Il piano di rilancio di Stefanel presentato lo scorso 16 gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) dal commissario straordinario del gruppo di abbigliamento, Raffaele Cappiello (si veda qui il comunicato stampa), prevede necessariamente l’ingresso di nuovi investitori. Lo hanno riferito i sindacati alla stampa (si veda qui Oggi Treviso e MF Milano Finanza). Il Mise dovrà decidere entro 30 giorni se approvare il piano o chiedere ulteriori integrazioni. Stefanel intanto ha già previsto degli esuberi volontari tra febbraio e luglio 2020.
La nota di Stefanel è scaricabile anche dal sito internet dell’Amministrazione straordinaria di Stefanel da un link intitolato “Programma di cessione“. La nota precisa infatti che il programma presentato da Cappiello al MISE è quello previsto dagli artt. 54 e 56 del Decreto legislativo 270/1999.
In particolare, l’art. 54 prevede che il commissario presenti al MISE un programma redatto secondo uno degli indirizzi alternativi previsti dall’art. 27. Quest’ultimo stabilisce che “le imprese dichiarate insolventi (…) sono ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria qualora presentino concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività imprenditoriali” e che “tale risultato deve potersi realizzare, in via alternativa:
a) tramite la cessione dei complessi aziendali, sulla base di un programma di prosecuzione dell’esercizio dell’impresa di durata non superiore ad un anno (“programma di cessione dei complessi aziendali”);
b) tramite la ristrutturazione economica e finanziaria dell’impresa, sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore a due anni (“programma di ristrutturazione”)”.
L’art. 56 prevede poi che ” Il programma deve indicare:
a) le attività imprenditoriali destinate alla prosecuzione e quelle da dismettere;
b) il piano per la eventuale liquidazione dei beni non funzionali all’esercizio dell’impresa;
c) le previsioni economiche e finanziarie connesse alla prosecuzione dell’esercizio dell’impresa;
d) i modi della copertura del fabbisogno finanziario, con specificazione dei finanziamenti o delle altre agevolazioni pubbliche di cui e’ prevista l’utilizzazione”.
Sempre l’art. 56 precisa che “se è adottato l’indirizzo della cessione dei complessi aziendali, il programma deve altresì indicare le modalità della cessione, segnalando le offerte pervenute o acquisite, nonché le previsioni in ordine alla soddisfazione dei creditori”, mentre “se è adottato l’indirizzo della ristrutturazione dell’impresa, il programma deve indicare, in aggiunta a quanto stabilito nel comma 1, le eventuali previsioni di ricapitalizzazione dell’impresa e di mutamento degli assetti imprenditoriali, nonché i tempi e le modalità di soddisfazione dei creditori, anche sulla base di piani di modifica convenzionale delle scadenze dei debiti o di definizione mediante concordato”.
Stefanel è stata ammessa il 12 settembre 2019 all’amministrazione straordinaria dal Tribunale di Venezia (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo aveva avviato l’iter per richiedere l’amministrazione straordinaria nel giugno 2019, dopo la presa d’atto “della mancata definizione di un accordo con i propri stakeholders, dell’attuale assenza di altri interlocutori interessati a supportare la società nella formalizzazione dell’ipotizzata proposta concordataria e dell’impercorribilità di ipotesi autonome di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione dell’indebitamento complessivo” (si veda altro articolo di BeBeez).
Il marchio di abbigliamento aveva presentato domanda di concordato preventivo al Tribunale di Treviso il 14 dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver annunciato perdite per 20,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2018 a fronte di un patrimonio netto di 7,5 milioni (da 13,2 milioni a fine 2017). Il Tribunale aveva ammesso la società al concordato il bianco l’11 gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva concesso alla società una proroga di 60 giorni del termine, originariamente fissato al 15 aprile 2019, per il deposito della proposta concordataria, del piano e di tutta la documentazione prevista ex lege. Il termine ultimo per la presentazione della documentazione era stato quindi fissato al 14 giugno 2019 (si veda qui il comunicato stampa). A fine novembre 2019 il gruppo aveva un debito finanziario netto di 94,2 milioni di euro, in aumento dagli 88 milioni di euro di fine ottobre (si veda qui il comunicato stampa).
Stefanel era finita in crisi già nel 2016 e nel settembre 2017 i due fondi Oxy Capital e Attestor Capital avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito omologato dal Tribunale di Treviso nell’ottobre 2017. A valle di quell’aumento di capitale, Attestor e Oxy, tramite il veicolo River Tre srl, avevano acquisito il 71% del capitale, con Giuseppe Stefanel che aveva mantenuto una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). Il loro piano di rilancio si era però scontrato con un contesto generale di calo gli acquisti di abbigliamento e con la crescita dell’e-commerce.