Milano risulta la prima città italiana per sviluppo del territorio e leader in Europa tanto che quest’anno si prevede la vendita di 30 mila case, il 5% in più rispetto all’anno scorso.
Lo dice il Rapporto 2023 sul mercato immobiliare della città di Milano “Winning mix”, presentato ieri da Scenari Immobiliari e Nhood che ha anche affrontato il tema del partenariato pubblico privato come risorsa per la rigenerazione urbana (si veda qui il comunicato stampa).
Milano si proietta verso un futuro di notevole crescita del territorio metropolitano, che nei prossimi dieci anni trascinerà l’intero mercato immobiliare nazionale, dice il Rapporto.
Il capoluogo meneghino è la prima metropoli italiana per sviluppo del territorio con 23,5 milioni di metri quadrati di edificabilità potenziale al 2035 nella città metropolitana e 5,1 milioni di metri quadrati a Milano, con un impatto potenziale di valore aggiunto sul mercato immobiliare rispettivamente di 50 miliardi di euro e 19,5 miliardi di euro.
“Le dimensioni nella trasformazione urbana sono importanti per raccogliere l’interesse dei grandi operatori nazionali e internazionali. Che qui trovano occasioni importanti ma anche aspettative di ritorno degli investimenti”, ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. Nel 2023 nella città di Milano si prevede che saranno vendute trentamila case con una crescita del 5% in un anno e di oltre il 15% sul 2019.
Il fatturato del comparto residenziale supererà i 12 miliardi di euro, con un incremento del 4% sugli oltre 11,5 miliardi dell’anno scorso e del 16% circa sugli ultimi 5 anni. Con questa cifra il mercato milanese consolida il suo ruolo leader in Italia e si colloca ai primi posti in Europa.
Per quanto riguarda i prezzi, nel capoluogo lombardo superano ampiamente qualsiasi altra realtà nazionale e sono superiori ai 9.600 euro nelle zone centrali, ai 5.400 euro nelle zone semicentrali e ai 3.300 euro nelle zone periferiche. Le previsioni per quest’anno sono di ulteriore crescita intorno al 6% medio, il doppio di quanto previsto per l’Italia.
“Analizzare, come facciamo da tanti anni, l’evoluzione del territorio e del mercato immobiliare milanese, è importante per capire come si muoverà il nostro Paese. Almeno dal 2015, Milano è un importante laboratorio di innovazione e introduce modelli utili per tutti gli operatori. I mercati milanese e lombardo sono resilienti perché l’economia è forte e la capacità di attrazione continua ad essere elevata”, ha aggiunto Breglia.
In questo scenario di espansione, l’utilizzo della formula PPP, partenariato pubblico-privato, potrebbe rivelarsi uno strumento utile per lo sviluppo futuro, producendo un incremento del valore aggiunto immobiliare di oltre il 15% dice il rapporto.
La città di Milano e il suo più vasto territorio amministrativo metropolitano, dice il rapporto, dispongono di tutti quegli elementi fisici, urbani, infrastrutturali, economici, sociali e di governance che possono contribuire allo sviluppo di processi innovativi di partenariato pubblico-privato in grado di contribuire all’evoluzione qualitativa e quantitativa del tessuto economico, sociale e metropolitano.
“L’utilizzo dello strumento del partenariato pubblico-privato, se ben articolato e strutturato, grazie alla condivisione dei rischi e alla riduzione degli stessi per ogni attore coinvolto, potrebbe rappresentare la parte più concreta dello sviluppo futuro, trainante e sollecitatrice di ulteriori trasformazioni, producente un incremento del valore aggiunto immobiliare di oltre il 15 per cento”, ha commentato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari. “La collaborazione tra governo pubblico, interventi privati e forme emergenti di innovazione sociale richiede un ripensamento delle relazioni tra istituzioni, società civile e privati, riconoscendo le capacità di quest’ultimi di trattare efficacemente problemi collettivi”, ha aggiunto.
Secondo il rapporto, esistono altre potenzialità di sviluppo, proprio anche con un utilizzo appropriato del PPP, per l’area città metropolitana di Milano e per la stessa città meneghina, se si considerano anche la riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana.
Nell’intero territorio allargato della Città metropolitana di Milano, complessivamente gli ambiti di riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana interessano una superficie di quasi 50 kmq, in grado di generare potenzialmente una superficie lorda di 23,5 milioni di mq, concentrata per poco più del 40% in funzioni urbane di natura residenziale (9,8 milioni di mq) e per poco più di un terzo logistico-produttiva (7,9 milioni di mq). Le potenzialità di sviluppo relative al settore residenziale e alle diverse attività economiche permetteranno, le prime di offrire una nuova abitazione a quasi 200 mila abitanti teorici, pari a poco meno di 90 mila nuclei familiari, le seconde di ospitare poco più di 100 mila posti di lavoro. Si stima un impatto sul mercato immobiliare di circa 50 miliardi di euro di valore aggiunto, concentrato per due terzi nel comparto residenziale.
Invece, per il solo ambito della città di Milano gli ambiti di riqualificazione edilizia e di rigenerazione urbana interessano una superficie territoriale di circa 9,5 kmq e una superficie lorda pari a poco più di 5 milioni di metri quadrati, concentrata per poco meno della metà nel comparto residenziale (2,35 milioni di mq), per un terzo nel direzionale (1,5 milioni di mq) e per poco meno del 10 per cento in quello commerciale (460 mila mq). Si stima un impatto sul mercato immobiliare di circa 19,5 miliardi di euro di valore aggiunto concentrato per quasi il 60 per cento nel comparto residenziale.
Queste nuove superfici incrementerebbero l’offerta immobiliare metropolitana, con importanti ricadute indirette e indotte di natura sociale ed economica. Il valore aggiunto immobiliare sarebbe pari a circa 7,8 miliardi di euro (+15%) con ulteriori potenziali ricadute indirette e indotte sui contesti territoriali e urbani di riferimento, stimabili in circa 5,5 miliardi di euro e derivanti dallo sviluppo della rete infrastrutturale e dei servizi di interesse collettivo di livello locale e sovralocale.
Quindi la città di Milano e il suo più vasto territorio amministrativo metropolitano disporrebbero, secondo l’indagine, di tutti quegli elementi fisici, urbani, infrastrutturali, economici, sociali e di governance che possono contribuire allo sviluppo di processi innovativi di partenariato pubblico-privato in grado di contribuire all’evoluzione qualitativa e quantitativa del tessuto economico, sociale e metropolitano.