E’ uscito in estate l’album Halak Halak, benvenuto nello slang arabo, titolo anche della sesta delle dieci tracce musicali, del duo elettronico palestinese Zenobia. E’ il primo album prodotto da Acid Arab Records – creato da Crammed Discs in partnership con il collettivo parigino Acid Arab – dei due autori arabi di Haïfa, al nord d’Israele, Nasser Halahlih e Isam Elias che formano un duo da due anni. Suggestioni elettroniche e sintesi acide con un effetto di transe, ipnotico, dove riecheggiano i ritmi delle danze tradizionali, che appaiono sulle scene del Fusion Festival, della Techno parade a Parigi, dei club di Berlino, di Londra o al centro dei piccoli luoghi per concerti ad Haïfa. Nelle loro tracce il ritmo della transe, che richiama le danze tradizionali, in una sintesi contratta di modernità, sotto l’influenza del Nu-dabke, danza tradizionale presente in diversi paesi del Medioriente, trasferita in una dimensione da discoteca. Questo primo album fa seguito all’EP apparso all’inizio del 2019, Krs Krs Krs, incontro con i leader della scena locale. Il sodalizio è nato due anni fa ma l’incontro risale a prima della musica, attraverso la radio Al-shams nella quale lavoravano ma la scintilla sarebbe scoccata poi. Zenobia nasce da un luogo importante ad Haïfa, il Kabareet dove si sono esibiti per la prima volta insieme.
Un piccolo spazio della capacità di duecento persone al massimo sempre strapieno, punto di incontro degli arabi israeliani, luogo identitario, per una minoranza. Lì è un inizio che si rinnova per gli Zenobia perché ogni volta è il posto del primo test, una sorta di laboratorio e dialogo anche musicale che mette insieme suggestioni diverse tra ispirazioni tratte dalla pop&folk music di varie regioni arabe, alle suggestioni più contemporanee.
In qualche modo è un ambito dove intimità e zona di comfort permettono proprio di uscire dal conosciuto per sperimentare incontri apparentemente distanti tra generi musicali. L’idea è di mettere insieme, fin dall’espressione dialettale del titolo, genti diverse, in modo semplice ritrovando a partire dalla tradizione uno slancio nuovo, la scommessa di scegliere o la tradizione araba o la contemporaneità sperimentale. In questa sfida c’è anche un messaggio politico anche se gli Zenobia preferiscono che sia la loro musica a parlare e ritengono che sia la loro stessa vita un manifesto politico e riflette il fermento palestinese che interessa molti nuovi gruppi.
a cura di Ilaria Guidantoni