La famiglia Fedrigoni, dopo anni di tira e molla con potenziali investitori, alla fine ha ottenuto il prezzo che voleva per cedere il controllo dell’omonima cartiera. L’annuncio è arrivato il 23 dicembre: a comprare il gruppo Fedrigoni spa sarà Bain Capital Private Equity per 650 milioni di euro, mentre la famiglia manterrà una partecipazione di minoranza (si veda qui il comunicato stampa). Bnp Paribas, Hsbc, Ubi Banca and Kkr saranno i joint bookrunner del finanziamento a supporto dell’operazione.
Il gruppo ha impianti produttivi in Italia, Spagna e Brasile, una rete di distribuzione globale e conta oltre 2.700 dipendenti. Stima di chiudere il 2017 con un fatturato di circa 1,1 miliardi di euro, dopo aver chiuso il 2016 con 1,054 miliardi di euro (da 977 milioni nel 2015), 140,8 milioni di ebitda (da 120,6 milioni) e 129 milioni di debito finanziario netto (da 178,3 milioni).
“In 130 anni di storia, la famiglia Fedrigoni ha supportato la crescita e lo sviluppo dell’omonima azienda, raggiungendo un posizionamento di leadership nel settore delle carte speciali e dei prodotti autoadesivi in Europa. Anche grazie alle recenti acquisizioni negli Stati Uniti e in Brasile, oggi Fedrigoni è un player internazionale che necessita di risorse ulteriori per supportare a livello globale le proprie ambizioni, ha commentato Alessandro Fedrigoni, presidente di Fedrigoni.
L’accordo con Bain Capital arriva dopo oltre tre anni di tentativi di trovare partner finanziari. In particolare nell’autunno 2016 sembrava vicino un accordo con Edizione Holding e Investindustial (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a inizio 2016 erano saltate le trattative proprio con Edizione Holding, in quel caso in cordata con il fondo sovrano di Singapore, Temasek (si veda altro articolo di BeBeez). Il tema era stato il prezzo: i due potenziali investitori avrebbero valutato Fedrigoni solo 500 milioni, mentre l’omonima famiglia azionista stava ragionando su 650-700 milioni.
Prima ancora, nell’estate 2015, erano invece saltate le trattative in esclusiva con il fondo Charme (in quel caso perché il fondo avrebbe proposto un acquisto con una leva troppo alta). Nell’autunno 2014, invece, era stata bloccata l’ipo a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). In ipo l’equity di Fedrigoni era stato valutato in un range di 440-560 milioni di euro per una capitalizzazione post-aumento di capitale compresa tra i 514,3 e i 654,5 milioni, a fronte di ricavi 2014 per 873 milioni, un ebitda di 114,6 milioni e un debito finanziario netto di 72,7 milioni.