Antares Advisory sta lavorando a un fondo chiuso riservato dedicato agli UTP delle banche nel settore lusso, con una dotazione target di 300 milioni di euro. Si tratta del primo fondo chiuso tematico di questo tipo (si veda qui il comunicato stampa).
Antares Advisory è stata fondata nel 2009 da Stefano Romiti e Guido Vesin. Romiti è anche gestore di Antares AZ1, il primo fondo di private debt di Azimut (si veda altro articolo di BeBeez), gestito oggi da Azimut Libera Impresa sgr e dal team guidato da Gabriele Casati e appunto Romiti, mentre Antares Advisory è l’advisor di gestione di Antares Private Equity, che detiene in portafoglio (si veda altro articolo di BeBeez).
A gestire il fondo, battezzato Fondo Lusso & Lifestyle, sarà un team composto da Guido Vesin, Giovanni Mannucci (ex amministratore delegato di Isaia, Boglioli e Forall Confezioni-Pal Zileri), Gaetano Sallorenzo (ex presidente Nord America di Armani, ceo di Calvin Klein Europa e Asia, Replay, Miroglio Fashion e BVM-Les Copains) e altri manager in arrivo con diverse esperienze rilevanti nel settore, e si avvale della collaborazione con lo studio CBA, in particolare con il managing partner Agnelo Bonissoni, da tempo impegnato sul tema della gestione degli UTP (si veda qui un suo intervento pubblicato da BeBeez nella sezione “Commenti”).
La durata prevista del fondo è di sei anni e prevede la classica struttura a due comprati: un comparto crediti deteriorati, che saranno acquisiti dalle banche o dai veicoli di cartolarizzazione gestiti da servicer, per un totale di 250 milioni, con le banche che in cambio acquisiranno quote del fondo; e un comparto nuova finanza, per 50 milioni, che sarà raccolta da family office e investitori privati, e che servirà al rilancio delle aziende in portafoglio e di cui il fondo punta al controllo.
“La dotazione è stata strutturata per permettere al team di gestione di avere un approccio più tailor made e meno quantitativo, in termini di posizioni UTP, indirizzato sulla qualità degli interventi da attivare su aziende selezionate del settore Lusso & Lifestyle che andranno a comporre una piattaforma organizzata e coordinata all’interno del portafoglio del fondo”, ha commentato Guido Vesin.
Giovanni Mannucci ha sottolineato che “saranno analizzate quelle aziende la cui valutazione della sostenibilità economica, ancor più che finanziaria, nel contesto di mutate condizioni di mercato, trovi un fondamento logico e solido” e che la “filiera potrà anche essere rafforzata grazie a una maggiore capacità d’investimento (eg. tecnologia, processi, canali distributivi, digitalizzazione, sostenibilità, etc…) e all’aggregazione di aziende partecipate dal fondo con il fine di costituire delle piattaforme produttive e/o distributive in grado, attraverso una massa critica rafforzata, di guadagnare nuove quote di mercato e raggiungere una maggiore resilienza rispetto alla concorrenza internazionale”.
La strategia è infatti quella “di far leva sia sulle potenziali sinergie tra le aziende in portafoglio, sia sulle forti competenze manageriali di settore del team di gestione, che permettono di analizzare e intervenire rapidamente sulle imprese”, ha aggiunto Gaetano Sallorenzo.
E, ha concluso Angelo Bonissoni: “Strutture come quella che viene qui proposta interpretano un ruolo che non è soltanto volto a rimuovere tensioni finanziarie o inefficienze economiche, ma anche a ridisegnare un segmento del mercato, tenendo conto delle nuove traiettorie che l’economia globale ci prospetta. Ci vengono richieste piattaforme aziendali più efficienti e forti e in un momento come quello attuale dove l’aspettativa di ridimensionamento del Pil italiano, ma anche di quello internazionale sono particolarmente preoccupanti, interventi privati come quelli prospettati costituiscono un elemento estremamente importante, potendo riuscire anche a catalizzare quei capitali pazienti con una manifesta vocazione al territorio. Assetti verticali come questi producono, infatti, effetti benevoli sia per le imprese coinvolte che per intere aree geografiche-territori nelle quali esistono storicamente delle competenze specifiche”.