Parte delle 10 mila startup nate in occasione di Expo 2015 andrà incontro a difficoltà economiche e una su dieci fallirà entro il 2018 con un picco nel 2017. la maggior parte di queste saranno concentrate nel settore edile.
E’ la previsione di Euler Hermes, il colosso dell’assicurazione del credito del gruppo Allianz, che ai fini del calcolo del rischio di credito commerciale al quale sono esposti i suoi clienti, monitora costantemente lo stato di salute di centinaia di migliaia di pmi italiane ed estere.
In uno studio (scarica qui lo studio), pubblicato da MF Milano Finanza in edicola da sabato 25 ottobre, gli analisti di Euler Hermes precisano che le insolvenze delle imprese dovrebbero mantenere la tendenza a diminure avviata nel 2015 per la prima volta in 7 anni con -8% nel 2016, -10% nel 2017 e -8% nel 2018. Tuttavia esiste il rischio che la diminuzione delle attività sia maggiore del previsto. Nella peggiore delle ipotesi, potrebbero fallire fino a 3 mila imprese.
Lo scarto di 2 mila possibili fallimenti tra lo scenario base e la peggiore delle ipotesi è principalmente legato a due fattori, ha spiegato a MF-Milano Finanza l’economista Ana Boata, che ha curato l’analisi assieme al collega Andrea Pignagnoli. Il primo è la destinazione d’uso delle aree che ospitano Expo. Il governo ha annunciato che una parte sarà destinata a diventare un centro scientifico per attività di ricerca e sviluppo. Una soluzione che potrebbe avere un risvolto positivo in termini di innovazione futura, in particolare nella manifattura. “Riteniamo che il settore agroalimentare, il tessile e la meccanica siano i principali vincitori”, si legge nell’analisi. “L’impatto positivo sarà nel lungo termine”, spiega Boata.
L’altro fattore da tenere in considerazione concerne le previsioni economiche. Quelle di Euler Hermes sono più caute rispetto al consenso. La crescita del pil, comunque rivista al rialzo per via della domanda esterna, è stimata allo 0,7% nel 2015 e all’1,1% nel 2016. Nei calcoli non sono però stati però inclusi i numeri previsti dal Documento di economia e finanza e dalla manovra 2016, perché è ancora presto per valutare l’impatto delle misure previste.
In questo contesto l’impatto di Expo sulla crescita italiana è secondo l’analisi dello 0,1% del pil. Volendo dare un’ulteriore quantificazione degli effetti della manifestazione sull’economia italiana, Expo ha contribuito per circa il 20% all’aumento dei guadagni derivanti da esportazioni nel 2015, raddoppiati rispetto all’anno passato. Il grosso della crescita è dovuto per gran parte all’euro debole e all’aumento della domanda nei principali mercati di destinazione per le merci italiane. Dall’inizio dell’esposizione, il primo maggio, sono però stati esportati 3,5 miliardi di euro in più di merci e 600 milioni in più di servizi. In particolare questi ultimi sono senz’altro legati a Expo. L’ammontare totale dell’export di merci dovrebbe raggiungere quest’anno i 15 miliardi, rispetto agli 8 del 2014. Mentre per i servizi si parla di 6 miliardi contro 3.