Tutto da rifare o quasi per l’asta per Stefanel, il marchio italiano di abbigliamento quotato a Piazza Affari e in amministrazione straordinaria, che a metà dello scorso settembre aveva ricevuto due offerte vincolanti (si veda altro articolo di BeBeez), dopo il 4 settembre erano scaduti i termini di presentazione delle offerte (si veda qui il disciplinare della procedutra di cessione).
Ieri, infatti, con una nota il commissario straordinario, Raffaele Cappiello, ha annunciato che “all’esito delle operazioni di analisi e valutazioni, entrambe le offerte sono risultate non conformi ai requisiti previsti nel disciplinare ed inidonee a soddisfare gli obiettivi perseguiti dall’amministrazione straordinaria e dunque non si è proceduto all’aggiudicazione della procedura competitiva finalizzata alla vendita del compendio aziendale Stefanel”. La nota precisa che comunque “la procedura di amministrazione straordinaria Stefanel proseguirà con le attività dirette a conseguire l’obiettivo della cessione del compendio aziendale mediante trattative con tutti i soggetti potenzialmente interessati” (si veda qui il comunicato stampa).
Una delle due offerte riguardava entrambe le business unit, cioé Stefanel, composta dall’omonimo marchio, dalla sede nell’immobile a Ponte di Piave (Treviso) e dalla rete di oltre 30 punti vendita locati in Italia e da eventuali partecipazioni in società controllate estere; e Interfashion spa, società che produce e distribuisce abbigliamento a marchio HIGH (posseduto dalla controllata lussemburghese HI-INT SA, inclusa nel perimetro della business unit). L’altra offerta riguardava invece soltanto la business unit Stefanel.
Il commissario straordinario di Stefanel il 16 gennaio scorso aveva presentato al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) un piano di rilancio per la società, che prevedeva necessariamente l’ingresso di nuovi investitori (si veda altro articolo di BeBeez). Stefanel inoltre prevedeva degli esuberi volontari tra febbraio e luglio 2020. La società era stata ammessa il 12 settembre 2019 all’amministrazione straordinaria dal Tribunale di Venezia (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo aveva avviato l’iter per richiedere l’amministrazione straordinaria nel giugno 2019, dopo la presa d’atto “della mancata definizione di un accordo con i propri stakeholders, dell’attuale assenza di altri interlocutori interessati a supportare la società nella formalizzazione dell’ipotizzata proposta concordataria e dell’impercorribilità di ipotesi autonome di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione dell’indebitamento complessivo” (si veda altro articolo di BeBeez).
Il marchio di abbigliamento aveva presentato domanda di concordato preventivo al Tribunale di Treviso il 14 dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver annunciato perdite per 20,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2018 a fronte di un patrimonio netto di 7,5 milioni (da 13,2 milioni a fine 2017). Il Tribunale aveva ammesso la società al concordato il bianco l’11 gennaio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva concesso alla società una proroga di 60 giorni del termine, originariamente fissato al 15 aprile 2019, per il deposito della proposta concordataria, del piano e di tutta la documentazione prevista ex lege. Il termine ultimo per la presentazione della documentazione era stato quindi fissato al 14 giugno 2019 (si veda qui il comunicato stampa). Ma appunto poi si era passati all’amministrazione straordinaria. Alla fine dello scorso luglio il gruppo aveva un debito finanziario netto di 96,5 milioni di euro, in aumento dai 94 milioni di fine dicembre 2019 (si veda qui il comunicato stampa).
Stefanel era finita in crisi già nel 2016 e nel settembre 2017 i due fondi Oxy Capital e Attestor Capital avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito poi omologato dal Tribunale di Treviso nell’ottobre 2017. A valle di quell’aumento di capitale, Attestor e Oxy, tramite il veicolo River Tre srl, avevano acquisito il 71% del capitale, con Giuseppe Stefanel che aveva mantenuto una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). Il loro piano di rilancio si era però scontrato con un contesto generale di calo degli acquisti di abbigliamento e con la crescita dell’e-commerce.