
Il Fondo Nazionale Innovazione inizierà a investire dal prossimo febbraio. Lo ha detto ieri a Roma Enrico Resmini, amministratore delegato di Invitalia Venture sgr, la società alla quale il Governo ha affidato la gestione del miliardo di euro da dedicare a investimenti di venture capital (si veda altro articolo di BeBeez), indicato da Cdp a fine novembre a capo dell’sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Resmini ha parlato in occasione della presentazione del Piano Nazionale per l’Innovazione 2020-2025 da parte di Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione (si veda qui il video dell’intervento di Rosmini).
Resmini ieri ha precisato che in corso di autorizzazione, attesa appunto per febbraio, ci sono già un fondo di fondi di venture capital e un fondo dedicato agli acceleratori di impresa per un totale di circa 200 milioni, che si vanno quindi ad aggiungere ai due altri fondi già attivi gestiti da Invitalia Venture sgr e cioé Italia Venture I, con dotazione di 86,65 milioni di euro, fondo di venture capital che agisce in co-investimento con operatori privati nazionali e internazionali; e Italia Venture II (Fondo Imprese Sud), strumento di private equity, con una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro istituito con la Legge di Bilancio 2018 (commi 807-900), finanziato con risorse a valere sul Fondo per lo sviluppo e per la coesione. Quest’ultimo Fondo era stato creato per favorire, anche attraverso il capitale di rischio , la crescita dimensionale delle pmi meridionali (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre ieri Rosmini ha detto che sono poi allo studio un nuovo fondo dedicato al corporate venture capital e un altro focalizzato sul tech transfer.
Alla fine dello scorso giugno era stato emanato il decreto interministeriale (decreto 27 giugno 2019 pubblicato in Gazzetta ufficiale a fine luglio, si veda qui altro articolo di BeBeez), con il quale sono state definite le modalità di investimento del FNI, annunciato lo scorso marzo a Torino dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio (si veda altro articolo di BeBeez). Allora la nota del Ministero spiegava che il FNI sarà una sgr che lancerà più fondi di venture capital. I fondi gestiti dall’sgr investiranno a loro volta in altri fondi di venture capital e in startup e pmi innovative (per un’analisi dettagliata dei contenuti del decreto, si veda qui l’Insight View dedicata ai lettori di BeBeez News Premium, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
Ricordiamo che a Invitalia era stato inoltre affidata nel maggio 2018 la gestione di un fondo di reindustirializzazione, battezzato Italia Venture III, con una dotazione di 200 milioni di euro. Tuttavia la il comma 122 dell’art. 1 della Legge di Bilancio 2019 ha riassegnato quei 200 milioni di euro al MISE (si veda altro articolo di BeBeez). E il decreto dello scorso giugno a sua volta precisa all’art. 12 che anche i 200 milioni del fondo Italia Venture III saranno a loro volta investite allo stesso modo di quelle del fondo Italia Venture II.
E poi ci sono le risorse dirette del Fondo di Sostegno al Venture Capital, per un totale di 110 milioni di euro previste dalla Legge di Bilancio 2019. Questi 110 milioni sono stati previsti, come noto, dal comma 209 dell’art. 1 della Legge di Bilancio 2019, che istituisce, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, appunto il Fondo di Sostegno al Venture Capital “con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 e di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025”. Anche in questo caso queste risorse rientreranno nella competenza di Invitalia e quindi del FNI.