Webuild (la ex Salini Impregilo) ha chiuso l’acquisizione del 65% di Astaldi (si vedano qui il comunicato di Webuild, qui quello di Astaldi e la nota di Cdp). L’operazione è stata perfezionata attraverso un aumento di capitale per cassa in Astaldi pari a 225 milioni di euro, riservato a Webuild, destinato in parte al pagamento dei debiti privilegiati e prededucibili e in parte a servizio del piano di continuità. Webuild ha finanziato l’operazione con la liquidità derivante dall’aumento di capitale di 600 milioni di euro interamente sottoscritto e versato a novembre 2019, da parte di Salini Costruttori, Cdp Equity, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, UniCredit e altri investitori istituzionali (si veda altro articolo di BeBeez).
Con l’acquisizione di Astaldi da parte di Webuild, è nato un gruppo specializzato nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse per la mobilità sostenibile, l’energia idroelettrica, l’acqua e i green building, leader sul mercato italiano e tra i principali operatori di settore a livello internazionale con un portafoglio ordini di oltre 40 miliardi di euro. Il nuovo gruppo occuperà 70 mila dipendenti, tra diretti e indiretti. Il nuovo gruppo permetterà di continuare, come da piano, i lavori nei progetti strategici per i clienti e per le comunità di riferimento in Italia come all’estero, che prevedono il coinvolgimento di Astaldi, come sta avvenendo ad esempio per i progetti Metro 4 di Milano, la linea di alta velocita ferroviaria Napoli Bari e la linea ferroviaria leggera Hurontario vicino a Toronto, garantendo la continuità occupazionale. L’operazione, oltre a garantire una crescita dimensionale del Gruppo Webuild, permetterà l’aggregazione di diverse competenze tecniche e ingegneristiche innovative, sviluppate nei circa 100 cantieri operativi nel mondo, e l’espansione del panorama geografico di riferimento per rispondere tempestivamente ai programmi di investimento nel settore delle grandi infrastrutture strategiche promossi dai governi nazionali, contribuendo all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) definiti dall’ONU e alla lotta ai cambiamenti climatici.
L’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, ha commentato: “L’aggregazione tra Webuild e Astaldi rappresenta un importante tassello del Progetto Italia, avviato nel 2019 con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti e finalizzato a creare il campione italiano nel settore delle costruzioni. Un modello replicato recentemente con l’annuncio dell’accordo fra Sia e Nexi per la creazione della società leader nei pagamenti digitali in Europa. L’unione di Webuild e Astaldi fa nascere un gruppo caratterizzato da competenze uniche, un portafoglio ordini di oltre 40 miliardi di euro di cui circa il 65% all’estero, e permette, per dimensioni e know-how, di cogliere rilevanti opportunità di business per lo sviluppo anche di infrastrutture complesse sui mercati internazionali, con benefici per tutta la filiera italiana delle costruzioni e in particolare per le imprese di piccola e media dimensione che ne fanno parte. Nel suo ruolo di azionista di lungo periodo, Cdp continuerà a supportare i piani di crescita di Webuild, sostenendo in un’ottica di sistema non solo operazioni straordinarie di consolidamento di altre aziende italiane del settore, ma cercando anche di promuovere sinergie virtuose tra le società partecipate del gruppo, sull’esempio del successo che Webuild ha avuto, insieme a Fincantieri, nella ricostruzione del Ponte di Genova”.
Lo scorso aprile la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione del controllo unico di Astaldi da parte dell’allora Salini Impregilo, ritenendo che l’operazione “non pone problemi di concorrenza a causa del suo impatto limitato sulla struttura del mercato” (si veda altro articolo di BeBeez). L’entrata di Webuild in Astaldi era prevista dalla proposta concordataria di quest’ultima, omologata dal tribunale di Roma nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). A proposito del concordato, Astaldi ha reso noto che alcuni obbligazionisti hanno fatto ricorso alla Corte di Cassazione per annullare il decreto di omologa del concordato da parte del tribunale di Roma, emesso nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). La società ritiene i ricorsi inammissibili e infondati e precisa che non producono effetti sulla risoluzione del concordato.
Sempre in attuazione di piano e proposta concordataria, nel giugno scorso Astaldi ha costituito Astaldi Concessions (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova società è nata dalla scissione parziale di Astaldi Concessioni spa, deliberata il 22 gennaio scorso. L’operazione è stata realizzata al fine di consentire alla controllante Astaldi di implementare le azioni previste nel suo piano di concordato, anche in funzione dell’operazione di costituzione del patrimonio destinato ex art. 2447-bis del Codice Civile, effettuata nel maggio scorso insieme all’emissione di strumenti finanziari partecipativi (sfp) finalizzati a soddisfare i creditori chirografari (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2019 il valore della produzione di Astaldi è salito del 50%, a quota 1,5 miliardi di euro; l’ebit adjusted si è attestato a 40 milioni di euro; la posizione finanziaria netta è peggiorata da 2,1 a 2,3 miliardi di euro. Su di essa hanno pesato 240 milioni di euro di escussioni a fronte di un ridimensionamento del perimetro delle attività (rescissioni/risoluzioni di contratti, abbandono di aree/progetti, ecc). Il patrimonio netto è stato negativo per 1,5 miliardi di euro, in peggioramento dai -1,4 miliardi di fine 2018. Nel 2018 i ricavi di Astaldi erano crollati del 66%, passando dai 3,1 miliardi di fine 2017 a 1,04 miliardi di fine 2018; l’ebit era stato negativo per 1,8 miliardi di euro (contro un ebit di 76,3 milioni di fine 2017); la posizione finanziaria netta era peggiorata da 1,3 a 2,1 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Per il 2020, Astaldi prevede ricavi per 1,5 miliardi, un ebitda rettificato superiore al 5% e una liquidità netta di oltre 300 milioni. Inoltre, prevede che per il 2021, 2022 e 2023 potrà recuperare volumi e margini reddituali non conseguiti nel 2020, in modo da perseguire gli obiettivi del piano concordatario, seppure non su base annuale, ma comunque nell’arco temporale considerato (2019-2023). Tuttavia, la società ammette che il perdurare dell’emergenza coronavirus potrebbe pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi del piano (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Gruppo Astaldi è uno dei principali contractor in Italia e tra i primi 25 a livello europeo nel settore delle costruzioni, in cui opera anche come promotore di iniziative in project financing. Attivo da 90 anni a livello internazionale, opera nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture pubbliche e grandi opere di ingegneria civile, prevalentemente nei comparti delle infrastrutture di trasporto, degli impianti di produzione energetica, dell’edilizia civile e industriale, del facility management, impiantistica e gestione di sistemi complessi. Opera in Italia, Europa e Turchia, Africa (Algeria), America del Nord (Canada, USA), America Latina e Far East (Indonesia, India).