Le Cesarine, startup innovativa che gestisce la principale piattaforma di cucina casalinga italiana, ha aperto un nuovo round di investimento con l’obiettivo di raccogliere sino a 4 milioni di euro. Lo ha detto nei giorni scorsi il ceo Davide Maggi in un’intervista a Il Sole 24 Ore. Il piano prevede un aumento di capitale riservato ai soci con strumenti finanziari partecipativi per poi approcciare fondi di venture capital e family office.
La startup ha raccolto sinora 2 milioni di euro dagli investitori. In particolare, ha chiuso nel maggio 2018 l’ultimo round di finanziamento da un milione, sottoscritto da una serie di imprenditori e manager del settore food, beverage e FMCG (fast mover consumer goods). Tra gli altri Daniele Ferrero, amministratore delegato di Venchi; Niccolò Branca ad e presidente dell’omonimo gruppo; Emmanuel Osti, ex managing director de L’Occitaine e ora investitore in startup; Marco Airoldi, ex ceo di Benetton group (si veda altro articolo di BeBeez), ma anche Roberto Nicastro, vicepresidente di Ubi Banca; e Massimiliano Benedetti, former executive di Yoox Net-a-Porter Group.
La startup è stata fondata nel 2016 da Davide Maggi, imprenditore del settore, che insieme a Massimiliano Benedetti ha rilevato il marchio Le Cesarine, che identificava un network di 500 cuoche casalinghe distribuite su circa 90 città italiane che dal 2004 al 2016 complessivamente aveva ospitato circa 5.000 turisti alle proprie tavole, il 90% dei quali stranieri.
Nel 2004, a Bologna, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e la collaborazione dell’Università, nasceva infatti l’Associazione “Le Cesarine-Home Food” con la mission di salvaguardare cibi dimenticati e tramandare la tradizione cucinaria regionale italiana. Un progetto nato dalla volontà e dal piacere delle cesarine di aprire le porte delle loro case a ospiti desiderosi di gustare, a seconda delle località, la cucina italiana della tradizione: ragù a regola d’arte a Bologna, ossobuco con risotto a Milano come lo faceva la nonna e le perfette sarde a beccafico in Sicilia.
Ora gli obiettivi sono ambiziosi. Maggi ha dichiarato di voler raggiungere i 34 milioni di euro di ricavi nel 2024 con un ebitda di 3,9 milioni. Il primo ebitda positivo (per 200 mila euro) dovrebbe esserci nel 2022. Per il 2020 sono previsti invece ricavi per 3 milioni.