Il calcio continua a essere nel mirino degli investitori di private capital. Ma non tutti gli investitori sono uguali. Anzi si distinguono in genere per due approcci ben diversi. Da un lato c’è chi punta a investire nelle singole società, mentre dall’altro c’è chi punta a investire nei diritti media delle varie leghe nazionali.
Sul fronte delle singole squadre è facile incontrare imprenditori e finanzieri con grandi patrimoni personali oppure i loro family office o le holding dei loro gruppi industriali. Si tratta in questo caso di investimenti che hanno più una logica di immagine che una logica finanziaria. O che hanno un obiettivo diverso da quello della gestione pura del business del calcio. Spesso l’obiettivo è il business immobiliare che può derivare dalla riqualificazione degli stadi cittadini.
In quest’ottica va letta per esempio la trattativa in corso per il 75% del Pisa Calcio da parte di Alex Knaster, finanziere ebreo russo fondatore di Pamplona Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Si dice che Knaster sia molto interessato anche al business rappresentato dalla ristrutturazione dello stadio della squadra, Arena Garibaldi. Per Knaster è il terzo tentativo di portare a casa il controllo di una squadra di calcio italiana. Ci aveva già provato in passato insieme a Jamie Dinan (il fondatore di York Capital), quando nell’agosto 2019 aveva tentato l’acquisto della Sampdoria (si veda altro articolo di BeBeez), ma la trattativa era poi naufragata e tuttora il club genovese è alla ricerca di un investitore. Lo scorso dicembre si dice abbia ricevuto un’offerta da 110 milioni di euro da un misterioso investitore (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre Vialli, Dinan e Knaster avevano trattato anche per il Parma Calcio nel dicembre 2019, che poi, dopo varie altre trattative non andate in porto è stato ceduto lo scorso settembre 2020 all’imprenditore americano Kyle Krause, che ha acquistato il 90% del capitale e il 99% delle quote di Progetto Stadio Parma srl, la società impegnata al riammodernamento dello stadio Tardini (si veda altro articolo di BeBeez). Si è concluso a dicembre, invece, l’investimento del family office americano North Six Group, presieduto dall’italiano Matt Rizzetta, nel capitale del Campobasso, affiancandosi alla svizzera Halley Holding (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul fronte delle leghe calcio, invece, sono schierati i tradizionali fondi di private equity, che puntano a una diversificazione del rischio, investendo nei diritti tv di un ampio paniere di squadre. E’ questo il caso del deal in corso sulla Lega Calcio Serie A italiana, con rappresentanti dei club di Serie A che hanno approvato l’offerta della cordata CVC Capital Partners-Advent International-FSI per procedere nel progetto di costituzione di una media company alla quale saranno trasferiti i diritti tv dei 20 club associati. I fondi come noto sono disposti a investire 1,7 miliardi di euro per avere il 10% della media company (si veda altro articolo di BeBeez). E poi non va dimenticato che già lo scorso giugno si diceva che CVC, nel quadro dell’operazione sulla Lega Calcio Serie A, stesse studiando anche il lancio di un fondo infrastrutturale, che potrebbe fornire supporto finanziario per la creazione di nuovi stadi, per i club italiani che lo hanno in programma, oppure per la ristrutturazione degli stadi esistenti (si veda altro articolo di BeBeez). I tre fondi hanno intanto dato mandato al cacciatore di teste Egon Zehnder per la ricerca del ceo della nuova media company (si veda qui Reuters).
Su un’operazione simile, cioé lo scorporo dei diritti tv in una media company la cui minoranza può essere ceduta ai fondi, sta lavorando dallo scorso novembre anche la Bundesliga tedesca (si veda qui Sportspromedia). In quel caso il deal è più piccolo: si parla di un investimento dei fondi per 200-300 milioni di euro su un valore complessivo della newco di poco più di un miliardo. L’elenco degli interessati citato da Bloomberg, FT e vari altri media internazionali in queste ultime settimane è praticamente la lista dei principali fondi di private equity mondiali: Advent International, Apax, Ardian, Apollo, Bain Capital, BC Partners, BDT Capital, Blackstone, Bregal, Bridgepoint, Carlyle, Centerbridge, Cinven, CVC Capital Partners, Endeavor (insieme a Silver Lake), General Atlantic, Goldman Sachs Principal Investment, IGC, HIG, KKR, Nexicap, Permira, Searchlight, Silverlake, TPG . Sulla scrivania dei fondi c’è anche il dossier della Ligue 1 francese: il presidente Vincent Labrune ha infatti annunciato che la lega sta studiando a sua volta il progetto di creare una newco che ne gestisca i diritti commerciali. Mentre la Liga spagnola ha già creato la sua newco LaLiga Tech che gestirà la commercializzazione dei diritti media digitali e che viene valutata 450 milioni di euro. Il presidente Javier Tebas ha confermato di essere in trattative con molti noti fondi di investimento, tra i quali si citano CVC e Bruin Sports Capital (si veda qui Sportspromedia)
A metà strada tra i due approcci ci sono poi i fondi di credito e i fondi hedge. Che da un lato sono stati interlocutori della Lega Calcio Serie A e sono potenziali controparti della Bundesliga (come Blackstone, KKR e Apollo Global Management), in alternativa a un investimento nell’equity di una media company. Ma dall’altro spesso finanziano grandi club, finendo poi per diventarne i proprietari così come è accaduto nel caso del Milan con il fondo Elliott, quando il cinese Yonghong Li, nel 2018 non ha rimborsato il suo debito con il fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora BC Partners, nell’elenco dei pretendenti della Bundesliga, sta studiando il dossier dell’Inter, che come noto è alla ricerca di capitali freschi per supportare il circolante e in prospettiva per rifinanziare i 375 milioni di euro bond in scadenza a fine 2022 (si veda altro articolo di BeBeez). Il fatto che un fondo simile stia studiando il dossier di una singola squadra esce quindi dallo schema delineato sopra e sarà interessante vedere quindi, se il deal andrà in porto, come il fondo gestirà un business che appunto dai tradizionali colossi del private equity internazionali è sempre stato visto come troppo rischioso. Forse anche qui l’obiettivo vero è partecipare al business del nuovo stadio di San Siro. E BC Partners nel 2018 ha lanciato la sua piattaforma di real estate.
Sempre al nuovo stadio di San Siro aveva guardato anche Bernard Arnault, proprietario del colosso del lusso LVMH, quando lo scorso anno aveva approcciato Elliott per acquisire il Milan (si veda altro articolo di BeBeez).
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