VC Hub Italia, associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e pmi innovative, ha cambiato nome in Italian Tech Alliance e annunciato l’ingresso tra i soci di Italian Angels for Growth, Club degli Investitori, Angels 4 Impact e Angels 4 Women, quattro tra le principali associazioni di business angel attive in Italia, che contano complessivamente oltre 500 associati, con l’obiettivo rafforzare anche la rappresentanza delle esigenze di questa tipologia di investitori, sempre più attiva sul mondo delle startup. Lo ha annunciato ieri l’associazione, che intanto ha anche accolto nel consiglio direttivo tre ulteriori rappresentanti delle startup e delle imprese innovative associate, dopo aver modificato lo statuto, per arrivare ad avere una rappresentanza paritetica di investitori e imprenditori (si veda qui il comunicato stampa).
I nuovi membri del consiglio direttivo, in rappresentanza del mondo imprenditoriale, sono Marianna Chillau (ceo e co-founder di Transactionale), Gabriele Grecchi (ceo e co-founder di Silk Biomaterials) e Antonio Vecchio (ceo e co-founder di Karaoke One). Questi andranno ad affiancare i membri già presenti e cioé Enrico Pandian (founder di FrescoFrigo ed Everli) e Stefano Portu (founder e ceo di ShopFully), il presidente Gianluca Dettori (Primo Venture sgr), il segretario generale Alessio Beverina (Panakès Partners) e Fausto Boni (360 Capital Partners), Lucia Faccio (Sofinnova Partners) e Roberto Magnifico (LVenture Group).
Ricordiamo che Italian Tech Alliance è stata fondata come VC Hub nel 2019 dai principali gestori italiani di fondi di venture capital, ovvero 360 Capital, Indaco Venture Partners, P101, Panakès Partners, Primo Venture, United Ventures e include anche LVenture Group, Sofinnova Partners, Milano Investment Partners, Oltre Venture, Endeavor Italia, Embed Capital, AurorA Science, Genextra, Gaia Capital, Boost Heroes, A11 Venture, Lumen Ventures, RedSeed Venture, Biovalley Investment Partners e alcuni dei più importanti fondi di corporate venture attivi in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2020 ha deciso di allargare la propria base associativa anche alle startup e alle pmi innovative, proprio nell’ottica di rappresentare in maniera olistica l’ecosistema italiano dell’innovazione. Oggi l’associazione conta circa 200 associati: 45 soci investitori, che gestiscono circa 1,3 miliardi di euro; 130 startup e pmi innovative e 20 soci sostenitori.
“Quando all’inizio del 2019 abbiamo fondato VC Hub Italia, lo abbiamo fatto con l’obiettivo di sviluppare un think tank per dare maggiore voce al mondo del VC e degli investitori in innovazione”, ha spiegato il presidente Gianluca Dettori, che ha aggiunti: “Nei mesi successivi abbiamo deciso di allargare la base associativa cominciando ad accogliere non solo fondi di venture capital, ma anche business angel e family office fino a prendere la strada di allargarci anche alle startup. L’associazione oggi raggruppa 45 investitori che gestiscono circa 1,3 miliardi di euro, diversificati in tutti i principali settori dal software al biotech, dal deep tech fino alla space economy. Le 130 startup associate operano nei principali settori dell’innovazione e partecipano all’associazione anche 20 tra i consulenti, che consentono al nostro ecosistema di funzionare e operare secondo le migliori pratiche internazionali. Quest’anno verranno investiti oltre 100 miliardi di euro in Europa nel settore tecnologico e Italian Tech Alliance vuole essere la piattaforma per dare voce in Italia e all’estero al settore tech Italiano per crescere più rapidamente e rafforzarsi ulteriormente attraendo crescenti capitali esteri sulle società associate”
Secondo i calcoli di Italian Tech Alliance, sono 21 attualmente i fondi di venture capital italiani, oltre a una moltitudine di holding d’investimento, alcuni corporate ventrure capital e business angel e più di 20 fondi stranieri di venture capital che hanno investito in imprese innovative italiane. Nel primo semestre 2021, l’ammontare investito nel nostro paese è stato pari a 550 milioni di euro, cifra che potrebbe arrivare a un miliardo di euro entro la fine dell’anno.
Nella realtà, secondo i calcoli di BeBeez, questa cifra è già stata ben superata: solo nei primi sei mesi dell’anno l’universo di startup e scaleup italiane o fondate da italiani ha raccolto oltre 1,2 miliardi di euro distribuiti su 278 round, il che è già un numero record se paragonato ai 780,9 milioni di euro raccolti in tutto il 2020 su 309 round. Ma non basta, perché il mese di luglio e i primi giorni di agosto hanno riservato dei veri e propri fuochi di artificio, portando la raccolta delle startup a 1,53 miliardi di euro da inizio anno per un totale di 321 round (si veda qui il Report di BeBeez sul venture capital, aggiornato all’11 agosto e disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, ha sottolineato: “Nonostante i passi avanti, c’è ancora molto da fare per recuperare il gap tra l’Italia e gli altri Paesi per quanto concerne l’investimento in innovazione e nuove imprese. Il divario è determinato da diversi fattori, a partire dalla scarsa partecipazione di investitori istituzionali, come casse previdenziali e fondi assicurativi, e di grandi aziende. Come fatto all’estero, l’Italia deve costruire una visione per il futuro delle sue imprese e del mondo del lavoro, e crediamo che questo passi attraverso l’investimento in startup e pmi innovative. È ora di concentrarsi su quelle imprese innovative e tecnologiche che hanno dimostrato, anche durante la crisi causata dal contagio Covid-19, di saper creare occupazione e crescita per il Paese”.
Stefano Portu, fondatore e ceo di ShopFully, ha aggiunto: “Per far crescere il mondo dell’innovazione in Italia è importante favorire il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori dell’ecosistema. Per questo, da quando lo scorso febbraio sono entrato nel board dell’associazione in rappresentanza dei soci imprenditori insieme al fondatore di FrescoFrigo ed Everli, Enrico Pandian, abbiamo lavorato con i rappresentanti del VC per modificare lo statuto, arrivando ad avere una rappresentanza paritetica di investitori e imprenditori, come avviene in altri Paesi europei. Sono felice per l’ingresso nel board dei tre nuovi rappresentanti degli imprenditori e dell’adesione a Italian Tech Alliance dei principali club di business angel italiani, e sono convinto che la strada giusta sia quella di continuare a lavorare per fare dell’associazione un soggetto sempre più rappresentativo di tutti gli attori dell’ecosistema italiano dell’innovazione, ed è anche in questo senso che va letto il rebranding”.