Italmatch Chemicals quest’anno potrebbe cambiare di nuovo socio di controllo. Secondo quanto riferisce Reuters, infatti, il fondo Ardian, dal 2014 proprietario, insieme a management, del gruppo italiano, leader nella produzione di additivi speciali per oli lubrificanti, trattamento acque e plastica (si veda altro articolo di BeBeez, avrebbe già avuto contatti con una serie di potenziali acquirenti e un processo formale di asta sarà avviato probabilmente nella seconda metà di quest’anno.
Guidato dall’amministratore delegato Sergio Iorio, il gruppo è cresciuto in questi ultimi anni soprattutto per acquisizioni. L’ultima risale allo scorso dicembre e ha riguardato Detrex Corporation, azienda Usa con quartier generale a Cleveland (Ohio) e specializzata, attraverso la sua controllata Elco Corporation, nella produzione di additivi lubrificanti ad alta performance. L’acquisizione è stata condotta a seguito di un’opa lanciata a metà novembre da Italmatch sulla società Usa (si veda altro articolo di BeBeez
Quel deal seguiva l’acquisizione di Sudamfos do Brasil, azienda di riferimento in America Latina nella commercializzazione di fosfonati e di altri prodotti chimici speciali (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso luglio, invece, in un’ottica di open innovation, Italmatch ha comprato l’azienda francese Magpie Polymers, giovane startup che ha messo a punto una tecnologia avanzata e brevettata di filtrazione selettiva per il recupero di metalli preziosi (si veda altro articolo di BeBeez). Nel settembre 2016 Italmatch aveva invece comprato dal gruppo Solvay il ramo di azienda specializzato nella produzione e marketing di additivi a base di fosforo per il settore minerario, la lavorazione dei metalli, l’inibizione di corrosione e la pigmentazione (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre da Solvay nel gennaio 2016 aveva comprato il ramo d’azienda attivo nella produzione di soluzioni e additivi a base di fosfonati e acido fosfonico per la desalinizzazione e il trattamento acque (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nel giugno 2016 aveva comprato Compass Chemical International negli Usa (si veda altro articolo diBeBeez). E questo solo per citare le operazioni dell’ultimo anno e mezzo.
Nel 2014 Ardian aveva comprato Italmatch da Mandarin Capital Partners (che deteneva il 67,6% della società) e dalla famiglia Malacalza. Il top-management, tra cui l’amministratore delegato Sergio Iorio, aveva mantenuto una quota del 12% del capitale. In quell’occasione il gruppo era stato valutato circa 220 milioni di euro.
Mandarin e i Malacalza avevano a loro volta acquisito Italmatch Chemicals da Investindustrial nel novembre 2010 per una enterprise value di 100 milioni, quando la società fatturava circa 90 milioni con un ebitda di 22 milioni. Investindustrial, affiancato da Iniziativa Piemonte, aveva finanziato a sua volta nel 1997 il management buyout del gruppo Saffa, allora specializzato in derivati del fosforo e poi rinominato Italmach Chemicals, e aveva affiancato il management nella prima fase di sviluppo internazionale della società, per poi cedere il controllo nel 2000 ad Argos Soditic e Iniziative Piemonte. Successivamente, nel 2004, Investindustrial aveva riacquistato il controllo di Italmatch dai due fondi e ne aveva finanziato il successivo sviluppo per acquisizioni.
Oggi il gruppo potrebbe essere valutato otto-nove volte l’ebitda, ovvero tra 560 e 630 milioni, considerato che Italmatch ha archiviato il 2017 con un ebitda di 65 milioni di euro (a fronte di 350 milioni di ricavi) e che quest’anno il margine operativo lordo dovrebbe toccare quota 70 milioni. Italmatch ha chiuso il 2016 con 340 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 49,5 milioni e un debito finanziario netto di 105 milioni, dopo aver chiuso il 2015 con 263 milioni di euro di fatturato, un ebitda di 36 milioni e un debito finanziario netto di 99 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Tra i potenziali acquirenti di Italmatch figurano l’industria tedesca Lanxess e gli operatori di private equity Cinven, Rhone Capital e Platinum, che hanno gareggiato per le unità di sicurezza antincendio e additivi per il greggio di Israele Chemicals; ad aggiudicarsi l’asset è stato poi SK Capital, che a dicembre scorso ha pagato 1 miliardo di dollari.