L’equity crowdfunding può rendere bene non solo a chi lo usa per finanziarsi, ma anche a chi lo gestisce. Lo dimostra l’ultimo round di raccolta fondi di OurCrowd, piattaforma di equity crowdfunding tra le più importanti del mondo. Nella sua terza serie di finanziamento ha raccolto al 20 settembre scorso 72 milioni di dollari, quasi il triplo rispetto al round precedente (25 milioni di dollari nel 2014). Il terzo round non è ancora concluso e il fondatore e Ceo della società, Jon Medved, ha dichiarato a TechCrunch di essere «fiducioso di arrivare ad un totale di 100 milioni di euro».
OurCrowd opera in 110 paesi di tutti e cinque i continenti. Attiva dal febbraio 2013, ha lanciato 94 campagne di raccolta fondi per un totale di 72 compagnie. Il totale di fondi raccolti ha raggiunto i 30 milioni di dollari, mentre gli investitori registrati sul portale sono oltre 15mila. Nove campagne hanno già visto una exit, di cui 2 tramite Ipo. La prima delle due compagnie arrivate all’Ipo grazie ad OurCrowd è ReWalk, startup di robotica che si occupa di costruire servomeccanismi per facilitare il movimento delle persone con arti menomati.
Il capitale raccolto in quest’ultimo round sarà utilizzato da OurCrowd per due scopi, da un lato l’espansione del proprio business e dall’altro il supporto alle startup che raccolgono fondi sulla piattaforma. «Metà del capitale lo utilizzeremo per espandere i nostri sette uffici in giro per il mondo e per sviluppare la nostra piattaforma», continua Medved, che è tra i più esperti veterani del VC nel suo paese, «la seconda metà sarà usata per assicurarsi che ogni azienda che fa crowdfunding sul nostro portale riceva capitale dal General Partner negli stessi termini che dagli investitori ‘crowd’. L’obiettivo finale è un miliardo di investimenti in crowdfunding nel 2020».
In Italia l’equity crowdfunding è ancora in uno stadio iniziale di crescita, ma non mancano i portali per chi voglia scommettere sul successo di un progetto innovativo. Uno di loro è
EquityStartup, promosso da Ascomfidi Nord-Ovest, che introduce la possibilità di intestare le proprie quote in conto terzi anziché in conto proprio. Grazie alla partnership con Intermonte, (società che possiede Websim.it) gli investitori potranno intestare a Intermonte (anziché a se stessi) le quote sottoscritte in fase di collocamento.
Questa procedura semplifica la vita all’investitore in termini di tempi e di costi soprattutto in caso di eventuale cessione delle quote. Si apre quindi la strada alla negoziazione delle quote: un mercato secondario (come avviene in Borsa) che riduce l’illiquidità tipica dell’equity crowdfunding.
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