Il fondo Neva First, gestito da Neva sgr, controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha investito in Classiq, società israeliana leader nell’innovativo ambito del Quantum Computing, nell’ambito del secondo closing da 3 milioni di dollari del round di Serie B, al quale hanno partecipato anche il colosso bancario HSBC e NTT Finance, braccio finanziario del gruppo giapponese di tlc NTT (si veda qui il comunicato stampa di Neva e qui quello di Classiq).
L’operazione segue il primo closing del round di Serie B da 33 milioni di dollari raccolto da Classiq lo scorso febbraio (si veda qui il comunicato stampa), che era stato sottoscritto da Hewlett Packard Pathfinder, il corporate venture capital di Hewlett Packard Enterprise; il gruppo assicurativo Phoenix; Spike Ventures, gruppo di investimento di alumni della Stanford University; e Samsung NEXT, il corporate venture capital di Samsung; oltre che personalmente dall’imprenditore malese Lip-Bu Tane da Harvey Jones, managing partner di Square Wave Ventures. In precedenza Classiq aveva raccolto capitali da Wing VC, Team8, Entrée Capital, Sumitomo (attraverso IN Venture) e OurCrowd. In totale quindi, il round di Serie B raggiunge quota 36 milioni di dollari.
Fondata nel maggio 2020 da Amir Naveh, Nir Minerbi e Yehuda Naveh, Classiq nel complesso da inizio attività ha raccolto 51 milioni di dollari dagli investitori.
Il Quantum Computing è una tecnologia chiave per il futuro, dall’altissimo potenziale d’impiego in molti settori, compreso quello finanziario, che lo sta già studiando e sperimentando”, ha commentato Mario Costantini, ceo di Neva sgr, che ha aggiunto: “Siamo convinti che il nostro impegno in Classiq fornirà ottimi ritorni e che il Quantum Computing troverà una crescente collocazione all’interno del nostro ampio e diversificato portafoglio di investimenti nelle migliori realtà fintech e deeptech nazionali e internazionali”.
I computer quantistici sono costruiti a partire da Qubit (Quantum Bit), unità di immagazzinamento e processamento dei dati che obbediscono alle leggi della meccanica quantistica anziché a quelle dell’elettromagnetismo su cui si basano i chip ordinari. A differenza dei Bit, i Qubit possono elaborare molte più informazioni contemporaneamente, pur restituendo un output in formato digitale standard e quindi interpretabile dai sistemi di calcolo tradizionali. I possibili casi d’uso spaziano dalla creazione di algoritmi di Machine Learning più performanti, in grado di restituire output più accurati, alla risoluzione di problemi di ottimizzazione, ad esempio di un portafoglio finanziario o di un sistema per l’allocazione delle garanzie in ambito creditizio, fino alle simulazioni di scenario, come la previsione del valore di uno strumento finanziario o l’esecuzione di stress test per valutare la reattività a eventi imprevisti.
Dal 2020 il fondo Neva First ha investito complessivamente circa 67 milioni di euro della sua dotazione di 250 milioni di euro. Gli ultimi investimenti prima di questo in Classiq, sono stati in vFunction, società israelo-americana che ha creato la prima e unica soluzione per trasformare automaticamente e rapidamente app monolitiche in microservizi su larga scala; e in Ternary, società americana che ha sviluppato una piattaforma SaaS per analizzare, comprendere e ottimizzare i costi derivanti dall’utilizzo del Cloud. Le prossime operazioni saranno invece in realtà italiane ed estere operanti nei settori della cybersecurity, agritech e life sciences.