“Nei bilanci delle banche rimangono circa 164 miliardi tra sofferenze e Utp, 177 miliardi sono già stati stati ceduti ma solamente 11 miliardi sono stati recuperati dal 2015 al 2019. Ci sono quindi da gestire ancora 330 miliardi di crediti deteriorati”. Lo ha detto venerdì 27 settembre Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis, aprendo l’ottava edizione dell’Npl Meeting di Banca Ifis e riassumendo i contenuti dell’ultimo Market Watch dell’ufficio studi dellaa banca (si vedano qui il comunicato stampa e qui il Market Watch Npl di Banca Ifis del I semestre 2019).
Lo studio rileva che i crediti deteriorati sui libri delle banche sono diminuiti del 51% dal picco del 2015 a oggi in Italia (-173 miliardi di euro), ma tuttavia il nostro paese resta al primo posto per Npe ratio a livello europeo e mantiene un elevato tasso di passaggio da Utp e Npl. Il settore più colpito dal deterioramento dei debiti è quello delle costruzioni, che resta ancora ben al di sopra dei livelli pre-crisi.
Dal 2015 a oggi, circa il 66% delle transazioni di crediti deteriorati sono state originate da 10 banche; sul podio Unicredit, Banca Mps e Banco Bpm. I primi 5 acquirenti per volumi sono stati: Quaestio, Banca Ifis, Fortress, Lindorf- Intrum-Carval Investors, Fonspa.
Per quest’anno, Banca Ifis prevede transazioni di Npl per 46 miliardi di euro (di cui il 17% coperte da Gacs e il 35% nel mercato secondario), di cui 29 miliardi su Utp. Per il prossimo anno, Banca Ifis si aspetta transazioni di crediti deteriorati per 43 miliardi di euro e deal in crescita del 40%.
In realtà si potrebbe anche arrivare oltre: sinora, sono stati infatti annunciati passaggi di mano di crediti deteriorati per circa 25 miliardi e in arrivo ci sono deal attesi per altri 46 miliardi, come indicato nell’ultimo Report di BeBeez sugli NPE ricco di tabelle, pubblicato oggi (scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
Per quanto riguarda i prezzi, quelli dei crediti secured sono rimasti stabili e quelli degli unsecured sono saliti dal 6% al 9%, a fronte però di una qualità migliore dei portafogli. In media stiamo parlando di un prezzo pari al 27% del valore lordo dei crediti che saranno passati di mano nel 2019, dal 26% del 2018 e molto al di sopra del 19% del 2017.
Andrea Federico, Partner e Head of the Financial Services Public Policy Practice Emea di Oliver Wyman, ha stimato un impatto della Gacs per 4-6 miliardi di euro sui prezzi di cessione degli Npl, che altrimenti sarebbero stati più bassi (si veda qui la presentazione completa).
Secondo Pier Paolo Masenza, Financial Services Leader di PwC, l’evoluzione del settore è stata guidata dalla regolamentazione, in particolare dalle norme sulla Gacs (si veda qui la presentazione completa). Michelangelo Margaria, Senior VP di Moody’s, ora però si attende un rallentamento delle operazioni assistite da Gacs, perché oramai la maggior parte delle operazioni si è chiusa.
Proprio grazie alla massiva cessione di Npl negli ultimi anni, “gli Npl non sono più una minaccia per la stabilità del sistema bancario italiano”, ha detto in occasione del suo intervento all’NPL Meeting Bruna Szego, Head of Regulation and Macroprudential Analysis di Banca d’Italia.
Tuttavia, ha detto ancora Szego, “in quanto autorità di vigilanza dobbiamo mantenere un alto livello di attenzione e dobbiamo continuare a monitore la capacità delle banche di ridurre la massa di Npl perché l’Npl ratio resta alto rispetto agli standard internazionali. La vigilanza sugli Npl sta dando i suoi frutti ma il problema non è del tutto risolto. Possiamo dire che non è più un problema di stabilità finanziaria”.
Secondo Masenza, il calendar provisioning potrebbe essere il prossimo fattore a cambiare i paradigmi industriali. Bruna Szego ha spiegato che il calendar approach avrà effetti in Italia sulla lunghezza del processo di cessione di Npl da parte delle banche, che dovrebbero essere più veloci. In generale, la regolamentazione più stringente porterà a un’erogazione più attenta di credito ex ante da parte delle banche. Alla luce di questo, nonostante l’andamento incerto del ciclo economico, secondo lei è raggiungibile un Npl ratio del 5% per il sistema.
Per il futuro, Mari Rimmanen, Head of Reporting, Loan Management and Transprency dell’Eba, ha assicurato che non dovrebbero esserci revisioni importanti di regolamentazione degli Npl a livello europeo. A livello italiano, Stefano Cappiello, direttore generale directorate Legal Affairs – Banking & Financial Services del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha chiuso la porta a una possibile estensione della Gacs agli Utp, così come si era ipotizzato a fine settembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) prima che lo scorso maggio venisse confermato lo schema attuale (si veda altro articolo di BeBeez): il MEF non ritiene sia lo strumento più appropriato per tali crediti, in quanto è difficile assegnare loro un rating e si rischia che siano trattati come Npl, distruggendo valore sia per l’impresa ceduta che per la banca cedente.
Il problema principale per il settore resta quindi il recupero crediti, stando ai dati di Banca Ifis. “L’industria funziona molto bene sui piccolissimi crediti, numerosi ma di modestissimo importo. Sulla parte immobiliare, vendere un immobile oggi è un problema grosso, ad eccezione di Milano e Roma. Serve un intervento fiscale, perché ormai la spinta sui tassi ha esaurito la sua funzione e rischia addirittura di diventare dannosa, se prolungata”, ha commentato Colombini. Un altro tema scottante è chi debba occuparsi del recupero del credito: “E’ molto efficiente affidare a un esterno il recupero Npl, ma è poco educativo per le banche erogare crediti e non recuperarli. Questo enigma andrà risolto. Le società debitrici però dovrebbero essere più veloci a dare segnali di crisi, per negoziare in modo tempestivo e proattivo accordi di ristrutturazione del debito”, ha commentato ancora l’ad di Banca Ifis.
Francesco Vovk, presidente di Unirec, l’associazione delle società di recupero crediti, ha detto a BeBeez: “Vediamo la tendenza a un aumento delle masse di Npl gestite dai nostri associati: dai 56 miliardi del 2015 a 82,3 miliardi di euro del 2018 (si veda altro articolo di BeBeez, ndr). Sono aumentati anche i fatturati, ma non la marginalità. Il 90% degli Npl che entra nei radar delle nostre aziende è unsecured. Quelli di mid e big ticket con le garanzie sono gestiti da servicer più grandi e strutturati, ma danno risultati più soddisfacenti in termini di recupero”. Sul tema dei recuperi gli abbonati a BeBeez News Premium possono leggere l’Insight View di BeBeez dello scorso fine luglio, Crediti deteriorati, ecco come vanno i recuperi e quanto rendono ai servicer (scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
Da segnalare infine che nel settore degli Npl sono in corso importanti cambiamenti indotti dalla tecnologia. Domenico Martelli, Senior Director Insight & Cloud Strategy di Oracle Italia, ha spiegato che la società sta portando avanti un nuovo marketplace per la cessione di Npl basato sulla blockchain. Dal canto suo, Ibm ha aperto tre innovation hub in Italia per diffondere tecnologie come blockchain e AI, che hanno un ruolo sempre più importante nella selezione dei creditori delle banche. Inoltre, pochi giorni fa Ibm ha avviato con Cdp un tavolo su blockchain, credito e finanza. Tuttavia, Pietro Lanza, General Manager e Blockchain leader di Ibm Italia, ha ammesso che in Italia c’è ancora molta strada da fare per diffondere queste tecnologie e molte aziende non hanno ancora compreso i loro benefici e si illudono di applicarla a tutti gli ambiti, ragion per cui Ibm rispedisce al mittente il 50% delle richieste di applicazione della blockchain. Oltre all’evangelizzazione degli operatori, un altro ostacolo è la governance del dato, ha ricordato Ugo Pastori, Head of Strategic Planning di FinScience: tutte le operazioni legate ad AI e algoritmi non funzionano se il dato aziendale di partenza è di cattiva qualità.
All’evento non ha ovviamente partecipato Giovanni Bossi (ex amministratore delegato di Banca Ifis uscito qualche mese fa dopo uno scontro con l’azionista di riferimento Sebastien Egon von Fürstenberg, si veda altro articolo di BeBeez), che invece ha organizzato un suo contro-evento per lanciare Cherry, una società che a sua volta lavora sull’intelligenza artificiale nel mondo dei crediti deteriorati . Bossi infatti continua a essere pienamente coinvolto nel mondo dei crediti deteriorati: come noto gestirà insieme a Federico Ghizzoni il nuovo fondo di Clessidra sgr dedicato agli Utp e al restructuring (si veda altro articolo di BeBeez).