Mediobanca Private Banking è pronto a lanciare il terzo programma di investimento in fondi di fondi di private asset dedicati alla sua clientela private, dopo il Mediobanca Private Markets Fund II la cui raccolta è stata chiusa lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez) e dopo il Mediobanca Private Markets Fund I, che aveva annunciato la chiusura della raccolta a quota 135 milioni di euro nel marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). In totale, a oggi i due fondi, entrambi con delega di gestione a Russell Investments, hanno raccolto un equivalente di oltre 250 milioni di dollari.
Lo ha annunciato Angelo Viganò, responsabile di Mediobanca Private Banking, lo scorso giovedì 14 maggio, in occasione del suo intervento all’ultima giornata di Milano Capitali, organizzata da MF Milano Finanza, tutta incentrata sul tema del private capital, di cui BeBeez è stato media partner (si veda qui la registrazione del video).
Viganò ha spiegato che questo è “forse il momento migliore per investire inn private markets degli ultimi 15 anni”, perché “la storia ci dice che i rendimenti degli investimenti fatti in momenti di recessione sono superiori in media di un 30% rispetto ai rendimenti fatti negli anni precedenti la recessione”. In particolare, ha precisato Viganò, per questo nuovo programma “punteremo, da un lato, all’investimento in fondi internazionali specializzati in distressed asset sia di equity sia di debito, che abbiano l’obiettivo di rilanciare le aziende in difficoltà; e, dall’altro alto, all’investimento sul mercato secondario del private equity, cioé all’acquisto di quote di grandi fondi internazionali di private equity messe sul mercato da grandi investitori istituzionali che anche per ragioni legate alla crisi Covid si trovano nella necessità di riorganizzare la loro allocazione di portafoglio” (sul tema dello sviluppo del mercato secondario, si veda altro articolo di BeBeez).
In ogni caso, si tratta sempre di prodotti destinati alla clientela private di Mediobanca, che tipicamente ha un patrimonio in gestione di circa 10 milioni di euro e un approccio all’investimento che si avvicina a quello di un cliente istituzionale. E’ la stessa clientela a cui Mediobanca offre anche opportunità di investimento in club deal sia nel capitale di aziende, con The Equity Club, partecipato da 50 famiglie imprenditoriali italiane (si veda altro articolo di BeBeez), sia su base opportunistica in real estate (si veda altro articolo di BeBeez).
Se è vero infatti che i rendimenti dei private asset sono in media ben più elevati di quelli offerti dai mercati tradizionali, questi maggiori rendimenti sono ovviamente accompagnati da maggiori rischi, per cui l’offerta dei prodotti va ben modulata a seconda del tipo di clientela privata a cui vengono offerti. Un punto, questo, ben sottolineato da Paolo Garraffo, managing director di Dea Capital Alternative Funds sgr, anche lui intervenuto a Milano Capitali: “Quando si struttura un prodotto per ivnestitori retail è assolutamente importante la diversificazione tra più fondi e più classi e tipi d investimento. Per esempio, noi abbbiamo la delega di gestione su una porzione del portafoglio del fondo Azimut Private Debt, lanciato nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez, ndr). Quel fondo è diversificato in due sottoclassi: una investe in cartolarizzazioni e l’altra investe in fondi di debito. Noi ci occupiamo di questa seconda sottoclasse e i fondi nei quali investiamo sono fondi di debito corporate internazionali sia di tipo chiuso sia di tipo aperto. In questo modo l’investitore privato può accedere a fondi e gestori a cui in altro modo non potrebbe accedere e che gli offrono rendimenti molto interessanti”.
Il fondo di cui parla Garraffo è stato il primo fondo test di una serie che l’asset manager quotato a Piazza Affari ha deciso di lanciare a partire dallo scorso settembre, quando ha annunciato una svolta storica nella sua strategia industriale, prevedendo 10 miilardi di euro di investimenti in private asset nei prossimi 5 anni inn prodotti destinati sia alla clientela istituzionale sia a quella privata, non solo affluent ma anche retail (si veda altro articolo di BeBeez).
Marco Belletti, amministratore delegato di Azimut Libera Impresa sgr, sempre a Milano Capitali, ha detto: “Ai nostri clienti volevamo offrire soluzioni differenzianti e decorrelate dagli strumenti tradizionali e quale soluzione migliore se non quella di investire in economia reale? E oggi a maggior ragione, visto che la crisi da coronavirus ha progressivamente aumentato le necessità di nuova finanza per le imprese italiane, che si può affiancare o sostituire a quella tradizionale del sistema bancario. Abbiamo deciso di democratizzare i private asset e rendere accessibili al massimo questi prodotti con una soglia minima di investimento di 5 mila euro. A front di illiquidità del prodotto, che sicuramente la clientela retail deve digerire, si offre una serie di vantaggi che vanno dalla decorrelazionne ai mercati quotati al fatto che il capitale paziente genera molto valore”.
Lo stesso ragionamento, va rivolto solo ai clienti cosiddetti “professionali”, ha fatto già dal 2015 Banca Generali. Claudia Vacanti, direttore prodotti della private bank del Leone, sempre intervenendo a Milano Capitali, ha detto: “Oggi abbiamo uno stock di investimenti in asset illiquidi per un totale di 1,8 miliardi di euro nell’ambito del private banking. Di questi, oltre 1,2 miliardi riguardano operazioni di cartolarizzazione che hanno avuto come target t il capitale circolante delle pmi italiane. In particolare si tratta di cartolarizzazioni di crediti sanitari di pmi che forniscono beni e servizi al fondo sanitario nazionale e di finanziamenti all’export, cioé cartolarizzazioni di lettere di credito di aziende italiane esportatrici con copertura assicurativa di una export credit agency”. Vacanti ha aggiunto: “Cerchiamo business con profilo di rischio relativamente contenuto e premio di liquidità sufficientemente ampio per garantire creazione di valore per i clienti oltre che per le stesse pmi di cui compriamo i crediti. L’idea è creare prodotti che rappresentano un ponte tra risparmio ed economia reale”. Come noto, poi, tra le altre cartolarizzazioni impacchettate in prodotti per la sua clientela professionale, Banca Generali conta anche quelle di crediti a medio-lungo termine offerti sulla piattaforma Credimi, (si veda altro articolo di BeBeez).
E sempre clientela privata professionale è anche quella che è target della raccolta delle Spac o delle cosiddette pre-booking company, veicoli di investimento destinati a investire in aziende che si vogliono quotare in Borsa subito dopo. Ne ha parlato a Milano Capitali Simone Strocchi, founder di Electa Ventures, promotore di molti di questi veicoli, che ha sottolineato che “questo tipo di proposta permette di investire in società che ancora non sono sul mercato pubblico ma che ci andranno a breve, consentendo di ottenere nel passaggio ritorni molto interessanti in termini di multipli sul capitale investito”. Strocchi ha anche spiegato che “nel tempo e con l’esperienza si è capito che dal punto di vista di noi promotori era importante aumentare da subito la presenza di investitori privati nel parterre degli investitori nella Spac o nella pre-booking company, perché l’eccesso di investitori istituzionali portava poi in corso d’opera a dover modificare il mix di investitori con reverse bookbuilding. Certo, questo processo, ha richiesto che andassimo a raccontare agli investitori privati che cosa vuol dire investire in questo tipo di strumenti, perché non è automatico. Ma questi strumenti sono fondamentali per mettere in connessione una quota di risparmi degli italiani con le imprese sane del nostro Paese (si veda qui un commento di Strocchi per BeBeez, ndr)”.
E a proposito di punti di contatti tra mercati pubblici e privati, Giovanni Vecchio, responsabile Italia di Euronext, ha portato l’attenzione sul fatto che che ” il quadro delineato dal Covid-19 e quindi la volatilità, la ricerca di strumenti più flessibili, le politiche volte a canalizzare il risparmio privato sulle imprese, le necessità di liquidità per investimenti privati sta spingendo verso una demarcazione meno netta tra mercato pubblico e mercato privato”. Non a caso, ha aggiunto Vecchio, “uno degli strumenti più utilizzati in Italia e in Europa è il prestito obbligazionario convertibile o convertendo all’interno di un’ipo, che non necessita quindi di passare per un bookbuilding”. Vecchio ha sottolineato che Euronext punta molto su “strumenti di accesso più flessibili, strumenti di quasi mercato, di private capital evoluto, per permettere la flessibilità di un listing a seguito di private placement di ogni genere e talvolta anche senza raccolta e permette di accedere dopo round crowdfunding e dopo round venture capital. Il nostro è in sintesi uno sforzo di flessibilità e innovazione per colmare le distanze tra public market e private market: basti ricordare che abbiamo creato, una su tutti, il crowdlisting (si veda altro articolo di BeBeez, ndr)”.
E a proposito di crowd, sappiamo che grazie all’ultima modifica al Regolamento Consob sul crowdfunding, privati con certe caratteristiche oggi possono comprare minibond sulle piattaforme di equity crowdfunding (si veda altro articolo di BeBeez. Leonardo Frigiolini, fondatore di Frigiolini & Partners Merchant, che si è distinta negli ultimi anni come l’arranger di minibond più attivo sul mercato italiano, è proprietario del portale Fundera, dove sta veicolando le offerte di vari pluribond (si veda altro articolo di BeBeez). Frigiolini a Milano Capitali ha spiegato che “il minibond può essere per l’azienda una sorta di palestra in cui allenarsi a dialogare e confrontarsi con investitori esterni e il mercato, oltre a essere uno strumento di raccolta dai costi molto inferiori rispetto a una quotazione, spesso inaccessibile per aziende dal basso fatturato”.