Aumenta il numero delle reti d’impresa in Italia: al 3 settembre 2019 erano in essere 5.698 reti d’impresa che coinvolgevano 34.032 imprese, in aumento da 5.639 reti (di cui 838 con soggettività giuridica) e 33.828 imprese partecipanti rilevati nell’agosto scorso (+59 contratti e +204 imprese in rete). Lo dicono i dati InfoCamere, rielaborati da AssoretiPmi (Associazione Reti di Imprese pmi).
Il numero dei contratti di rete è esploso dal settembre 2015, quando erano solo 2.348, a fronte di 11.879 imprese partecipanti. Il grafico sopra mostra l’incremento delle reti d’impresa nel quadriennio 2015-2019. Il boom è ancora più evidente se si confrontano i dati con quelli dell’ottobre 2014, raccolti dal 5° Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa: all’epoca risultavano registrati in Camera di Commercio solo 1.770 contratti di rete in cui erano coinvolte 9.129 imprese. Di queste 1.226 (il 13,4% del totale) erano inserite all’interno di 173 reti con soggettività giuridica (si veda altro articolo di BeBeez).
La rete d’impresa rappresenta uno strumento giuridico-economico di cooperazione fra imprese che, attraverso la sottoscrizione di un contratto (detto appunto “Contratto di rete”), si impegnano reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare in forme ed ambiti attinenti alle proprie attività, scambiando informazioni e/o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica e/o realizzando in comune determinate attività relative all’oggetto di ciascuna impresa. Le reti d’impresa possono essere reti-contratto o reti-soggetto.
La rete-contratto, introdotta dal DL n. 5/2009, ha lo scopo di consentire agli imprenditori di collaborare sulla base di un programma comune e di obiettivi strategici di competitività e innovazione, mantenendo ciascuno la propria autonomia e indipendenza, senza costituire un nuovo soggetto giuridico. In questo caso, avendo mera natura negoziale, il contratto è iscritto nella sezione del Registro Imprese presso cui è iscritto ciascun partecipante alla rete.
La rete-soggetto, disciplinata nel 2012, costituisce invece un nuovo soggetto giuridico, in quanto tale autonomo centro di imputazione sul piano giuridico e tributario, e deve obbligatoriamente essere dotata di fondo patrimoniale e organo comune. La rete, per acquisire soggettività, deve essere iscritta nella sezione ordinaria del Registro Imprese presso cui è stabilità la sua sede.
Il Report sulle reti di imprese in Italia del I semestre 2019 redatto da RetImpresa su dati InfoCamere mostra un tasso di crescita complessivo dell’8,2%, con un maggiore impulso nel mese di febbraio (+2%). I particolare, le reti-contratto sono salite del 9% su base semestrale mentre le reti-soggetto sono aumentate del 5%. Tra le due diverse tipologie di reti d’impresa previste dall’ordinamento, le reti-contratto si confermano la formula organizzativa preferita dagli imprenditori, rappresentando l’85% (4.357) del totale dei contratti di rete. Dal confronto con i tassi di crescita del primo semestre 2018 emerge che nei primi cinque mesi del 2019 la crescita è proseguita a ritmi leggermente più bassi rispetto all’anno precedente, mentre a giugno 2019 si è riscontrata una crescita più sostenuta (+1,5%) rispetto a quella del 2018 (+1,1%).
Le regioni col maggior numero di reti d’impresa sono Lazio, Lombardia e Veneto, anche se il loro incremento ha interessato tutte le regioni. Inoltre, il 76% delle reti presenta carattere uni-regionale, mentre il 24% coinvolge imprese di regioni diverse. A livello settoriale, i contratti di rete sono più diffusi nei settori agricoltura, silvicoltura e pesca (18%), nel commercio (16%) e nel manifatturiero (16%).