Il veicolo di investimento in startup Liftt spa ha chiuso un round da 7,2 milioni di euro. Liftt è nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links, nata a sua volta dalla collaborazione tra la stessa Fondazione e l’ateneo torinese per coniugare innovazione, impresa e finanza. All’aumento di capitale, lanciato il 24 gennaio scorso, hanno partecipato 36 investitori tra privati, business angel, holding di investimento e dipendenti. L’operazione porta l’investimento complessivo in Liftt a quota 9 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Liftt, con sede a Torino, è un operatore di venture capital 2.0, che sostiene le startup tramite un coaching manageriale sistematico e un supporto finanziario in tutti i primi round di finanziamento (seed, start-up e early growth). La società sta già pensando al suo prossimo round, da effettuare entro fine anno, per un valore massimo di 6 milioni di euro. In questo modo, porterebbe il capitale investito totale a 15 milioni, limite massimo per usufruire del beneficio fiscale per un investimento in pmi innovativa, status che ha acquisito il 2 aprile scorso.
Ma non basta. Perché Il piano industriale 2020-2024 di Liftt prevede di supportare operativamente un centinaio di imprese, investendo circa 90 milioni di euro, e ottenere co-investimenti pari a 5 volte questo valore, riversando quindi nel capitale di impresa circa 450 milioni.
A oggi Liftt ha già investito in tre società, ne ha create due e ha autorizzato l’investimento in altre sei, posizionando strategicamente il suo processo selettivo su ricerca e tecnologia. I primi investimenti effettuati sono stati fra i 200 e i 500 mila euro. Tra questi, il più recente è stato quello in WaterView, startup italiana raccoglie dati in ambito meteorologico grazie a una tecnica innovativa per misurare l’intensità della pioggia, che ha incassato un round di investimento da 870 mila euro nell’ottobre 2019, di cui 150 mila euro solo da Liftt (si veda altro articolo di BeBeez).
Liftt è presieduta da Stefano Buono, fisico e fondatore di Advanced Accelerator Applications, poi ceduta a Novartis per 3,9 miliardi di dollari nel 2018. Buono è anche proprietario del family office Elysia Capital (cha già effettuato più di 25 investimenti nei campi dell’innovazione sostenibile, il benessere, l’educazione, l’arte e la cultura; nel settembre 2019 ha per esempio partecipato al round da 9,3 milioni di franchi svizzeri (8,5 milioni di euro) della startup elvetica GenomSys) e presidente di Planet Smart City, startup italiana specializzata nello smart social housing.
Nel consiglio di amministrazione di Liftt siede anche Carla Ferrari, cfo di Compagnia di San Paolo, fondazione impegnata da tempo nel venture capital sia europeo sia americano attraverso un programma d’investimento dedicato ai private markets, che ha assunto impegni in fondi per un miliardo di euro, e che più recentemente ha avviato un’attività di valutazione e investimento anche di fondi venture capital come United Ventures, Primo Space, Sofinnova Telethon, Claris, Eureka, che operano sul mercato italiano. Ferrari è anche vicepresidente e consigliere di Fondazione Links.
Unitamente alle capacità del management, che oggi conta già 6 persone, Liftt ha anche creato un Comitato di investimento che sarà coinvolto direttamente nel percorso di valutazione delle opportunità che sfiorano già il primo centinaio. Ne fanno parte oltre allo stesso Stefano Buono, in qualità di presidente e rappresentante del Consiglio di amministrazione assieme a Carla Ferrari, anche i soci di Liftt Michele Denegri (figlio di Gustavo e vicepresidente della biotech Diasorin e amministratore delegato del Gruppo Finde; investe con il suo family office Pygar; per esempio ha investito in GenomSys, come Buono) e Nicolò Colussi (dell’omonima famiglia ex proprietaria di AGB, multinazionale specializzata nella misurazione degli ascolti televisivi poi cedut a Nielsen, e responsabile del family office che ha fondato con focus di investimento nei settori farmaceutico, educazione e venture capital) e Adriano Marconetto (startupper seriale a partire da Vitaminic, la piattaforma pioniera della diffusione delle canzoni in formato Mp3, da lui fondta nel 1999) e Claudio Rumazza (ex partner di Innogest Capital, è oggi membro di IAB-Italian Angels for Biotech e presidente del comitato strategico di Bio4Dreams) in qualità di attori indipendenti.
Giovanni Tesoriere, direttore generale di Liftt, ha commentato: “L’aver concluso con successo un’operazione inframezzata dall’avvento di quella che si presenta come la più grande crisi economica globale dal dopoguerra, rappresenta un indubbio attestato di credito da parte del mercato e degli investitori. Un risultato determinato da una proposta che, di fatto, anticipava le nuove priorità economiche che sono emerse in tutta la loro evidenza con l’avvento dell’era Covid-19. Stiamo vivendo in un periodo di incertezza e di profonde trasformazioni: sviluppo di nuove tecnologie, ricerca e imprenditorialità sono e saranno la chiave per superare la crisi. In questo contesto, le startup rappresentano di fatto, con il loro tasso di innovatività e con la capacità predittiva che è alla base della loro stessa identità, un pilastro della politica industriale dell’Italia che verrà quando il coronavirus sarà alle spalle”.
Stefano Buono ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è quello di creare un network virtuoso che comprenda un gruppo di azionisti privati ampio, sensibile all’innovazione e che condivida gli obiettivi di Liftt e dei suoi soci fondatori, Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino, aggiungendo valore con il proprio know-how ed expertise, ma anche desideroso di sostenere i talenti e il futuro del nostro Paese senza intenti puramente speculativi. L’accoglienza riservata alla nostra proposta, malgrado il periodo difficilissimo marcato dalle insicurezze legate all’emergenza COVID-19, mi riempie di soddisfazione e ci conferma che abbiamo saputo individuare un’esigenza specifica degli investitori”.
Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, ha dichiarato: “La capacità di investimento di Liftt avrà un ruolo propulsivo per il sistema economico torinese, costituendo un “motore” per l’avvio di nuova imprenditorialità e contribuendo a rafforzare il posizionamento di Torino come hub internazionale per l’innovazione in grado di esercitare una forza centripeta per l’attrazione di capitale umano eccellente”.