Missione compiuta. Il mercato non ha tardato a premiare la bontà del modello di business di Orwell la startup della realtà virtuale made in Italy. A pochi giorni dall’avvio della campagna la società ha raggiunto e superato il target di raccolta di capitali: oltre 115mila euro, +15% rispetto all’obiettivo. Ma c’è tempo sino al 4 agosto per investire, con una quota minima di 250 euro.
Il software applicativo di Orwell è compatibile con tutte le principali piattaforme VR (Oculus Rift, Gear VR, Google Cardboard, iOS, Android e HTC-VIVE).
Il prodotto più maturo (e già di successo) sono le esperienze personalizzate per Mostre, Eventi, Musei e Fiere. Esempi di questo tipo sono quelli realizzati per la mostra sul pittore Gustav Klimt a Firenze, un successo da 80mila biglietti staccati, o la Da Vinci Experience, che consente di immergersi nella realtà delle macchine immaginate dal grande artista e inventore toscano. “Questo format, oltre a rappresentare un’esperienza coinvolgente”, spiega Antonelli, “dal punto di vista del business è facilmente scalabile e può essere riproposta all’estero dopo una breve customizzazione”.
Le potenzialità di questo progetto sono evidenti, anche dal punto di vista dei ritorni pubblicitari e Orwell sta già lavorando al suo sviluppo in collaborazione con player del settore fieristico. “Si tratta di uno dei nostri progetti principali”, dice Antonelli, “quello a cui destineremo la parte più consistente delle risorse raccolte con il Crowdfunding”.
La valutazione pre-money della società è di 850mila euro e le nuove quote offerte rappresenteranno da un minimo del 10,5% ad un massimo del 19% del capitale totale a seconda del totale raccolto.
L’anno successivo il fatturato è previsto a 2,88 milioni e l’Ebitda a 1,76 milioni (margine 61%).
Gli obiettivi appaiono però in linea con il tasso di crescita del mercato del software VR, mentre la base finanziaria di partenza è solida: Orwell nei suoi primi tre anni di attività ha raggiunto un fatturato di 280mila euro circa e un utile operativo di 20mila euro. La posizione finanziaria non vede la presenza di debiti finanziari a lungo termine. L’attività di produzione di software, inoltre, non è ‘capital intensive’ e i prodotti VR sono facilmente replicabili e customizzabili.