Contestualmente all’ingresso di Intesa Sanpaolo nel capitale di Camfin con il 10,7% dei diritti di voto (7,5% del capitale sociale), annunciato nei giorni scorsi a valle di un aumento di capitale da 40 milioni di euro, la holding, che a sua volta detiene il 10,1% della quotata Pirelli, ha modificato il suo statuto per prevedere anche attività di private equity. Lo scrive oggi Il Messaggero, precisando che le modifiche allo statuto e l’aumento di capitale sono stati entrambi votati dall’assemblea della finanziaria riunitasi lo scorso 8 ottobre.
Nella parte ordinaria si è proceduto inoltre alla nomina di un nuovo consigliere indicato da Intesa: Paolo Maria Vittorio Grandi, chief governance officer, che entrerà nel board non appena la banca procederà a sottoscrivere l’aumento (ha tempo fino al 31 dicembre).
A valle della ricapitalizzazione, Marco Tronchetti Provera spa possiede ora il 69,46% del capitale votante di Camfin e Unicredit il 19,84%., con la banca di Piazza Gae Aulenti che ha in pegno l’intero capitale di Camfin anche se i diritti di voto sono esercitati dagli azionisti.
Quanto a Pirelli, Camfin può salire nel capitale di Pirelli sino al 15% dopo aver acquistato ulteriori strumenti finanziari a fine settembre, che le danno diritto a comprare azioni, mentre ChemChina ha il 45,52% e Lti il 6,2%.
Pirelli è l’asset principale della finanziaria, ma, si legge nello statuto, sia la partecipazione in Pirelli sia tutte le altre partecipazioni, interessenze e strumenti finanziari sono gestiti “nell’ottica di una successiva dismissione nell’ambito di attività tipicamente di private equity”.
Sempre Il Messaggero sottolinea che l’art. 17 dello statuto relativo ai poteri e alle delibere del Cda è stato modificato in modo da prevedere il coinvolgimento di tutti gli azionisti nelle decisioni strategiche della filiera Camfin-Pirelli. Qualsiasi acquisizione cessione, trasferimento e ogni altro atto di disposizione, sotto qualsiasi forma e a qualsiasi titolo delle quote in Pirelli, Prometeon e altre società “potranno essere adottate esclusivamente con la presenza e il voto favorevole di tutti i consiglieri in carica tratti dalle liste presentate dai titolari delle azioni A”. L’unanimità è anche richiesta per ogni “operazione che imponga il lancio di un’opa su Pirelli nonché qualsiasi decisione relativa a tale opa”.