Gli investimenti delle banche in private equity e venture capital non dovranno più essere considerati ad alto rischio ai fini degli accantonamenti di capitale a vigilanza, se le banche hanno l’intenzione di sviluppare una relazione di business strategica con la società nella quale ha investito. Lo ha scritto l’EBA nelle sue Linee guida sui tipi di esposizioni da associare ad attività ad alto rischio, al termine della consultazione con il mercato lanciata nella primavera 2018 e conclusa lo scorso luglio.
Si tratta di una piccola rivoluzione, perché sinora tutti questi investimenti erano considerati ad altissimo rischio dal Regolamento europeo sui requisiti patrimoniali 575/2013 (CCR) con la conseguenza che assorbivano moltissimo capitale (sino al 150%) e quindi erano nella sostanza disincentivati, soprattutto in uno scenario di mercato nel quale le banche stanno subendo un incremento dell’assorbimento di capitale sul fronte di altri tipi di asset, come i crediti unlikely-to-pay e gli NPLs, sempre in coerenza con le nuove norme di vigilanza internazionale.
L’128 del CRR stabilisce oggi che quattro tipi di esposizioni devono essere considerate attività a un particolare alto rischio e cioé:
- investimenti in società di gestione di venture capital
- investimenti in fondi di investimento alternativi (FIA), a meno che il mandato del fondo non permetta una leva più alta di quella richiesta dell’art. 51 comma 3 della Direttiva UE 2009/65
- investimenti in private equity
- finanziamento di iniziative immobiliari speculative
Ebbene, l’EBA ha tenuto a precisare in una riga delle sue Linee guida che “gli investimenti in private equity sono caratterizzati dall’intenzione di generare un profitto attraverso, per esempio, un leveraged buyout, un’ipo o qualsiasi altro tipo di cessione del capitale. Gli investimenti per i quali l’istituzione ha intenzione di sviluppare una relazione commerciale strategica con l’azienda nella quale ha investito sono esplicitamente esclusi. Quest’ultimo tipo di investimenti può ancora essere assegnato alla classe di attività ad alto rischio per altri motivi, ma non deve essere considerato investimento in private equity”.
Ma non basta. L’EBA si è spinta anche a dire che le esposizioni verso le pmi non costituiranno in genere un finanziamento di investimenti speculativi ed è quindi improbabile che queste esposizioni possano essere considerate ad alto rischio. Il finanziamento delle pmi gioca infatti un ruolo fondamentale per la creazione della crescita economica e dell’occupazione nell’Unione europea.