Banca Consulia ha prorogato fino al prossimo 20 gennaio il periodo di esclusiva concesso a Banca Intermobiliare (Bim), controllata dal private equity britannico Attestor Capital, interessata all’acquisizione di Banca Consulia. Lo riporta Il Sole 24 Ore. Bim aveva spuntato l’esclusiva lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta per quest’ultima sarebbe attorno ai 32 milioni di euro, di cui la metà per cassa e l’altra metà in azioni. Così, se tutto andrà secondo le attese, gli azionisti di Consulia avranno attorno al 15% del capitale di Banca Intermobiliare.
Banca Consulia è la ex Banca IPIBI Financial Advisory, che ha cambiato nome nel novembre 2015 (si veda qui il comunicato stampa di allora), a valle del cambio di controllo avvenuto nel febbraio di quell’anno, quando Capital Shuttle spa, società veicolo partecipata da una cordata di manager e investitori, ha comprato da Veneto Banca il 55% del capitale della banca e sottoscritto un piccolo aumento di capitale arrivando al 58,3% (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Nel giugno 2017 poi Capital Shuttle ha comprato l’intera partecipazione che Veneto Banca ancora deteneva in Banca Consulia, pari al 25,52% del capitale, pagando 13,5 milioni di euro, e salendo così all’83,82% di Banca Consulia (si veda qui il comunicato stampa). Quell’operazione era stata condotta con il supporto di Magnetar Capital, che aveva a sua volta sottoscritto in aumento di capitale una partecipazione dell’11,91% in Capital Shuttle, pari quindi al 9,98% di Banca Consulia (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2019 sul mercato si erano diffuse voci circa un interesse di Magnetar Capital di incrementare la sua quota sino al 20%, mentre si dice che nel 2020 ci siano state trattative per un possibile passaggio di quote a Banca Aletti, la private bank di Banco Bpm, e a Banco di Desio e della Brianza.
Nel 2019 gli asset under management retail di Banca Consulia si sono attestati a oltre 2,5 miliardi, mentre gli asset complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili a oltre 2,7 miliardi con una raccolta netta retail positiva della rete stabile per 73 milioni. La banca, con sede a Milano, è guidata dal presidente Cesaro Castelbarco Albani e dall’amministratore delegato Antonio Marangi.
Il controllo di Bim era passato nelle mani di Attestor nell’ottobre 2017, quando aveva comprato da Veneto Banca un primo 68,807% del capitale della private bank quotata a Piazza Affari, accordandosi per acquistare successivamente, entro due anni, un altro 2,606%, al verificarsi di una serie di condizioni (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che Attestor, attraverso il veicolo Trinity Investment Designated Activity Company, il 31 dicembre 2019 ha versato 27,1 milioni di euro in conto futuro aumento di capitale di Banca Intermobiliare (Bim), da utilizzarsi, unitamente al primo versamento 9,7 milioni eseguito il 30 settembre 2019, nell’ambito dell’aumento di capitale deliberato dal Consiglio di amministrazione di Bim il 21 gennaio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Con quest’ultimo versamento, si è completato il rafforzamento patrimoniale da 44,1 milioni di euro effettuato da Trinity e deliberato nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Bim ha archiviato il 2019 con un margine di intermediazione di 54,6 milioni di euro (+1,7% dal 2018); commissioni per 32,6 milioni (-6,8%); un risultato dell’operatività finanziaria di 9,9 milioni (+83,9%) e un risultato della gestione operativa negativo di 17,7 milioni. La perdita consolidata del gruppo si è ridotta del 74,8%, attestandosi a 38,8 milioni di euro. La posizione finanziaria netta verso le banche risulta a debito per 161,2 milioni, in miglioramento rispetto al dato puntuale al 31 dicembre 2018, a debito per 206,1 milioni. I crediti verso le banche ammontano a 96,3 milioni, in aumento rispetto al dato di fine 2018 (74,3 milioni; +29,6%), mentre i debiti verso banche si attestano a 257,5 milioni (280,4 milioni; -8,2%) con un decremento pari a 22,9 milioni. Il CET1 Ratio e il Total Capital Ratio Phased-in si attestano al 29,27% (19,74% al 31 dicembre 2018) per effetto del rafforzamento patrimoniale effettuato, dei minori RWA (Risk Weighted Asset) e di una perdita di esercizio più contenuta delle attese.