La scaleup proptech Casavo ha chiuso il 2023 con un fatturato consolidato di 225 milioni di euro, in crescita dai 216 milioni del 2022. Resta ancora negativo l’ebitda, così come lo era stato nel 2022 (negativo per 28,8 milioni, veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), ma il break even è vicino. Ha dichiarato infatti ieri in una nota il founder e ceo Giorgio Tinacci: “Nonostante le sfide significative legate all’aumento dei tassi di interesse, la resilienza del team e la capacità di evolvere rapidamente ci hanno permesso di continuare il percorso verso la profittabilità. Rimaniamo fiduciosi di raggiungere questo obiettivo entro il 2025” (si veda qui il comunicato stampa). E questo perché Casavo sta transitando dal modello instant buyer a quello di marketplace.
Ricordiamo infatti che a fronte dei numeri di bilancio 2022, nel febbraio 2023 la proptech aveva annunciato che avrebbe ridotto di circa il 30% il team che allora contava in totale circa 500 persone, per ridurre i costi e accelerare il percorso verso il breakeven di bilancio (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre in quell’occasione Tinacci aveva spiegato che il modello di business andava cambiato e, in una lettera ai dipendenti pubblicata nel suo blog sul sito internet della società, aveva scritto: “In primo luogo, ridimensioneremo la nostra attività di iBuying, mantenendola solo come ‘cuneo redditizio’. Rimarrà al centro della nostra offerta di prodotti come proposta differenziante per attirare i venditori, ma data la volatilità del mercato, lo sforzo strategico per espanderla sarà minore. In secondo luogo, concentreremo i nostri sforzi e le nostre risorse sui mercati principali. Sospenderemo la generazione di business in alcuni mercati selezionati che non sono ancora redditizi o su scala ridotta, mentre investiremo maggiormente in quelli con un’elevata notorietà del marchio e un’esperienza di mercato. In terzo luogo, passeremo da una struttura di ‘crescita’ a una struttura di ‘redditività’”.
In coerenza con questo percorso, si legge nella nota diffusa ieri, nella prima metà del 2024 Casavo ha concluso la vendita del magazzino immobiliare residuo a bilancio, che alla fine del 2023 contava 98 unità per un valore pari a 36 milioni di euro. Casavo ha inoltre diminuito i costi di produzione di quasi il 40% in un anno, con ulteriori impatti positivi che si rifletteranno sul conto economico del 2024, conseguenza diretta non solo del passaggio a un modello di business e operativo “asset-light”, ma anche della decisione strategica di concentrarsi sui propri mercati principali.
Nel 2023 Casavo ha servito oltre 3.200 venditori e acquirenti, distribuendo quasi 5 milioni di euro in commissioni agli agenti immobiliari con cui collabora. L’obiettivo di Casavo è quello di continuare a espandere la propria base clienti e la propria rete di agenti partner, ridisegnando il futuro delle compravendite immobiliari. Per farlo, si sta concentrando sulla digitalizzazione del processo di vendita, evolvendo la propria offerta distintiva, basata su un servizio smart, semplice e trasparente.
Un percorso che sarà supportato dall’ultima iniezione di capitale fornita dagli investitori già soci della scaleup, che, come anticipato lo scorso marzo da BeBeez, hanno sottoscritto strumenti finanziari partecipativi del capitale per 20 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, annunciata ufficialmente ieri, ma appunto conclusa lo scorso marzo, è stata guidata da Unicredit, che ha sottoscritto SFP per 5 milioni di euro, come emerge dal verbale di assemblea straordinaria della società che si era tenuta lo scorso 23 febbraio (si veda qui la tabella Allegato A con tutti i titolari degli SFP, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Prosegue quindi la partnership di lungo periodo con UniCredit dopo il primo investimento di 10 milioni di euro nel 2022 e l’integrazione dallo scorso aprile della tecnologia Casavo all’interno dell’esperienza di compravendita immobiliare dei clienti UniCredit SubitoCasa. Tra gli altri investitori coinvolti nel round ci sono poi Exor (3,9 milioni di euro), Project A Opportunities III (2,5 milioni), Neva sgr e RSI SCS Sicav RAIF (con 2 milioni ciascuno) e 360 Capital (con 392 mila euro).
Questo apporto di capitale si configura come un’estensione strategica al round Serie D del luglio 2022, quando Casavo aveva raccolto un round da 400 milioni di euro(si veda altro articolo di BeBeez), che comprendeva un investimento di 100 milioni di euro di equity, guidato da Exor, già nel capitale di Casavo dal 2021, a cui si erano affiancati nuovi investitori, tra i quali Unicredit (che ha rivelato l’investimento soltanto a dicembre 2022, si veda altro articolo di BeBeez), Neva sgr (Gruppo Intesa Sanpaolo), Endeavor Catalyst, Hambro Perks, Fuse Ventures Partners e vari angel investor come Sébastien de Lafond (fondatore di MeilleursAgents); ma al round avevano partecipato anche i principali investitori già nel capitale della scaleup e cioé Greenoaks, Project A Ventures, 360 Capital, P101 sgr, Picus Capital e Bonsai Partners. Quanto alla quota di venture debt, da 300 milioni di euro, era stata raccolta anche questa volta per la maggior parte attraverso una cartolarizzazione, con Intesa Sanpaolo, Viola Credit e altri importanti istituti di credito che hanno sottoscritto le note asset-backed partly-paid e che si uniscono quindi a Goldman Sachs e a D.E. Shaw & Co, sottoscrittori delle note delle due precedenti cartolarizzazioni. A sottoscrivere la maggior parte degli strumenti partecipativi emessi era stata Unicredit (5 milioni di euro), seguita da Exor (per 3,9 milioni), Project A Opportunities III (per 2,5 milioni) e poi Neva sgr e RSI SCS Sicav RAIF (con 2 milioni ciascuno).