“A breve annunceremo il final closing del nostro fondo United Ventures II (UV2)“. Lo ha detto a BeBeez Paolo Gesess, cofondatore e managing partner di United Ventures sgr, insieme a Massimiliano Magrini, a margine di Tech Insights 2019, l’evento promosso da United Ventures sgr, che si è tenuto ieri presso Talent Garden Calabiana di Milano, cui hanno partecipato senior executive, venture capitalist e imprenditori internazionali.
Il fondo UV2 aveva annunciato il suo primo closing a 75 milioni di euro nel dicembre 2017, già al di sopra della raccolta complessiva del primo fondo UV1, lanciato nel 2013 con una raccolta di 70 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Al momento del lancio, il target complessivo della raccolta del secondo fondo era stato fissato a 120 milioni.
A oggi United Ventures ha già investito in numerose società, tra cui Equalum, Exein, Credimi, brumbrum, MoneyFarm, FaceIt, Loop AI Labs, Cloud4Wi e MainStreaming. Gesess ha spiegato che la sgr con il nuovo fondo UV2 intende effettuare altri 3-4 investimenti all’anno nei prossimi 5 anni. “Abbiamo una pipeline numerosa e guardiamo a diversi ambiti, in particolare trasporti, energia e medicale (healthtech)”. Per quanto riguarda il settore del venture capital, ritiene che la situazione attuale sia migliorata rispetto a 20 anni fa, quando entrò nel business, ma che servano nuovi operatori e molto tempo: ogni fondo dura almeno 10 anni e fino ad allora non si può sapere se sia stato gestito bene o meno”. Per Massimiliano Magrini, l’ecosistema italiano è solido, ma nonostante sia in crescita, il venture capital non ha ancora raggiunto la massa critica necessaria per diventare sostenibile”.
Gesess e Magrini sono comunque entrambi ottimisti sulle ultime iniziative del governo a favore del venture capital (si veda altro articolo di BeBeez). “Le norme sono un passo avanti e sono iniziative concrete, a dispetto delle numerose parole dette prima. Bisogna collaborare affinché abbiano un effetto reale”, ha dichiarato Gesess. Per Magrini, le iniziative del Governo “vanno nella giusta direzione, ma bisogna aspettare che scarichino tutto il loro potenziale”.
Reshma Kalimi, vice presidente del fondo di private equity e venture capital americano Stripes Group, nekl suo intervento all’evento ha paragonato gli investimenti di venture capital in Francia e Italia. Sebbene i due paesi siano molto simili, la prima ha fatto un ottimo lavoro nell’aiutare le startup a trovare finanziamenti, soprattutto grazie agli advisor. A suo avviso, in Europa ci sono due tipi di imprese: quelle famose e quelle di alta qualità ma nascoste nell’ombra.
Per Davide Dattoli, ceo e cofondatore della piattaforma italiana di spazi di coworking, networking e formazione per l’innovazione digitale Talent Garden, i principali problemi del venture capital in Europa sono la difficoltà di connettere i talenti della tecnologia e la velocità della raccolta di capitale. In particolare, il Sud Europa è molto disconnesso dal resto del mondo e con la frammentazione è impossibile creare società grandi. Inoltre, 6-9 mesi per chiudere un round a suo avviso sono troppi e non permettono alle startup di diventare scaleup.