Successo delle forze dell’ordine per il recupero dei valori conferiti alla Galleria dell’Accademia di Firenze
Tornano in Italia due tavole a fondo oro, esportate illecitamente, ritrovate e confiscate dal Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che adesso giungono ad arricchire la collezione di dipinti antichi della Galleria dell’Accademia di Firenze, già ritenuta una delle più importanti al mondo, in particolare per i settori del tardo Trecento e del Tardogotico. Le due opere d’arte sino al 2003 facevano parte di una collezione privata fiorentina e furono poi esportate illecitamente in Svizzera, a Chiasso, e celate in un caveau privato: si tratta delle opera che raffigura i santi Girolamo e Giuliano attribuibile a Niccolò di Pietro Gerini, uno dei pittori più tradizionalisti e prolifici della scena artistica fiorentina tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, tra i massimi esponenti del cosiddetto Neogiottismo; e della Madonna dell’Umiltà celeste del Maestro della Cappella Bracciolini, attribuita con assoluta certezza databile intorno al 1400. Lo Stato italiano ha conferito le opere alla galleria dell’Accademia perché ritenuto il luogo idoneo a vario titolo per ospitare queste due opere esposte al pubblico dal 14 gennaio 2019.
(Maestro della Cappella Bracciolini)
Cecilie Hollberg, Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, ha sottolineato che al di là del valore e del prestigio, l’arrivo delle due opere è anche uno stimolo per iniziare un nuovo studio specifico su questi due autori, pur conosciuti. Anche delle due opere si hanno notizie ma certamente il loro ingresso costituisce un motivo in più per una ricerca approfondita. “La qualità pittorica come i colori, specialmente del Gerini, del quale abbiamo altre opere nel museo – ha sottolineato la Holberg – è eccezionale. Mentre, del Maestro della Cappella Bracciolini, è la prima opera che ci arriva, una rarità assoluta ed entrerà a far parte della dozzina di nuove acquisizioni degli ultimi tre anni, per la mostra di gennaio.”
Si tratta di un’operazione importante che testimonia il valore essenziale della cooperazione internazionale tra forze dell’ordine, ha sottolineato il Tenente Colonnello Nicola Candido, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – con il risultato di un recupero di valore artistico ed economico importante per il Paese”. Tra l’altro è importante sensibilizzare quei paesi meno attenti all’autenticità delle opere perché l’esposizione di falsi non è solo un reato ma un danno di immagine nonché economico per i musei.
(Niccolò Gerini, SS. Girolamo e Giuliano)
Nello specifico, l’opera attribuibile a Niccolò di Pietro Gerini, è una tavola, databile intorno al 1385, nonostante la cornice moderna da dipinto autonomo. In origine era lo scomparto destro di un trittico disperso – e il taglio della tavola lascia presagire qualcosa di anomalo – di cui si ignora la parte centrale, ma il cui scomparto sinistro, raffigurante il raro Sant’Eligio accanto a San Giovanni Battista, un tempo appartenne alla celebre raccolta Lanckoronski di Vienna, passò nel 1965 sul mercato antiquario degli Stati Uniti (Newhouse Galleries a New York) ed è oggi di ubicazione sconosciuta.
La seconda è una tavola per devozione privata e rappresenta la Madonna dell’Umiltà celeste, seduta su un cuscino sopra le nuvole con, in primo piano, sulla terra, una santa martire, un santo vescovo, San Pietro e San Giovanni Evangelista. È ascrivibile con assoluta certezza al Maestro della Cappella Bracciolini, un ignoto pittore, tipico rappresentante della pittura tardogotica toscana, attivo presumibilmente dal 1385-90 al 1420 circa a Pistoia e nel territorio circostante, così denominato dai critici per gli affreschi con Storie della Vergine nell’omonima cappella della chiesa di San Francesco a Pistoia. La datazione del dipinto dovrebbe cadere intorno al 1400.
Le attività investigative del Reparto Operativo TPC del Comando Carabinieri sono state avviate nel 2006, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma. Le indagini hanno permesso di individuare l’esistenza di un’associazione per delinquere composta da professionisti italiani e da un antiquario londinese, coinvolti nell’esportazione illecita di beni culturali. La collaborazione ed assistenza in materia penale con l’Autorità Giudiziaria Svizzera, ha consentito il sequestro delle opere ed il loro successivo rimpatrio in territorio nazionale, avvenuto nel marzo 2009. Il 2 febbraio 2017, il procedimento si è concluso con l’annessione delle due tavole al Patrimonio dello Stato e nel 2018, finalmente, con l’affidamento alla Galleria dell’Accademia di Firenze, apparsa “naturale”, come accennato, in virtù del fatto che la sua collezione di Fondi Oro è notoriamente una delle più rinomate a livello internazionale.
Le due opere saranno visibili al pubblico dal 14 gennaio 2019 nella mostra temporanea “Nuove acquisizioni tra 2016 e 2018”.
a cura di Giada Luni