Se in generale per Banca Ifis, quotata a Piazza Affari e controllata dalla famiglia Furstenberg, tra i principali player italiani nella gestione di portafogli NPL e nel factoring, il primo trimestre del 2024 è andato via senza troppi scossoni, con un utile netto di 47 milioni di euro, in progresso del 2% rispetto allo stesso periodo del 2023, lo stesso non si può dire per la specifica area che si occupa appunto dei crediti distressed che, sebbene si sia confermata come la più redditizia del gruppo bancario, ha visto diminuire l’utile netto a 16 milioni di euro, cioè 3 milioni meno che nello stesso periodo del 2023 (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Più nel dettaglio, Il margine di intermediazione del settore ammonta a 74,3 milioni di euro, in aumento di 4,8 milioni di euro rispetto al risultato del primo trimestre 2023, concentrato a livello del margine di interesse (+6 milioni di euro). Ma ciò si deve soprattutto al fatto che nel primo trimestre 2024 sono stati consolidati i numeri di Revalea, società specializzata nell’acquisto di protafogli di npl legati soprattutto al consumer finance, alla quale a fine dicembre 2022 MBCredit Solutions del gruppo Mediobanca aveva trasferito il ramo d’azienda “acquisto NPL”(si veda altro articolo di BeBeez) e che Banca Ifis aveva acquisito sei mesi dopo da Compass, sempre controllata da Piazzetta Cuccia (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia le commissioni nette sono passate da ricavi per 800 mila euro al 31 marzo 2023 a un costo di 300 mila a fine marzo 2024, variazione anche in questo caso riconducibile alle commissioni riconosciute da Revalea a servicer terzi.
Nel frattempo i costi operativi dell’area NPL, 50,2 milioni di euro al 31 marzo 2024, sono aumentati di 8,9 milioni di euro rispetto ai primi tre mesi del 2023. L’ incremento deriva da maggiori spese del personale per 1,9 milioni di euro dovute all’aumento dell’organico e agli aumenti connessi al rinnovato contratto nazionale dei bancari e, per 3,5 milioni di euro, all’ingresso nel perimetro di consolidamento di Revalea (la cui acquisizione è stata chiusa nell’ottobre 2023), nonché a maggiori spese di recupero stragiudiziale per 2,8 milioni di euro. In linea con il primo trimestre invece , il contributo al conto economico degli incassi, 73 milioni di euro al lordo dei costi operativi.
Tuttavia, nel primo trimestre del 2024 l’attività sugli npl è stata di sostanziale stasi, con vendite per 200 mila euro che hanno compresso il Net Book Value da 20 a 19,8 milioni di euro. Un’ulteriore conferma che oggi i volumi di npl in gestione possono essere aumentati solo tramite acquisizioni di operatori terzi che non tramite la crescita “organica”, ovvero acquisendo portafogli. Che è anche il motivo alla base della decisione presa da illimity a inizo anno di non investire ulteriormente nei crediti insofferenza, per concentrarsi sull’asset-based finance e gli Utp (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto il contributo dell’Area Factoring, 44,7 milioni di euro, è aumentato del 4,3% rispetto al risultato dello stesso periodo dello scorso esercizio. Tale risultato è dovuto al maggior contributo del margine di interesse (in aumento di 1,4 milioni di euro), mentre le commissioni nette registrano una contrazione di 0,2 milioni di euro. L’aumento è esattamente in linea con quello dei volumi (appunto +4,3% contro una media di mercato del 2%)), segno che anche i tassi sono rimasti stabili, con lo spread medio pari al 4,07%.
Quanto alla capital adequacy, il patrimonio netto consolidato si è attestato a 1.7412 milioni di euro contro i 1.694 milioni di euro al 31 dicembre 2023, con i coefficienti patrimoniali del gruppo che al 31 marzo 2024 sono risultati, per il CET1, del 14,98%, del 14,99% per il Tier 1, e del 17,43%. per il Total Capital. Livelli che si confrontano con i ratio del 9%, del 10,9% e del 13,3% rispettivamente per CET1, Tier 1 e Total Capital, richiesti dalla Banca d’Italia in conformità alla Direttiva UE 36/2013 sulla vigilanza degli Enti creditizi.
“I risultati del primo trimestre 2024 confermano la capacità della Banca di ottenere performance positive anche in un contesto macroeconomico incerto come quello attuale. La crescita dell’utile è stata guidata soprattutto dall’andamento favorevole dei ricavi e dal basso costo del credito. Nel primo trimestre 2024 l’attività commerciale nel factoring e nel leasing, grazie ad un tenace lavoro della nostra rete, ha ottenuto tassi di crescita superiori ai mercati di riferimento e ha compensato l’aumento del costo della raccolta. Abbiamo completato con largo anticipo, -tramite un’emissione obbligazionaria e l’aumento dei depositi alla clientela, il funding per il rimborso del TLTRO e del prestito obbligazionario in scadenza a giugno 2024. Abbiamo, inoltre, continuato a rafforzare le coperture del costo del credito deteriorato in linea con la prudente politica di credito che da sempre caratterizza la Banca. Sulla base di questo inizio d’anno positivo, guardiamo con fiducia ai mesi successivi di questo ultimo anno di Piano Industriale, continuando a rimanere al fianco delle pmi italiane” ha dichiarato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis.