Dopo un’acquisizione in Germania, un programma di investimenti da 30 milioni nei prossimi tre anni e infine la Borsa oppure nuovi soci, per finanziare eventuali operazioni straordinarie. E’ questo il piano di sviluppo del gruppo italiano Aquafil, produttore di filati nylon per pavimentazioni e abbigliamento e leader europeo nel settore della produzione di filati per moquette con circa il 40% del mercato e circa l’11% a livello globale, controllato dal presidente e amministratore delegato Giulio Bonazzi e partecipato al 26% del fondo Hutton Collins (tramite Hc Romeo).
Aquafil ha infatti recentemente acquisito in Germania un ramo d’azienda di Domo Chemicals. Si tratta della seconda operazione straordinaria condotta quest’anno da Aquafil, che, come ha spiegato Bonazzi a MF-Milano Finanzalo lo scorso 12 settembre,«vuole concentrarsi sulla produzione di fili di nylon per pavimentazione tessile e per specifici impieghi del settore abbigliamento (come collant o costumi da bagno, ndr). Per questo motivo la scorsa primavera abbiamo ceduto al gruppo Domo Chemicals la nostra attività di produzione di tecnopolimeri per lo stampaggio di materie plastiche che fattura circa 80 milioni, mentre pochi giorni fa abbiamo siglato sempre con Domo l’accordo per acquisire il loro ramo d’azienda di produzione di fibre per pavimentazione tessile, che fattura circa 50 milioni». Il risultato di questa doppia operazione, ha continuato Bonazzi, «sarà per quest’anno un fatturato del gruppo probabilmente poco più elevato di quello del 2012 (500 milioni di euro dai 495 milioni del 2011, con un ebitda di 52,6 milioni da 53,5 milioni, ndr), ma già nel 2014 dovremmo vedere un aumento più importante, anche grazie all’incremento di capacità produttiva al quale ci stiamo apprestando, concentrando investimenti per una trentina di milioni nei prossimi 2-3 anni sul nostro core business». E, ha aggiunto Bonazzi, «le prospettive sono di un incremento significativo della quota di fatturato estero, che a regime arriverà al 90%, con un 30-40% al di fuori dell’Ue».
I nuovi investimenti saranno finanziati in parte con il cash flow dell’azienda e in parte grazie all’incasso ottenuto dalla cessione delle attività della divisione di engineering plastics. Non solo. «Parte dell’incasso è servito anche a rimborsare un terzo finanziamento mezzanino che ci era stato erogato da Hutton Collins al momento dell’ingresso del capitale di Aquafil», ha aggiunto Bonazzi. «Dopo esserci concentrati sul business, ora stiamo ragionando anche sulle opportunità possibili per ridurre il costo del debito», non escludendo la possibilità di un bond. «In ogni caso coglieremo ogni finestra utile di mercato sia sul fronte del debito sia su quello dell’equity. Il gruppo oggi è molto ben capitalizzato, ma se un domani dovesse essere l’opportunità di crescere in maniera importante con un’acquisizione, allora potrebbe essere il momento giusto di rivolgersi alla borsa o di far entrare nuovi soci», ha concluso Bonazzi.
Quanto ad Hutton Collins, entrato nel capitale di Aquafil nel 2009, ha assicurato il partner italiano Mauro Moretti: «Riteniamo che l’azienda abbia ancora parecchio potenziale, perciò vogliamo rimanere azionisti ancora per qualche anno. Prova ne è che nel frattempo abbiamo incrementato la nostra quota dal 22,5 al 26% e abbiamo rinegoziato con l’imprenditore la scadenza del patto parasociale e l’allungamento al settembre 2018 del finanziamento soci che avevamo erogato nel 2009».