Il Centre Pompidou si unisce al trend delle esposizioni che riguardano la “protest art” con il suo evento Cosmopolis (dal 18 ottobre al 18 dicembre), nel quale quindici collettivi di artisti internazionali “socially committed” sono stati invitati per esplorare “il sociale, l’urbano e le questioni politiche.” Si veda Bloomberg. Il concetto centrale di cosmopolita enfatizza la figura dell’artista come esploratore, mediatore e attivista. In un contesto di mobilità transnazionale e di scambio culturale, gli artisti invitati a Cosmopolis sperimentano forme diverse di unione e immaginazione transculturale. Questa prima edizione di Cosmopolis, dal titolo “Collective Intelligence” è concentrata appunto sulle collettive di artisti la cui presenza internazionale sia di molto aumentata negli ultimi anni in particolare sulla scena artistica africana, asiatica e sud-americana. Tutto ciò appare rivelatore della vitalità dei correnti scambi culturali che avvengono nei più diversi hub artistici distribuiti nel mondo, oltre che delle domande di natura politica che sollevano. Saranno presenti circa quindici collettivi che si sono concentrati su soggetti che spaziano dal collettivismo alla traduzione culturale, dal cibo etico e l’ecologia alla storia e alla finzione. Dopo aver effettuato una ricerca preliminare nel corso del 2016, una serie di periodi spesi presso la Cité Internationale des Arts ha consentito agli artisti invitati di concepire e sviluppare il lavoro commissionato per la mostra. Installazioni, video, e altri lavori saranno presentati insieme a conversazioni, interventi, conferenze e performance. Tra le collettive presenti val la pena citare la Chto Delat con sede a San Pietroburgo che, 100 anni dopo la rivoluzione russa, presenta un progetto basato sulle lezioni tratte dallo zapatismo messicano, la collettiva cinese Polit-Sheer-Form Office che esplora il lascito del collettivismo comunista in Cina, a vietnamita Art Labor che crea amache di caffè con la storia culturale della coltivazione della pianta, la sua industrializzazione oltre alla cosmologia del locale popolo Jarai. Qui di seguito le collettive invitate: Arquitectura Expandida (Colombia), ArtLabor (Vietnam), Chimurenga (South Africa), Chto Delat (Russia), Council (France), Foundland (The Netherlands / Egypt), Iconoclasistas (Argentina), Invisible Borders (Nigeria), Laagencia (Colombia), Mixrice (South Korea), Polit-Sheer-Form Office (China), PorEstosDias (Colombia), Ruangrupa (Indonesia), The Tentative Collective (Pakistan). Una mostra legata alla piattaforma “Cosmopolis” sarà presentata in Cina nell’aprile del 2018, in collaborazione con la Mao Jihong Arts Foundation.