questi i dati emersi dall”EY Global ipo Trends 2022 (si vedano qui il comunicato stampa e qui il report completo), che sottolinea anche il crollo nel numero di quotazioni di unicorni, cioé scaleup valutate almeno un miliardo di dollari; il calo delle quotazioni di società prima in portafoglio a fondi di private equity; e un numero sempre minore sia di nuove quotazioni di SPAC sia di business combination con SPAC.
Tornando ai numeri globali, la ricerca ha comunque evidenziato un aumento del 16% del numero di ipo rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia, con l’area dell’Asia-Pacifico che ha rappresentato il 67% della raccolta delle ipo mondiali. A livello geografico, in Europa l’attività di ipo è diminuita del 78%, con sole 149 quotazioni nel 2022 contro le 503 del 2021, e 18 miliardi di dollari di raccolta contro gli 81 miliardi precedenti. Complessivamente, per quanto riguarda l’area EMEIA (Europe, Middle East, India and Africa), si è registrata una diminuzione del 53% e del 55% rispettivamente per numero e raccolta, con 358 operazioni che hanno raccolto 49,9 miliardi di dollari.
Guardando solo all’Italia, le ipo hanno registrato un trend simile a quello globale, consuntivandone 26 per una raccolta di circa 1,4 miliardi di euro, di cui solo 6 con una raccolta di 35 milioni nel quarto trimestre 2022, rispetto alle 24 ipo e a una raccolta di circa 1,6 miliardi nello stesso periodo del 2021. Inoltre, quest’anno, le ipo in Italia hanno riguardato prevalentemente società di medio-piccole dimensione, a esclusione di un paio di operazioni di grandi dimensioni concluse nella prima parte dell’anno.
“L’anno record registrato nel 2021 per le ipo ha lasciato il posto quest’anno a una forte riduzione, prevalentemente attribuibile alle incertezze e alla crescente volatilità connesse alle tensioni geopolitiche internazionali, alle criticità dello scenario energetico, all’aumento dell’inflazione e all’accelerazione nella crescita dei tassi di interesse che hanno caratterizzato il contesto macroeconomico fin dai primi mesi del 2022”, ha commentato Paolo Aimino, ipo e capital markets leader di EY in Italia, che ha aggiunto: “L’indebolimento dei mercati azionari delle valutazioni e delle performance post-ipo ha ulteriormente scoraggiato l’interesse degli investitori. Mentre la pipeline continua a crescere, molte aziende aspettano il momento giusto per rilanciare i loro progetti di ipo. È interessante osservare come, con la crescente liquidità del mercato, gli investitori, meno avversi al rischio, favoriscano le aziende più resilienti e con i migliori fondamentali, insieme a quelle attive nell’implementazione dei programmi ESG”.
Tornando ai dati globali di EY, ma con un focus sulle statistiche di sbarco in Borsa degli unicorni, si è registrato come detto sopra un brusco calo delle ipo, che sono state solo 13 nel 2022 dalle 79 del 2021, per una raccolta di soli 5,3 miliardi dai ben 82,9 miliardi dell’anno prima. Il crollo è stato causato sia dai trend negativi dei mercati azionari statunitensi, sia dalle sottoperformance post-ipo degli stessi unicorni: il 91% delle ipo degli unicorni quotati dal 2021 stanno infatti oggi quotando al di sotto del loro prezzo di collocamento. Ma non solo. A pesare sulla statistica è stata anche la contrazione nel numero di ipo nel settore tech. Pur risultando, infatti, il settore più rappresentato, con un numero di ipo pari al 23% del totale mappato da EY, le ipo delle tech sono state solo 310 nel 2022 per 35,2 miliardi di dollari raccolti dalle 631 del 2021 per 149,1 miliardi. In particolare, le società di software hanno visto crollare la raccolta del 92%, passando da oltre 120 miliardi di dollari nel 2021 a meno di 10 miliardi nelle ultime settimane del 2022. Per la prima volta dal 2010, le società con focus sulla catena del valore dei semiconduttori, compreso il segmento del capital equipment, hanno invece conquistato il primo posto tra le raccolte tech con 15 miliardi di dollari nel 2022.
Quanto all’attività di disinvestimento dei fondi di private equity, nel 2022 hanno preso la via della Borsa aziende che hanno raccolto soltanto 7,7 miliardi di dollari contro i 114,1 miliardi del 2021. E anche le ipo delle Spac nel 2022 sono state solo 155 in totale (-77% dal 2021), mentre la loro raccolta è stata pari a 16,5 miliardi (-90%). Nella sola area EMEIA, le ipo di Spac sono state 23 (-48%) e la loro raccolta è stata di 1,8 miliardi (-80%). Per quanto riguarda il numero delle business combination annunciate dalle SPAC, questo è stato pari a 198 (-27%), mentre il valore delle operazioni di fusione è stato di 118,8 miliardi (-79%).