Weekend Contemporaneo a cura di Virginia Monteverde
Peace Maker
Loredana Galante
dal 23 al 26 maggio 2019
OPENING: 23 maggio ore 18.00 – Spazio46 di Palazzo Ducale – Genova
Giovedì 23 maggio 2019 alle ore 18.00 presso Spazio46 di Palazzo Ducale a Genova, sarà inaugurata “Peace Maker” personale di Loredana Galante a cura di Virginia Monteverde per il ciclo Weekend Contemporaneo.
La mostra, che vedrà l’esposizione di disegni, fotografie ed installazioni, avrà la durata di quattro giorni. Durante l’esposizione l’artista incontrerà il pubblico in due occasioni, la prima, all’opening del 23 maggio, la seconda sabato 25 maggio dalle 17.30 alle 19.00 e sarà un’azione relazionale, un gesto naturale di incontro con l’altro, cifra stilistica di Loredana Galante. “ In buone mani” l’artista coinvolgerà i visitatori con un’azione di dialogo e di risarcimento attraverso il massaggio alle mani, con crema alle rose “ Il contatto fisico è l’espressione naturale dell’amore, è la nostra fondamentale forma di comunicazione con gli altri e con il mondo. Il dialogo è scambio tra due Vitalità per creare la magia del cambiamento. In buone mani significa anche un atto di fiducia per chi si Affida ed una presa di responsabilità per chi Riceve ” dice l’Artista che per questa performance si ispira ai versi di Alda Merini: Erano spine che entravano nell’anima e diventavano fiori , e ci confida che lasciare entrare le Spine è la presa in carico del sentire ed è un rituale di accettazione sentimentale.
Per l’occasione sarà presentato il catalogo “Peace Maker” – testo di presentazione di Alberto Dambruoso, edito Liberodiscrivere – Collana Art Commission (special edition)
“Quella di Loredana Galante è dunque una ricerca che muove dal personale, a partire dalla sua memoria, ma di fatto tratta di aspetti sociologici ed antropologici che riguardano tutti noi, che prima di diventare adulti abbiamo trascorso una bella fetta della nostra vita a sognare giocando”
(A. D’Ambruoso)
Nelle foto dall’alto:
- Sottana madre, 2017
- Peace Maker, 2018
- Umarmung, 2019
la mostra sarà visitabile nei giorni 24-25 e 26 maggio
nei seguenti orari: 10.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00
Spazio46 di Palazzo Ducale, piazza Matteotti, Genova
info: artcommissionevents@gmail.com
cell. +39 3479300692
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Loredana Galante è nata a Genova nel 1970 ma vive e lavora a Milano. Gli studi, presso il liceo artistico Paul Klee e l’Accademia Linguistica di Belle Arti di Genova, costituiscono una solida base di partenza che l’aiuterà in seguito a sviluppare una personale visione dell’arte, accentuatamente poliedrica e creativa. Successivamente vince la borsa di studio del centro T.A.M diretto da Arnaldo Pomodoro. La ricerca continua e la necessità di interagire con discipline diverse e linguaggi di comunicazione, capaci di coinvolgere nella pratica artistica oltre a se stessa le altre persone, la spingono a frequentare diversi stage di danza e corsi di teatro. All’interesse per il percorso attoriale faranno seguito le esperienze del “Master lat Gong di teatro, danza e musica dei popoli”, di Echo Art, e della Scuola di Teatro Quelli di Grock. Loredana Galante non è vincolata da un medium, il suo lavoro va dall’esile ed elegante tratto della matita, fino all’abitare e galantizzare gli spazi. Lavora con l’istallazione, la performance, la pittura e la forma laboratoriale. L’attività performativa, concentrata sempre di più sui rituali di socializzazione ed interazione con il pubblico; affronta i temi centrali dell’umano; l’amore, la famiglia, la dipendenza emotiva, l’abbandono. Il suo lavoro si avvale anche delle competenze acquisite con la scuola triennale di counseling sistemico relazionale.
L’artista dice di sé:
Essere in relazione è il tema portante della mia arte: un esercizio di inclusione e confronto, di capitalizzazione delle radici, di rispetto; un conferire costantemente importanza all’altro da sé. Il mio lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. Perseguo un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva. Con il mio lavoro cerco di risvegliare ad un’appartenenza consapevole, ad un unicum, da sostenere con la parte migliore di ognuno, un’appartenenza responsabile in cui trovare conforto. I miei dipinti sono tapisserie in cui compiere itinerari tra oggetti, racemi, animali complici di qualche sortilegio e di un rituale per rimettere ordine nello scompiglio, con la Cura, per mezzo di strisce/righe e Con l’aiuto di ragni tessitori. Appunti, scritte, forse istruzioni campeggiano nei lavori. Per leggerli occorre inclinare la testa, mettersi a testa in giù, comunque cambiare il punto di vista. Non è facile avere la” pelle sottile”, ci si lascia permeare e poi occorrono tempo, sforzo e respiri profondi per contenere tutto. Le installazioni e gli oggetti che costruisco sono banche dati analogiche di memorie e suggestioni. Sono una Sottana Madre, vestiti giganti che contengono le Storie vere di paese, Cappelli da signora, Guardaroba in miniatura, Livres di stoffa, Cornucopia con il pane, Flusso Fiume di oggetti, feticci sentimentali, reliquie del quotidiano. Ed è la Gentilezza che assurge a missione. Sotto la pressione esercitata dalla precarietà trova riparo nello Sweetly Ordinary: la semplicità e la consistenza dei gesti, delle abitudini, della conferma insita nella ripetizione A due generazioni di distanza: toujours la même feuille. Il mio approccio inclusivo dell’altro da sè sfocia in uno spazio che ospita l’estremizzazione del mio desiderio di democratizzazione si chiama To be Kind: “Proponete purchè sia Kind. To be kind è uno spazio da visitare, il mio atelier, uno spazio d’incontri e proposte, attivo da due anni a Milano.