C.M.C. (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, una delle principali società di costruzioni italiane, è alle prese con un debito troppo pesante rispetto ai margini e ha annunciato infatti lo scorso mercoledì 31 ottobre di aver dato mandato a Mediobanca e al prf. Andrea Zoppini, rispettivamente con il ruolo di advisor finanziario e legale, “per intraprendere tutti gli approfondimenti necessari a gestire la contingente situazione di tensione finanziaria, peraltro caratteristica di tutto il comparto di mercato in cui la cooperativa opera”.
Negli ultimi mesi, come noto, hanno infatti mostrato problemi di eccessivo indebitamento, fra gli altri gruppi di costruzioni, Astaldi (di cui il tribunale di Roma ha accolto la richiesta di concordato preventivo) e Condotte.
CMC di Ravenna, fondata nel 1901, è tra le principali società di costruzioni italiane, e opera a livello internazionale da oltre quarant’anni. A oggi il portafoglio ordini sfiora i 5 miliardi. Tra i principali lavori terminati o in corso di realizzazione negli ultimi anni si ricordano: i lavori per l’adeguamento a 4 corsie della SS 640 fra Agrigento e Caltanissetta, l’ammodernamento della nuova Aurelia a Savona, la costruzione di un tunnel idraulico a Manila, gli impianti idroelettrici in Kenya e le due gallerie stradali della tangenziale di Stoccolma.
CMC ha attualmente due bond quotati alla Borsa del Lussemburgo: uno da 325 milioni di euro a scadenza 15 febbraio 2023 e cedola 6%, che ieri ha chiuso la giornata con un prezzo di 37,025 centesimi, peraltro in recupero dalla chiusura a 33 centesimi del giorno prima, e che era stato emesso nel novembre 2017 per rimborsare in anticipo il bond da 300 milioni a cedola 7,5% in scadenza nel 2021; e l’altro da 251 milioni a scadenza 1° agosto 2022 e cedola 6,875%, che ieri ha chiuso a 38,295 centesimi.
Alla fine di giugno la semestrale del gruppo indicava che la posizione finanziaria netta di CMC era salita a 815,3 milioni di euro, dai 589,2 milioni di fine 2017, a fronte di ricavi per i sei mesi di 488,2 milioni e di un ebitda di 64,8 milioni, mentre il 2017 si era chiuso con 1,085 miliardi di ricavi e 171,6 milioni di ebitda.