Solidarierà Veneto, il fondo pensione contrattuale del mondo produttivo veneto, ha puntato 7 milioni sul fondo Assietta Private Equity III, il fondo che ha chiuso da poco la raccolta a quota 48 milioni di euro, gestito da Assietta Private Equity sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo ha anticipato MF Milano Finanza in edicola da sabato 12 settembre, precisando che in totale Solidarietà Veneto al momento ha destinato 30 milioni del suo patrimonio a investimenti in private equity. Cifra che potrà aumentare di pari passo al crescere del valore degli asset in gestione (si veda il comunicato stampa).
Per Solidarierà Veneto, attivo ormai dal 1990 e primo fondo pensione territoriale avviato in Italia con un patrimonio gestito a fine luglio di circa 950 milioni di euro, è un secondo esperimento nel private equity, visto che lo scorso febbraio aveva allocato 7 milioni al nuovo Fondo Sviluppo Pmi da 50 milioni gestito da FVS sgr, l’ex Friulia sgr, che dallo scorso giugno è controllata al 51% da Veneto Sviluppo spa e partecipata per il resto da Friulia spa (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia quello in Assietta è il primo esperimento di investimento in un fondo di private equity indipendente non solo per Solidarietà Veneto, ma più in generale per un fondo pensione contrattuale italiano.
L’annuncio è stato dato venerdì 11 settembre alla stampa locale a Treviso dai vertici del fondo pensione, il presidente Andrea Tomat, il vicepresidente Maurizio Doppio e il direttore generale del fondo Paolo Stefan, alla presenza del team di Assietta sgr, che ha gestito la trattativa, l’amministratore delegato Marco Cornaglia e il consigliere delegato Maurizio Atzori.
«Abbiamo fatto la scelta di aprirci all’investimento in private equity e quindi allo sviluppo delle pmi locali quattro anni fa. Ci è voluto del tempo per attrezzarci con un le competenze adeguate e per strutturare un sistema di screening e monitoraggio del mercato che ci permettesse di iniziare l’avventura su basi solide», hanno spiegato i manager di Solidarietà Veneto, sottolineando: «A oggi abbiamo stanziato 30 milioni di euro per gli investimenti di private equity. Di questi, 14 milioni li abbiamo già allocati e ora siamo in due diligence per un terzo progetto. In ogni caso, a regime l’esposizione al private equity dovrà essere del 3-5% per il fondo e quindi, dato che il patrimonio del fondo cresce di circa 100 milioni all’anno, quei 30 milioni sono destinati a loro volta a crescere».
L’esperimento di Solidarietà Veneto potrebbe essere il primo segnale di un’apertura di questo tipo di investitori agli asset alternativi, spinti dalla ricerca di rendimenti più ricchi di quelli dei titoli di Stato e dell’obbligazionario corporate e decorrelati rispetto all’andamento dei mercati azionari internazionali.
Al coinvolgimento dei fondi pensione negli investimenti di private equity e di venture capital tramite fondi di fondi sta lavorando da tempo anche il Fondo Italiano d’Investimento e il Governo ha fatto la sua parte lo scorso maggio, estendendo anche agli investimenti diretti e indiretti di private equity e di venture capital il credito d’imposta previsto in favore di fondi pensione e casse di previdenza, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 (si veda altro articolo di BeBeez).
Mentre iniziata a sortire i suoi effetti l’applicazione del Decreto n. 166 del settembre 2014, che ha sostituito il vecchio decreto 703 del 1996 e che apre di fatto gli investimenti dei fondi pensione alle gestioni alternative a quelle a benchmark, prevalentemente adottate sinora dagli enti previdenziali (si veda altro articolo di BeBeez) e contemporaneamente Covip ha sancito che i fondi pensione potranno dare ai propri gestori esterni indicazioni di investimento in strumenti cosiddetti alternativi, anche se non specificamente previsti nei mandati di gestione.