I business angel si sono dati da fare nel 2014 in Italia, con investimenti per ben 46 milioni di euro, un valore in aumento del 45% dal 2013.
Il dato emerge dalla Survey IBAN 2014 (scarica qui la Survey Iban), la consueta analisi sul mercato italiano dell’informal venture condotta da Vincenzo Capizzi, docente della Sda Bocconi, e presentata nei giorni scorsi alla XVI Convention di IBAN (Italian Business Angels Network) alla quale hanno risposto 279 business angel.
Il numero delle operazioni dei business angel è sceso a 135 dalle 324 del 2013 ed è di conseguenza aumentato il taglio medio degli investimenti, passato a 351mila euro dai 98mila dell’anno prima. I settori che hanno catalizzato la maggior parte degli investimenti sono stati l’Ict (40%), il terziario avanzato (15%, il commercio e distribuzione (10%).
Sicuramente le norme che incentivano investimenti in startup stanno iniziando a dare frutti”, ha commentato Paolo Anselmo, Presidente di IBAN.
Più nel dettaglio, il 60% degli investimenti è stato finalizzato all’acquisto di equity, il 37% al finanziamento soci e il 3% come garanzia bancaria. In linea con gli anni passati, la maggior parte delle imprese finanziate vengono dal Nord Italia, di cui il 47% ancora in fase pre-seed o seed, mentre il 43% in fase di start up. Significativo l’aumento di operazioni superiori ai 300 mila euro, circa un terzo nel 2014 contro l’11% nel 2013. Al contempo calano gli investimenti di importo inferiore, che, pur rappresentando ancora la metà delle operazioni (45%), lo scorso anno erano la netta maggioranza (68%).
Disinvestimenti Solo il 4% del campione ha dichiarato di aver portato a termine almeno un disinvestimento nel 2014, prevalentemente da start up del settore energie rinnovabili seguito da quello sanitario e apparecchiature medicali. Le exit, in media, si verificano 3 anni e 3 mesi dopo l’investimento e avvengono prevalentemente sotto forma di vendita ad altri investitori e vendita al team imprenditoriale (40% in entrambi i casi). Si registra, inoltre, un 20% di cessazione attività.
Il profilo e le caratteristiche del business angel tipico non sono cambiate negli ultimi anni. Dalla ricerca emerge, infatti, che il business angel italiano è un imprenditore con un passato da manager, un’età che varia tra 30 e 50 anni, laureato, affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia, con un patrimonio inferiore ai 2 milioni di euro, di cui circa il 10% dedicato a investimenti in start up.
Sempre in occasione della convention IBAN si è svolta anche la cerimonia di consegna del Premio Business Angel of The Year 2015, che è stato assegnato ex aequo a Sabrina Federzoni, Sergio Marini e Federico Poletti.
Il Premio Club Investing of The Year è andato invece ex aequo a Club degli Investitori e Custodi di Successo. Il Premio Corporate Venturing è stato assegnato ex aequo alla Finanziaria Regionale Abruzzese e a UniCredit. Il Premio Facilitator of the Year è stato consegnato a Industrio Ventures srl. Il Premio Speciale Bnl è stato asseganto a Sabrina Federzoni, Sergio Marini e Federico Poletti. Infine IBAN a fronte della qualità e del numero di operazioni di investimento in startup condotte da Fausta Pavesio dal 2012 al 2014 le ha asseganto, in via straordinaria, un premio speciale nella categoria Business angel of the year.