Energy Dome, startup italiana che ha brevettato una nuova batteria di elevata efficienza e durata, basata sul ciclo termodinamico e sull’utilizzo dell’anidride carbonica, in grado di ottimizzare lo stoccaggio e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ha ampliato di 15 milioni di euro il round di Serie B da 40 milioni chiuso lo scorso maggio, portando quindi il round a 55 milioni di euro complessivi (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, infatti, sono entrati ora nel capitale nuovi investitori. Tra questi c’è l’Innovation Development Oman Investments, la divisione venture capital dell’Oman Investment Authority, il fondo sovrano del Sultanato dell’Oman; con quest’ultimo Energy Dome ha inoltre firmato un memorandum d’intesa (MOU) per esplorare potenziali aree di collaborazione nel Sultanato dell’Oman. Tra i nuovi investitori ci sono poi anche Vopak Ventures, la divisione corporate venture capital della società leader a livello mondiale nello stoccaggio in serbatoi, Royal Vopak; e Investitori rappresentati da Sagana, una società di consulenza su investimenti d’impatto incentrati sul benessere umano e planetario. A questa seconda tranche del round hanno partecipato anche investitori esistenti e in particolare 360 Capital e CDP Venture Capital sgr, con quest’ultima che ha inaugurato in quell’occasione l’operatività del nuovo Green Transition Fund, da 250 milioni di euro, che utilizza risorse stanziate dall’UE tramite l’iniziativa NextGeneration EU con l’obiettivo di stimolare la crescita di un ecosistema di innovazione nei settori della transizione verde.
Ricordiamo che il round chiuso lo scorso maggio era stato guidato da ENI Next, la società di corporate venture capital di ENI, e da Neva sgr. Al round avevano partecipato anche i precedenti investitori di Energy Dome, tra i quali il Sustainable Impact Capital di Barclays; CDP Venture Capital sgr, attraverso il suo fondo Evoluzione; il multi-family office svizzero Novum Capital Partners; e 360 Capital. Al round avevano partecipato anche i nuovi investitori Japan Energy Fund, un fondo di venture capital specializzato in tecnologie per la transizione sostenibile che rappresenta entità come Biprogy, Enechange, Mitsui Sumitomo Trust Bank e Toshiba Energy System; ed Elemental Excelerator, un investitore non a scopo di lucro statunitense focalizzato a favorire la crescita di tecnologie CleanTech (si veda altro articolo di BeBeez).
In precedenza, Energy Dome nel luglio 2022 aveva chiuso un bridge round da 11 milioni di dollari strutturato come finanziamento convertibile, proprio in vista di questo successivo round di Serie B. Il bridge round era stato guidato dal fondo Evolution di CDP Venture Capital sgr e dal programma Sustainable Impact Capital di Barclays, già investitore in un round precedente. Al round aveva inoltre partecipato Novum Capital Partners, a sua volta già investitore di Energy Dome (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round seguiva quello di Serie A del novembre 2021, anch’esso di 11 milioni di dollari e guidato da 360 Capital, le stesse Barclays e Novum Capital Partners e Third Derivative (si veda altro articolo di BeBeez). Questo round di finanziamento porta il capitale complessivo raccolto da Energy Dome a circa 54 milioni di euro.
Fondata nel 2019 dall’imprenditore energetico seriale Claudio Spadacini, Energy Dome ha inventato e sviluppato la CO2 Battery, un sistema che rende l’accumulo di energia a lunga durata commercialmente competitivo. La società sta portando avanti una pipeline di progetti di oltre nove GWh per utility, produttori di energia indipendenti e aziende in cinque continenti.
Ora le nuove risorse consentiranno a Energy Dome di entrare in piena modalità di scalata commerciale su base globale e serviranno anche per completare il progetto di Energy Dome da 20 MW, 200 MWh CO2 Battery, in fase di sviluppo, che l’azienda prevede di rendere operativo entro la fine del 2024.
“Sono lieto di dare un caloroso benvenuto ai nostri nuovi investitori che si uniscono a Energy Dome nella nostra missione di decarbonizzazione della rete. La nostra tecnologia può svolgere un ruolo chiave nel consentire all’umanità di affrontare l’urgenza del cambiamento climatico senza aspettare il 2030”, ha dichiarato il founder e ceo Claudio Spadacini, che ha aggiunto: “Offriamo ai nostri clienti flessibilità e qualità senza eguali. Secondo la formula Storage-as-a-Service sarà possibile stipulare accordi a lungo termine con Energy Dome, dove rimarremo i proprietari, finanzieremo, costruiremo e gestiremo la CO2 Batery per conto dei clienti stessi. Ciò consentirà loro di disporre di energia continua, pulita e conveniente, molto al di sotto del costo di tecnologie di accumulo basate, ad esempio, su sistemi di pompaggio idrico o che utilizzano il litio. In alternativa, il cliente può anche scegliere di acquistare la CO2 Batery direttamente da Energy Dome. Quest’ultima formula, denominata OEM (Original Equipment Manufacturer), include tra l’altro una garanzia di prestazione”.