(Rosso Plastica M3, 1961, Plastica, combustione su tela. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri)
La Fondazione Giorgio Cini ospita una mostra retrospettiva dedicata ad Alberto Burri, il “Maestro dei materiali”. La mostra su Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995), è a cura dello storico dell’arte e presidente della Fondazione Burri, Bruno Corà. Basata sulla sinergia tra le due istituzioni e in collaborazione con Tornabuoni Art e Paola Sapone, la mostra è vista come il culmine di eventi internazionali degli ultimi anni che celebrano il centenario della nascita dell’artista da Città di Castello. La mostra offrirà ai visitatori l’opportunità di seguire in modo cronologico le più importanti fasi della carriera artistica di Burri attraverso circa cinquanta opere selezionate tra le sue serie più significative: dal rarissimo Tars, Moulds e il monumentale Sacks to Combustions, Woods, Plastics, il straordinari Cretti (Cracks) e il tardo Cellotex, l’ultimo stadio delle grandi esplorazioni di diversi materiali dell’artista umbro. I visitatori potranno esplorare ulteriormente la sua carriera in una sezione di documentari multimediali, che include alcuni film rari che lo ritraggono al lavoro. Il design della mostra – il titolo cita una famosa definizione dell’artista del suo lavoro – mira a ricostruire lo sviluppo artistico di uno dei più grandi pionieri della nuova pittura del XX secolo, che attraverso la sua sperimentazione ha affrontato il tema cruciale dell’uso di materiali umili e la loro trasformazione in un’opera d’arte. Il catalogo della mostra è bilingue (italiano e inglese) e presenta saggi introduttivi di Bruno Corà e il direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero. I visitatori potranno esplorare ulteriormente la sua carriera in una sezione di documentari multimediali, che include alcuni film rari che lo ritraggono al lavoro. Il design della mostra – il titolo cita una famosa definizione dell’artista del suo lavoro – mira a ricostruire lo sviluppo artistico di uno dei più grandi pionieri della nuova pittura del XX secolo, che attraverso la sua sperimentazione ha affrontato il tema cruciale dell’uso di materiali umili e la loro trasformazione in un’opera d’arte. Il catalogo della mostra è bilingue (italiano e inglese) e presenta saggi introduttivi di Bruno Corà e il direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero. I visitatori potranno esplorare ulteriormente la sua carriera in una sezione di documentari multimediali, che include alcuni film rari che lo ritraggono al lavoro. Il design della mostra – il titolo cita una famosa definizione dell’artista del suo lavoro – mira a ricostruire lo sviluppo artistico di uno dei più grandi pionieri della nuova pittura del XX secolo, che attraverso la sua sperimentazione ha affrontato il tema cruciale dell’uso di materiali umili e la loro trasformazione in un’opera d’arte. Il catalogo della mostra è bilingue (italiano e inglese) e presenta saggi introduttivi di Bruno Corà e il direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero. Il design della mostra – il titolo cita una famosa definizione dell’artista del suo lavoro – mira a ricostruire lo sviluppo artistico di uno dei più grandi pionieri della nuova pittura del XX secolo, che attraverso la sua sperimentazione ha affrontato il tema cruciale dell’uso di materiali umili e la loro trasformazione in un’opera d’arte. Il catalogo della mostra è bilingue (italiano e inglese) e presenta saggi introduttivi di Bruno Corà e il direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero. Il design della mostra – il titolo cita una famosa definizione dell’artista del suo lavoro – mira a ricostruire lo sviluppo artistico di uno dei più grandi pionieri della nuova pittura del XX secolo, che attraverso la sua sperimentazione ha affrontato il tema cruciale dell’uso di materiali umili e la loro trasformazione in un’opera d’arte. Il catalogo della mostra è bilingue (italiano e inglese) e presenta saggi introduttivi di Bruno Corà e il direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Luca Massimo Barbero.