Il fondo Progress Tech Transfer ha finanziato con 200 mila euro un team di ricerca del Laboratorio Vetro e Ceramici del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, che ha brevettato un nuovo feltro hi-tech (si veda qui il comunicato stampa). Nell’investimento, il fondo è stato affiancato da Hub Innovazione Trentino (HIT), fondazione per il trasferimento tecnologico avanzato. L’investimento è stato reso possibile dalll’accordo tra MITO Technology (advisor del fondo) e Università di Trento.
Il tessuto brevettato dall’Ateneo trentino ha un potere di isolamento termico tra i più alti mai misurati, utile per migliorare l’efficienza energetica della casa o, indossato, per affrontare condizioni estreme. Data la sua elevata porosità e stabilità chimica, il feltro potrebbe trovare applicazione anche nei settori automobilistico, aerospaziale, in quello delle energie e tecnologie rinnovabili oppure essere impiegato anche per la filtrazione di liquidi o gas corrosivi. Il feltro è ottenuto da una resina siliconica attraverso un trattamento ad alta temperatura. La conducibilità termica di questo materiale è pari a 19 mW/mK (ovvero 19 milliwatt al metro Kelvin) e solo l’aerogel di silice può raggiungere valori così bassi (attorno ai 15-20 mW/mK), ma risulta molto più complicato e costoso da produrre. Il gruppo di ricerca che lo ha brevettato è guidato da Gian Domenico Sorarù, professore di Scienza e tecnologia dei materiali del Dipartimento di Ingegneria Industriale all’Università di Trento, e comprende i ricercatori Mattia Biesuz, Emanuele Zera, Michele Tomasi e Prasanta Jana.
L’investimento di Progress Tech Transfer è strategico per avviare una nuova fase di maturazione e validazione tecnica del progetto scientifico che accompagnerà questa idea innovativa fino a farla diventare un prototipo funzionante. L’obiettivo è supportare lo sviluppo industriale di questa tecnologia e il suo trasferimento verso le imprese o il mercato. Il nuovo tipo di feltro hi-tech ha infatti un alto potenziale commerciale ma è necessario ancora molto lavoro sperimentale per produrne campioni di dimensioni superiori e arrivare ad industrializzarlo. È necessario disporre di forni più grandi e apparecchiature per la misurazione della conducibilità termica, ma anche avvalersi della collaborazione di alcuni ricercatori da dedicare al progetto.
“Con il fondo Progress Tech Transfer abbiamo scelto di investire nel progetto dell’Università di Trento perché sposa in pieno la nostra mission: colmare un vuoto nel mercato del capitale di rischio, supportando progetti con forte connotazione tecnologica che ambiscono a offrire risposte in tema di sostenibilità ambientale, energetica, climatica, produttiva, industriale, logistica, sociale e finanziaria”, ha spiegato Francesco De Michelis, amministratore delegato di MITO Technology.
Quello nell’Università di Trento costituisce il quinto investimento per Progress Tech Transfer, che detiene in portafoglio anche: MAT3D, spin-off congiunto delle università di Modena e Reggio Emilia e di Parma che sviluppa e produce polimeri ad alte prestazioni per la stampa 3D; HiQ-Nano, startup nata nell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che produce nanoparticelle di vari materiali che possono essere impiegate in vari settori industriali; WaterView, startup italiana che raccoglie dati in ambito meteorologico grazie a una tecnica innovativa per misurare l’intensità della pioggia; Respectlife, startup nata all’interno della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia che realizza tessuti high-tech.
Progress Tech Transfer è il fondo da oltre 40 milioni di euro sottoscritto da Fondo Europeo degli Investimenti e Cassa Depositi e Prestiti all’interno della piattaforma strategica nazionale ITAtech nel gennaio 2019, e di cui è advisor MITO Technology (si veda altro articolo di BeBeez).