Nelle scorse settimane, il fondo americano Elliott ha iniettato altri 120 milioni di euro nella sua controllata Credito Fondiario. Lo riferisce Il Sole 24 Ore. L’aumento di capitale era atteso, in quanto necessario per finanziare l’operazione annunciata nel dicembre scorso, con la quale il gruppo Banco Bpm ha ceduto a Credito Fondiario ed Elliott un portafoglio di non performing loan da 7,4 miliardi di euro e il 70% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez).
Si tratta del secondo aumento di capitale sottoscritto dal fondo americano in Credito Fondiario, dopo quello da 65 milioni di euro sottoscritto nell’ottobre 2018, così come già previsto da un accordo di investimento siglato il 29 maggio 2018 tra gli azionisti (si veda altro articolo di BeBeez). Con la sottoscrizione di quell’aumento di capitale riservato e la conversione delle azioni di classe A2 (a voto frazionato) già detenute da Elliott in azioni di classe A1 (azioni a voto ordinario), la partecipazione di Elliott in Credito Fondiario era quindi salita dal 40% al 69,48% del capitale sociale, ma era già stato precisato che quella partecipazione sarebbe stata incrementabile sino all’81,53%.
Credito Fondiario è controllato dal fondo Elliott tramite la holding di diritto lussemburghese Tiber Investments sarl, mentre le restanti quote sono in mano al management. Lo scorso 14 giugno i soci hanno depositato il progetto di fusione inversa in Credito Fondiario di CF Holding spa (la ex Tages Holding, controllata dal management e partecipata a sua volta al 44,75% da Tiber Investments), che controlla oggi i 27,15% di Credito Fondiario. L’operazione avrà appunto come risultato il passaggio diretto in capo a Tiber Investments dell’81,53% del capitale di Credito Fondiario e quindi la semplificazione della catena di controllo.
Attualmente i fondi Bain Capital Credit e Cerberus Capital Management, oltre che i concorrenti Cerved Group e Prelios Credit Servicing, starebbero studiando il dossier di Credito Fondiario. Fondi e operatori sono infatti stati contattati dagli advisor Deutsche Bank e Goldman Sachs, incaricati da Credito Fondiario di valutare le opzioni strategiche per il futuro (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto mentre all’inizio di agosto, Credito Fondiario e Banca Ifis hanno poi comunicato di avere allo studio la creazione di una joint venture per il servicing e l’investimento in crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez).
Guidato dal direttore generale Iacopo De Francisco, al 31 dicembre 2018 Credito Fondiario aveva oltre 50 miliardi di euro lordi di asset in gestione, tenuto conto della partnership con Banco Bpm (il dato non rettificato si attesta a 43,3 miliardi), in crescita rispetto ai 40,6 miliardi di fine dicembre 2017. ll gruppo ha chiuso il primo semestre con un risultato consolidato netto pari a 5,2 milioni, a fronte di un margine di intermediazione di 38,9 milioni, e asset under management lordo per 52,1 miliardi (si veda il comunicato stampa). “La prima parte del 2019 è stata ricca di soddisfazioni, con la conclusione della partnership con Banco BPM, la creazione del nuovo gruppo bancario, l’operazione con UBI Banca sul leasing e l’accordo esplorativo con Banca IFIS. Ciò è avvenuto anche grazie al continuo sostegno di tutti gli azionisti, che ci permette anche di investire in tecnologia, infrastruttura e professionalità, rendendo possibile un percorso di crescitache ha visto raddoppiare l’operatività della banca in pochi mesi”, ha spiegato Mirko Briozzo, Vice Direttore Generale e Chief Business Officer della banca.
(Articolo modificato lunedì 26 agosto 2019 alle ore 13.30. Si aggiungono i risultati del I semestre 2019 della società)