Passaggio di proprietà per GE Farm startup innovativa che realizza prodotti e servizi per energia pulita e accessibile, che a settembre 2022 era entrata a far parte dell’hub di Le Village by CA Triveneto con l’obiettivo di l’ecosistema aperto che sostiene la crescita delle startup e accelera l’innovazione delle aziende del Gruppo Crédit Agricole (si vedano qui il comunicato stampa e qui altro articolo di BeBeez).
Ad acquisire la maggioranza è stato Giovanni Rocelli, imprenditore veneziano, mediante la sua holding Gio2 srl, cui in questo momento fa capo il 90% della società. Prima di quest’operazione, Alessandro Marcuzzi, fondatore e CEO di GE Farm, deteneva il 10%, mentre il 40% ciascuno faceva capo a Febbraio Ottobre srl ed a Gruppo Fondiario srl (si veda qui il database di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
L’acquisizione è finalizzata a “portare a compimento le fasi finali di sviluppo”, ha dichiarato Marcuzzi che a settembre di due anni fa aveva così spiegato sulle pagine di Nord Est Economia la ratio relativa all’ingresso nell’hub: “Da Le Village cerchiamo principalmente equity o dei partner industriali solidi”, aveva dichiarato all’epoca, presagendo quanto poi accaduto ora.
Lo studio Adacta, partner del Le Village di Crédit Agricole ha redatto il piano di sviluppo fino al 2026 dove è prevista una crescita di fatturato che dovrebbe superare i venti milioni, mentre lo studio Grimaldi Alliance, già consulenti di GE Farm, ci ha aiutato nelle fasi finali dell’operazione di acquisizione. Ma non vogliamo fermarci all’Italia: i mercati cui puntiamo in questa fase sono anche Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
GE Farm è nata dall’iniziativa comune di management e ingegneri con consolidate esperienze nelle energie rinnovabili e della progettazione tecnica. L’obiettivo è quello disviluppare nuovi sistemi di accumulo di energia basati sulle tecnologie innovative delle batterie a nichel/ferro e sodio/nichel prodotte, rispettivamente, dai partner svedese e svizzero, Nilar e FZSoNick, destinati al mercato residenziale, commerciale ed industriale. Partendo da queste tecnologie la società ha sviluppato un prodotto innovativo, puntando sulla riduzione dei costi e su un ciclo di vita più duraturo delle batterie, investendo sull’uso di materiali organici rinnovabili, sicuri e facilmente reperibili. In questa falsariga si inquadra il lancio degli accumulatori al sale riciclabili.
Dopo tre anni passati a gestire la fase di prototipizzazione e dei test dei prodotti, da aprile prenderà il via la fase di commercializzazione, partendo da una rete di 22 agenzie in Italia, che supporteranno l’attività del management della start up.
Nel 2022 GE Farm ha generato 327,5 mila euro di ricavi, con un ebitda negativo per 56,3 mila, a fronte di un patrimonio netto di 201,6 mila euro (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il fatturato annuo oggi è di circa 400 mila euro, ma sono previste crescite a doppia cifra, ha fatto sapere la società.
“Provengo dal settore della logistica portuale. Dopo aver concluso alcune delle mie operazioni di investimenti in ambito immobiliare industriale attraverso la mia holding Gio2 srl e dopo aver condiviso con Alessandro Marcuzzi il piano di sviluppo di GE Farm ho deciso di diversificare i miei investimenti anche nel settore delle rinnovabili”, ha spiegato Rocelli. “Condividendo inoltre la mission di GE Farm di poter contribuire a rendere il mondo più green attraverso i suoi prodotti abbiamo pianificato investimenti tra equity e banche per 1,5 milioni per lanciare GE Farm sul mercato nazionale e non solo. Ho deciso di entrare nel Cda per supportare il Ceo Alessandro Marcuzzi in questa fase delicata e complessa di sviluppo”.
Fra gli investimenti nella logistica portuale sono da segnalare quelli effettuati a Trieste, dove Rocelli ha operato dal 2021, dove aveva acquisito insieme all’imprenditore Francesco Fracasso un’area di 105 mila metri quadrati conosciuta come ex Italcementi, dopo aver rilevato anche l’ex Manifattura Tabacchi Trieste. Così Rocelli oltre 200 mila metri quadrati, includendo gli oltre 50 mila mq dell’ex terminal Italcementi sulla riva nord del Canale navigabile, che aveva comprato da solo nel 2017. Quest’ultima area prima dell’estate 2023 è stata ceduta a Bell Group, holding che si occupa di sviluppo e gestione immobiliare sul territorio nazionale, con collaborazioni a livello internazionale, che vi realizzerà il nuovo polo del freddo, entro il 2024, investendovi 40 milioni.