Talent Garden, la scaleup italiana spwcializzarta nellea gestione di spazi di coworking e nella formazione digitale, fondata nel 2011 a Brescia da Davide Dattoli, si è impegnata a rilevare il 54% della business school svedese Hyper Island dai tre fondatori, cioè Jonathan Briggs, David Erixon e Lars Lundh (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione, che dovrebbe chiudersi a inizio dicembre, prevede per Talent Garden l’opzione di salire al 100% di Hyper Island nei prossimi anni. Nell’acquisizione, Talent Garden è stato assistito da Tamburi investment Partner (TIP), BDO e Hoshin Corporate Finance per il financial advisory, mentre gli asetti legali sono stati curati da Morris Law, BonelliErede e dallo studio notarile Milano Notai.
Hyper Island, fondata nel 1996, ha sede in in Svezia ma è presente anche nel Regno Unito, Singapore, Brasile e Nord America e nella regione Asia Pacifico. La business school è specializzata nella formazione digitale con un’offerta di programmi di istruzione accreditati, part-time e a tempo pieno (master), nonché corsi intensivi rivolti ai dirigenti di grandi aziende, nell’ottica di una formazione che aumenti i livelli di conoscenza e comprensione della cultura digitale, delle tecnologie di trasformazione e di come queste influenzino l’ideazione, l’esecuzione, i processi e la collaborazione con i clienti e i modelli di business. La realtà è una vera accademia accreditata dal governo svedese per formare professionisti del digitale, collabora ai programmi del governo di Singapore nella formazione delle pmi, ed è inoltre partner per i programmi di reskilling del governo Inglese. Un know-how e un portfolio di progetti che fanno del nuovo gruppo un solido punto di riferimento e tra i principali partner di formazione per i governi e le pubbliche amministrazioni europee.
Fredrik Mansson, presidente di Hyper Island, ha commentato: “Da oltre 25 anni aiutiamo migliaia di persone e organizzazioni affinché possano adattarsi e gestire al meglio i rapidi cambiamenti del mondo in cui viviamo. Il nostro approccio, che intende aiutare l’uomo a gestire l’evoluzione portata dalla tecnologia, può cambiare la vita dei nostri studenti e delle aziende che si affidano a noi. L’alleanza con Talent Garden ci permette di accrescere significativamente le risorse a nostra disposizione dando così a entrambe la possibilità di accelerare la crescita e l’impatto nel mondo”.
Davide Dattoli, fondatore e presidente di Talent Garden, ha aggiunto: “La formazione è la grande sfida sociale ed economica del nostro secolo, fin dalla nostra origine abbiamo guardato al valore delle community, puntando sulla formazione digitale come leva per generare nuovi talenti e aiutare le imprese nella trasformazione tecnologica. Oggi nell’incontro con Hyper Island il nostro progetto fa un nuovo salto di scala. In un mercato estremamente cruciale ma anche frammentato siamo più pronti ad agire come aggregatori e game changer per innalzare il livello della formazione a beneficio dei tanti lavoratori, attuali e futuri, che vivono il tempo della transizione digitale”.
L’acquisizione di Hyper Island, che segue quella di Rainmaking Loft nel febbraio 2018 in Danimarca (si veda qui il comunicato stampa), consente a Talent Garden di raddoppiare le dimensioni e dà vita al maggiore player europeo dell’edutech, mercato caratterizzato da enormi possibilità di crescita ma anche da estrema frammentazione. La posta in gioco è la capacità di offrire al più ampio numero possibile di persone l’opportunità di acquisire e aggiornare le competenze digitali necessarie a garantirsi uno sviluppo professionale. Nel dettaglio, Talent Garden passerà da 8 a 12 mercati, consolidando la presenza nei Paesi Nordici e aprendo nel Rergno Unito (Londra e Manchester), portando il team a 250 dipendenti.
Talent Garden offre formazione B2C, B2B e B2G (Business 2 Government). Le tre aree risultano bilanciate tra B2C Education e B2B Education, mentre il più recente segmento del B2G Education pesa già per circa il 20% e ha straordinarie potenzialità di sviluppo, a cui si affianca il 20% della parte di co-learning membership nello spazio fisico. Talent Garden a oggi vanta: 20 mila professionisti formati all’anno; 5 mila studenti inseriti nel mercato del lavoro; oltre 4.500 startup e innovatori digitali supportati; partnership con più di 150 grandi aziende in tutto il mondo per piani di reskilling e upskilling. La sua presenza geografica è distribuita in Italia (35%); Paesi Nordici (35%) e il restante 30% tra Spagna, Francia, Regno Unito, Irlanda, Austria, Singapore e Brasile. Talent Garden prevede ricavi per 500 milioni nel 2022.
Considerata la nuova fase di sviluppo, Talent Garden ha adottato una nuova governance, con l’importante ingresso di Irene Boni in qualità di amministratore delegato. Quest’ultima si è laureata in Economia Politica con Master in Business Administration conseguito alla Columbia University di New York e ha iniziato la sua carriera in Procter & Gamble e McKinsey & Co. Dal 2010 al 2019 ha lavorato in YNAP Group arrivando a ricoprire la carica di co-general manager del gruppo, dopo una carriera interna in ruoli di crescente responsabilità in ambito corporate development, gestione operativa, tecnologia, organizzazione e risorse umane. Boni è anche consigliere indipendente di Safilo Group, Axerve, Hype e Laminam. Infine, fa parte della rete di business angel Angels4Women.
La crescita di Talent Garden è stata finanziata lo scorso gennaio da Cdp Venture Capital sgr e da Gaetano Marzotto (tramite il suo family office Gama) con un round da 9,2 milioni di euro, quindi poco di più dei 9 milioni attesi (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che Cdp aveva annunciato nel febbraio 2018 la nascita di una joint venture con la stessa Talent Garden per creare il primo Italian Innovation Hub in California, nella Silicon Valley (si veda qui il comunicato stampa di allora). Un progetto mai realmente decollato anche perché proprio quell’anno, nel luglio 2018, c’era stato l’avvicendamento dei vertici di Cdp.
Nel marzo 2019, Talent Garden aveva raccolto 44 milioni di euro in un round di finanziamento guidato da StarTip, la società che dal 2017 concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione di Tamburi Investments Partners spa, partner strategico e da anni tra i maggiori investitori di Talent Garden (si veda altro articolo di BeBeez). A quel round avevano partecipato anche family office e investitori italiani (alcuni già investitori precedenti), fra cui le famiglie Angelini, D’Amico, Dompè, Drago, Foglia, Ginatta, Holland, Luti, Monti, Pittini, Rovati, il fondo Indaco Ventures, Club degli Investitori e BeConsulting, oltre a Social Capital del famoso venture capitalist della Silicon Valley Chamath Palihapitiya, già a capo della crescita di Facebook.
Tutti azionisti che si erano affiancati a quelli blasonati del precedente round da 12 milioni del novembre 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round era stato guidato da 500 Startups, il più grande incubatore al mondo basato a San Francisco e diretto da Dave McClure, e da Endeavor Catalyst, sponsorizzato da Reid Hoffman, il fondatore di LinkedIn. In coinvestimento erano intervenuti molti family office italiani, con la regia di Tamburi Investment Partners, che a sua volta era già azionista al 25% e che aveva partecipato anche a quel round. Tra questi appunto le famiglie Angelini e Dompé, gli armatori D’amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero a cui si aggiungono Marco Corradino, Marco Pescarmona e Francesco Monti, fondatori rispettivamente di Volagratis, MutuiOnLine, ed Esprinet. Tra gli altri azionisti noti ci sono poi il digital enabler Alkemy, la Finalca di Alfredo Cazzola (ex Mr Motorshow) e l’ex top banker Roberto Nicastro, oltre a Digital Magics, azionista di Talent Garden sin dal 2014, che nel 2015 aveva portato la sua quota sopra il 30% (si veda altro articolo di BeBeez), per poi diluirsi a seguito del round del 2016 e ancora nell’ottobre 2018, quando ha rivenduto ai manager parte delle sue quote (si veda altro articolo di BeBeez).