Energy Dome, startup italiana che ha brevettato una nuova batteria di elevata efficienza e durata, basata sul ciclo termodinamico e sull’utilizzo dell’anidride carbonica, in grado di ottimizzare lo stoccaggio e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ha annunciato lo scorso 1° dicembre, in occasione della COP28, una raccolta di 60 milioni di euro complessivi per finanziare il suo primo sistema innovativo di accumulo di energia termomeccanico a base di CO2, che sarà situato in Sardegna (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, il finanziamento avverrà sotto forma di un impegno di sovvenzione per il progetto fino a 35 milioni di euro da parte di Breakthrough Energy Catalyst e di un impegno di finanziamento di venture debt di 25 milioni di euro da parte della Banca Europea per gli investimenti.
Il progetto utilizzerà una batteria CO2 standard da 20MW/200MWh, in grado di fornire energia alla rete per dieci ore consecutive. Sarà la prima di una serie di unità identiche che utilizzano lo stesso design tecnologico, consentendo a Energy Dome di sbloccare le riduzioni dei costi e accelerare la bancabilità delle future unità dei telai modulari e standardizzati della batteria CO2. La batteria a CO2 non utilizza materiali provenienti da metalli rari e i suoi componenti principali si basano su catene di fornitura già esistenti e conosciute.
Ricordiamo che la scaleup aveva chiuso lo scorso maggio un round di Serie B da ben 40 milioni di euro guidato da ENI Next, la società di corporate venture capital di ENI, e da Neva sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Al round avevano partecipato anche gli attuali investitori di Energy Dome, tra i quali il Sustainable Impact Capital di Barclays; CDP Venture Capital sgr, attraverso il suo fondo Evoluzione; il multi-family office svizzero Novum Capital Partners; e 360 Capital. Al round avevano partecipato anche i nuovi investitori Japan Energy Fund, un fondo di venture capital specializzato in tecnologie per la transizione sostenibile che rappresenta entità come Biprogy, Enechange, Mitsui Sumitomo Trust Bank e Toshiba Energy System; ed Elemental Excelerator, un investitore non a scopo di lucro statunitense focalizzato a favorire la crescita di tecnologie CleanTech (si veda altro articolo di BeBeez),
Lo scorso luglio, poi, la scaleup ha espanso il round con una nuova tranche da 15 milioni che ha portato nel capitale nuovi, interessanti, investitori, tra cui l’Innovation Development Oman Investments, la divisione venture capital dell’Oman Investment Authority, il fondo sovrano del Sultanato dell’Oman; Vopak Ventures, la divisione corporate venture capital della società leader a livello mondiale nello stoccaggio in serbatoi, Royal Vopak; e Investitori rappresentati da Sagana, una società di consulenza su investimenti d’impatto incentrati sul benessere umano e planetario (si veda altro articolo di BeBeez). Alla seconda tranche del round hanno partecipato anche investitori esistenti e in particolare 360 Capital e CDP Venture Capital sgr, con quest’ultima che ha inaugurato in quell’occasione l’operatività del nuovo Green Transition Fund, da 250 milioni di euro, che utilizza risorse stanziate dall’UE tramite l’iniziativa NextGeneration EU con l’obiettivo di stimolare la crescita di un ecosistema di innovazione nei settori della transizione verde.
In precedenza, Energy Dome nel luglio 2022 aveva chiuso un bridge round da 11 milioni di dollari strutturato come finanziamento convertibile, proprio in vista di questo successivo round di Serie B. Il bridge round era stato guidato dal fondo Evolution di CDP Venture Capital sgr e dal programma Sustainable Impact Capital di Barclays, già investitore in un round precedente. Al round aveva inoltre partecipato Novum Capital Partners, a sua volta già investitore di Energy Dome (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round seguiva quello di Serie A del novembre 2021, anch’esso di 11 milioni di dollari e guidato da 360 Capital, le stesse Barclays e Novum Capital Partners e Third Derivative (si veda altro articolo di BeBeez).
Fondata nel 2019 dall’imprenditore energetico seriale Claudio Spadacini, Energy Dome ha inventato e sviluppato la CO2 Battery, un sistema che rende l’accumulo di energia a lunga durata commercialmente competitivo.
A proposito di quest’ultima raccolta Claudio Spadacini ha commentato: “Quale momento migliore se non durante la COP28 per annunciare la collaborazione con il partenariato UE-Breakthrough Energy Catalyst, che rappresenta un vero e proprio catalizzatore per la nostra azienda. Questa collaborazione accelererà la commercializzazione della nostra tecnologia pronta per il mercato e sarà la prima di molte batterie di CO2 identiche su scala reale. Abbiamo già iniziato a essere al centro della transizione energetica. Ricordate, il nostro mondo non può aspettare”.
Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, ha aggiunto: “In qualità di banca dell’UE per il clima, la BEI è impegnata nella creazione di partenariati pubblici e privati per sostenere lo sviluppo di tecnologie dirompenti per l’energia verde e per consentire loro di crescere su scala a breve termine. Sono lieto di annunciare l’intenzione della BEI di sostenere Energy Dome con un finanziamento di Venture Debt di 25 milioni di euro. Si tratta di un esempio illuminante di tecnologia rivoluzionaria di cui abbiamo bisogno in Europa e nel mondo. Allo stesso tempo, il progetto promuoverà la creazione di posti di lavoro e la crescita economica in Sardegna”.
Mario Fernandez, Head of Catalyst at Breakthrough Energy, ha dichiarato: “Lo stoccaggio di energia a lunga durata è un fattore critico per la transizione verso l’energia pulita e questa partnership con Energy Dome, la Commissione Europea e la Banca Europea per gli Investimenti aiuterà a scalare la tecnologia in modo che possa essere commercializzata prima. Questo annuncio dimostra l’impatto tangibile dell’approccio di Breakthrough Energy Catalyst di finanziare progetti d’impatto che possono avvicinarci a un futuro senza emissioni”.