A una settimana dallo sbarco in borsa su Euronext Amsterdam, la scaleup milanese leader in Europa nel digital automotive, MotorK, viaggia attorno ai 5,95 euro per azione, circa il 9% in meno rispetto al prezzo di ipo di 6,5 euro (si veda qui il comunicato stampa). Un’operazione, quella dello sbarco sul listino, che ha portato 75 milioni di euro di capitali freschi nella cassa della società, ma che si è rivelata ben più difficile del previsto e che ha richiesto un ben taglio al prezzo e alle dimensioni del collocamento. Ciò nonostante, gli investitori di venture capital presenti nel capitale della società, 83 North III Limited Partnership e Zobito AB, continuano a credere nelle potenzialità della scaleup, tanto che, invece di vendere in ipo, hanno comprato azioni. Mentre un ben 20% dell’offerta di nuove azioni è stata sottoscritta da un solo nuovo investitore, Capital International Investors.
L’annuncio ufficiale dell’avvio dell’iter per la quotazione era arrivato lo scorso ottobre (si veda altro articolo di BeBeez), ma le prime voci sull’ipotesi di quotazione erano già circolate lo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez).
La società ha debuttato in borsa con una capitalizzazione di 261 milioni di euro, dopo aver raccolto come detto 75 milioni dagli investitori, collocando 11,5 milioni di azioni di nuova emissione al prezzo di 6,5 euro per azione, al minimo della forchetta di prezzo proposta, pari a un flottante del 28,7% del capitale. E’ prevista inoltre un’opzione di over-allottment per altri 1,15 milioni di azioni, messe a disposizione da parte degli azionisti originari, che, se esercitata, porterebbe la raccolta a un totale di 82,2 milioni di euro e il flottante al 28,9% (si veda qui il comunicato stampa).
In realtà nell’annuncio di ottobre la società aveva ipotizzato di raccogliere il doppio, cioé sino a 150 milioni di euro, anche perché inizialmente aveva fissato una forchetta di prezzo tra 7,3 e 9,7 euro per azione e pensava di collocare circa 23,6 milioni di azioni, di cui la maggior parte di nuova emissione e solo circa 3 milioni messe in vendita dagli azionisti, al servizio della greenshoe. In quest’ultimo caso il flottante sarebbe stato del 48% e la capitalizzazione di mercato compresa tra 358 e 427 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa e qui il Prospetto originario). La forchetta di prezzo era poi stata ridotta a 6,5-7,3 euro per azione, il numero delle azioni in collocamento era stato ridotto e l’obiettivo di flottante massimo era stato spostato al 36%. Anche il periodo di adesione all’offerta era stato allungato sino al 4 novembre scorso (si veda qui il comunicato stampa e qui il Supplemento al Prospetto).
Il 20% dell’aumento di capitale da 75 milioni è stato sottoscritto come detto dai fondi di Capital International Investors, che hanno investito 15 milioni di euro, mentre i principali investitori di venture capital già presenti nel capitale di MotorK, cioé 83 North III Limited Partnership e Zobito AB, si sono impegnati a supportare la crescita di MotorK, partecipando a loro volta all’offerta. Assumendo quindi il completo esercizio dell’opzione di over-allottment, 83 North III Limited Partnership si troverebbe con il 19% (dal precedente 24,3%) del capitale e Zobito con il 4,6% (dal 9,9%). I due fondi avevano investito in MotorK nel 2017, guidando un round da 10 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dicembre 2019 MotorK aveva poi ottenuto un prestito di 30 milioni di euro dalla BEI, in quella che era stata una delle prime operazioni di venture debt fatte in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). E ora, parte della raccolta dell’ipo sarà destinata proprio al rimborso di quel prestito BEI. Nel settembre 2020 MotorK la società aveva inoltre incassato un finanziamento di oltre 10 milioni di euro, articolato tra equity e debito, per accelerare ulteriormente la crescita nel periodo post Covid-19 (si veda altro articolo di BeBeez). Il round di finanziamento era stato guidato da Real Web, la società che controlla Immobiliare.it, il portale di annunci immobiliari leader in Italia, e di altri marketplace leader in Europa nei settori beauty, medical e dei servizi professionali. La raccolta di debito è stata guidata invece da illimity.
L’annuncio dell’ipo a ottobre seguiva di pochi giorni quello dell’acquisizione di tre aziende in tre diversi Paesi, nell’ambito della strategia di crescita di MotorK, che mira a consolidare la vasta gamma di prodotti e servizi già a disposizione del comparto ed entrare in nuovi mercati nell’area EMEA (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, MotorK ha annunciato l’acquisizione di Dapda, società spagnola leader nella fornitura di soluzioni digitali per il comparto della distribuzione automobilistica, fondata dal ceo Juan Carlos Afán; di FranceProNet, una delle principali digital agency francesi orientata allo sviluppo di soluzioni web per il settore auto, fondata dal ceo Gilles Battan; e di Fidcar, realtà che fornisce soluzioni di loyalty ed e-reputation, fondata da Fabrice Caltagirone e Thibault Henry.
Fondata nel 2010 da Marco De Michele, Fabio Gurgone, Marco Marlia e Tommaso Parisi, MotorK si è imposta nel mercato come partner di fiducia per lo sviluppo di soluzioni digitali innovative del 90% delle case automobilistiche e di oltre 1.500 concessionarie operanti nel mercato europeo. Grazie a una innovativa combinazione di soluzioni digitali, prodotti SaaS in cloud e un know-how tecnologico senza eguali, l’azienda è oggi attiva in 5 paesi tramite 7 uffici e aveva anticipato a BeBeez lo scorso giugno che aveva in programma circa cento assunzioni di personale esperto del mondo digital in tutta Europa, confermando quindi i programmi di forte espansione dell’attività a breve termine.
La società ha chiuso il 2020 con 17,6 milioni di euro di ricavi (da 35,9 milioni nel 2019), un ebitda di poco meno di 800 mila euro (da 3,9 milioni) e un debito finanziario netto di 16 milioni (da 12,6 milioni).
Nella relazione sulla gestione, a proposito della riduzione dei ricavi, si legge che “tale riduzione è riconducibile a un duplice effetto: una parziale contrazione delle attività relative a marketing e training dovute ai ripetuti lockdowns conseguenti la diffusione del COVID-19, ma anche un effetto derivante dalla ciclicità dei contratti SaaS: nel corso del 2019 una serie di contratti significativi sono stati rinnovati e pertanto l’effetto sui ricavi derivante dall’applicazione dell’IFRS 15 si è amplificato rispetto al numero dei contratti rinnovati nel corso del 2020”.