Mymenu, la startup di food delivery tutta italiana, apre un nuovo round di finanziamento da 1,5 milioni di euro, da chiudersi nel giro di tre-quattro mesi per supportare l’ulteriore fase di crescita. Lo ha detto a BeBeez Giovanni Cavallo, founder di uno dei tre nuclei attorno a cui si è sviluppata l’attuale società, nata dall’integrazione tra Mymenu, Sgnam e BacchetteForchette.
“In questo modo dall’inizio dell’attività la startup avrà incassato circa 3 milioni dagli investitori, di cui 500 mila euro lo scorso anno in occasione delle due operazioni straordinarie, cioè appunto la fusione tra Mymenu e Sgnam e l’acquisizione di BachetteForchette”, ha detto Cavallo.
Sei anni fa a Bologna Cavallo, insieme al socio Lorenzo Lelli, dava vita a Sgnam. Più o meno contemporaneamente a Padova Edoardo Tribuzio fondava la sua Mymenu. I founder delle due startup complementari tra loro si sono poi incontrati e hanno deciso di unire le forze, ultimando il tutto a inizio 2018 con una fusione a valle della quale hanno scelto di mantenere Mymenu nel medio termine come brand principale. Pochi mesi dopo è stata conclusa l’acquisizione del competitor milanese Bacchetteforchette il quale a sua volta era il risultato di un’aggregazione con MyFood nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). A contenere i tre brand è la Meal srl. Gli investitori presenti a oggi nel capitale di Meal sono il fondo P101 (che aveva investito in Sgnam nell’ottobre 2013), Club Italia investimenti 2, l’acceleratore di startup Nana Bianca, il gruppo editoriale Monrif net e Demi 5, che fa capo a imprenditori bresciani dell’acciaio
Mymenu è diventata così la più grande realtà italiana nel settore del food delivery, in sostanza l’unico player italiano di un settore che è presidiato per il resto dai grandi gruppi internazionali come Foodora, Deliveroo, Just Eat e Glovo.
“La nostra strategia è stata quella di puntare su una fascia di consumo medio-alta grazie a una selezione di ristoranti mirata a una clientela senior, mentre tutti gli altri stanno andando verso la democratizzazione del servizio. Così, se lo scontrino medio del comparto è nei dintorni dei 20 euro, il nostro è di circa 38 euro, quasi il doppio. Questo si traduce in maggior marginalità sull’ordine e dunque maggior sostenibilità. E grazie all’acquisizione di Bacchetteforchette siamo entrati nella fascia business, che ha una maggior frequenza di ordinazioni mensili e quindi uno scontrino medio superiore. Si arriva ai 60 euro”.
Quanto ai numeri, “nel 2018 abbiamo transato 5 milioni di euro, con una crescita importante rispetto al 2017. Attualmente abbiamo un team di circa 15 persone e ci avvaliamo di una rete di più di 600 driver e 500 ristoranti super selezionati”, ha aggiunto Cavallo. Mymenu oggi opera principalmente nel nord Italia, a Milano, Bologna, Padova, Modena, Verona e Brescia.