I business angel italiani, nel 2022, hanno partecipato, in autonomia e in syndication con i fondi di Venture Capital, ad operazioni di investimento in startup italiane e in startup estere con fondatori italiani per oltre 1,6 miliardi di euro, registrando un +77% sul 2021. Un dato, che è addirittura più quadruplicato in tre anni, considerando la cifra registrata nel 2020 di 376 milioni di euro.
Lo rileva il survey annuale di IBAN (Italian Business Angels Network 2023), analisi del mercato italiano dell’informal venture capital o angel investing condotto dall’Associazione italiana dei Business Angel e con la supervisione di Vincenzo Capizzi dell’Università del Piemonte Orientale e della SDA Bocconi (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio sono diminuite le operazioni ma aumentati gli importi medi investiti. Rispetto al 2021 infatti, i business angel hanno investito in autonomia nelle startup 83 mln di euro per 75 operazioni di investimento, rispetto ai 91 mln di euro per 100 operazioni del 2021. I dati però evidenziano come le operazioni, pur in calo da un punto di vista numerico, siano state mediamente di dimensioni maggiori di quanto registrato nel 2021. Per contro, si conferma prevalente per i business angel italiani il trend dell’investimento in syndication con i fondi di VC, che rappresenta la quasi totalità delle operazioni monitorate dal Survey IBAN e dimostra che questo tipo di investimento negli ultimi tre anni è addirittura quintuplicato, registrando un complessivo di 1,5 mld di euro, rispetto agli 812 mln del 2021 e ai 325 del 2020. Così come anche il numero di questo tipo di operazioni è aumentato, raggiungendo le 153 dopo che nel 2021 si erano fermate a 116.
I business angel si uniscono in cordate per aumentare l’apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione.
Un altro dato rilevante è che il 70% degli investitori abbia applicato criteri di valutazione ESG oppure di impact investing nel valutare le opportunità di investimento, confermando una tendenza ormai assodata. Per quanto riguarda, invece, i principali settori di investimento, quello di maggiore interesse per i business angel si conferma essere quello l’Ict, il cui peso è in costante crescita negli ultimi anni, in particolare un peso maggiore lo hanno gli investimenti in startup che propongono servizi tecnologici rivolti alle imprese rispetto a quelle riguardanti servizi rivolti ai privati. Alle spalle del settore Ict (36%) seguono gli investimenti negli altri servizi (11%), tra cui edutech, healthcare (9%), alimentare (8%), che vede foodtech e agritech in aggiunta alla ristorazione.
Ricordiamo che nel 2021 i business angel italiani avevano partecipato ad operazioni di investimento pari a 935 milioni di euro, in autonomia o in syndication (si veda altro articolo di BeBeez/). Una crescita, dunque quella del segmento dei business angel, come quella del crowdfunding, che è proceduta di anno in anno con cifre doppie, negli ultimi tre anni, considerando che, nel 2020 gli investimenti avevano di poco oltrepassato i 400 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Paolo Anselmo, presidente di IBAN, ha commentato: “Il 2022 conferma una crescita decisa e importante per i business angel in Italia. I business angel italiani sono protagonisti del venture capital più di quelli di altri paesi europei come la Francia: nel 2022 infatti i business angel francesi hanno investito in autonomia circa 66 mln di euro, mentre in Italia questa cifra è stata di oltre 83 mln di euro”.